16 aprile 2007

a Ponte Milvio

Lo so, lo so, dirlo ora è facile, ma io davvero erano giorni che me lo chiedevo, ogni volta che lo mostravano da qualche parte.
Mi dicevo “Ma qualcuno, il calcolo del peso di tutti quei lucchetti, l’avrà fatto?”.

Volevo farci un post, di quelli pieni di doppi significati, quelli miei criptici che se usassi i titoli avrei titolato con robe tipo “Il peso dell’amore” oppure “Se le chiavi le butti nel fiume” o ancora “Se piglio mio figlio a rovinare ponte Milvio” robe così, insomma, di spessore.
Poi però mi son detto che io sono quello romantico e seppure fuori età-scamarcio dovrei continuare a mantenermi quel profilo là, quello di chi trova tutto questo meraviglioso, le coppie le famiglie i legami le promesse gli zingari che pigliano tutto e se lo vendono a peso.
Ecco, mi è scappata di nuovo la romanticheria.

Niente, a me quella cosa dei lucchetti tutto fa pensare tranne che al romanticismo.
No vabbé non si tratta di non essere sensibili, anzi, si tratta di esserlo troppo.
Dico io, mi chiedevo, ma come fa uno o una, il genio della coppia che chiede all’altro di fare quella cosa lì del film insomma, a impegnarsi a garantire di preservare una cosa bella per tutta la vita, se non riesce nemmeno a riconoscere la bellezza di quel ponte così com’era prima che quel geniaccio scrivesse il libro?
Io fossi il fidanzato di una che mi chiede di rovinare un monumento per dimostrarle amore eterno, piglio i lucchetti (degli altri) glie li lego al collo e nel fiume ci butto lei.
Voglio dire, quando saremo sposati spaccherà una sedia ogni volta che vorrà dirmi “Ti amo”?
Verrebbe da pensare di si.
Ah già, ma c’è quel dettaglio, non è roba nostra, le sedie lo sarebbero e guai a sedertici male, quindi niente parallelo, non sta in piedi.
Mi chiedevo perché mai Veltroni non abbia mai detto nulla, uno straccio di assessore, una cazziata di Sgarbi, niente, silenzio, un monumento di Roma usato come feticcio per quindicenni che lucchetti lo scrivono “luketti” e il silenzio totale intorno, ad aspettare che cadesse come qualsiasi cretino, vedi me, poteva prevedere.
Ma noi non siamo il paese dell’arte?
Non siamo noi quelli che s’indignano se il maniaco del martello rompe un mignolo di un santo a cavallo dell’ultimo paesello?
Non siamo noi quelli che vorrebbero la galera per chi fa i graffiti sui vagoni dei treni?
Un palazzo orrendo reso migliore dai colori dei graffiti è da galera, un ponte bello come il Milvio spaccato dal peso di una moda è da guardare commossi perché rappresenta la bellezza dell’amore.
E l’amore per la bellezza?
Che fine ha fatto?
L’ho sempre detto, noi non ce la meritiamo l’arte che ci siamo ritrovati sotto il culo.
Non la sappiamo guardare, non la sappiamo difendere, non la sappiamo, io per primo, capire.
E lo dimostriamo quando stiamo a guardare applaudendo orde di infoiate ragazzine andare a fare di un monumento il loro personale sms, facendoci articoli e servizi tv attira-giapponesi, tutti tronfi per la possibilità di ostentare la rinascita dell’amore ci facciamo promotori del menefreghismo per la bellezza, fieri di poter aggiungere alla casa di Giulietta fatta a forma di post-it anche il ponte fatto a forma di ruota di scooter.
Mi chiedevo, se Moccia nel suo libro invece che “Ponte Milvio” avesse scritto “Il colonnato del Bernini a San Pietro” avrebbero tutti applaudito e gioito?
Ci sarebbero stati tutti questi giornali e tutte queste tv a celebrare l’amore scritto con il pennarellone “Kika ama Kuku tvtvvvtttvvvttbbbbvvvtttbbb” qualche migliaio di volte sulle colonne?
Sarebbero tutti corsi a gridare al trionfo dell’amore, vedendo una colonna cadere?
Secondo me no.
E perché di Ponte Milvio glie n’è sbattuto il cazzo a tutti?
Però se scrivi una roba su una chiesa quasi t’arrestano.
Mille lucchetti su un monumento nulla, prova a sederti sul sagrato del duomo di milano e ne riparliamo.
Mica per rovinarlo, eh, solo sederti.
Ma si sa, anche la chiesa, di fronte all’amore, apre le braccia e gioisce.
Quindi, concludendo, arriviamo al succo.
Volevo sapere se tra voi c’è qualcuno che conosce Moccia.
Se c’è, potrebbe chiedergli un favore da parte mia?
Potrebbe inserire nel prossimo libro la scena di uno fulminato sulla via di damasco che per sottoscrivere il suo eterno amore va a San Pietro e scrive sul portone “Bagnasco ti amo, tuo per sempre, Mirko””?

Tvstttb “ponte milvio”.
Anche se quella sera non appendemmo nessun lucchetto.
Bastò l’amore per le cose belle.

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