7 maggio 2008

Cip

Sono stato in campagna e nel silenzio dei cinguettii ho capito che:

Uno:
Tutto quello per cui sto lottando ha un titolo ed è:
“Chi ti ama dovrebbe difendere la tua identità”.
A me lo si sta impedendo con tutte le forze e per questo scalcio.
Non scalciassi, vorrebbe dire che ho la consistenza di un pomodoro.
Mai come ieri in quel semplice “Difendere l’identità” l’avevo visto così perfettamente disegnato.
Grazie, dal cuore, a chi me l’ha dipinto così.
Ché non l’ho mica capito da solo, mi è stato descritto così e non l’avevo mai visto così bene, pensavo fosse una nuvola nel mio cervello e invece c’ha persino un titolo.

Due:
Il mio futuro è in campagna.
Lo dico e lo ripeto da anni, ogni volta che metto piede su una collina lo confermo, ieri l’ho scolpito su pietra, migliare.
Si sbrighi il comune a tirar su la quotazione di ‘sta zona, ché c’ho le colline da raggiungere e da lì cominciare la vita vera, quella “fase due” che si chiama fase due perché non la vivrò da solo.

Tre:
Nella mia vita ho commesso un solo grande, grandissimo errore.
Lo chiamo senza paura “rimpianto” perché tale deve continuare a essere il suo titolo.
Di tutti gli altri, mi spiace, non sono responsabile.
Delle conseguenze, di conseguenza, nemmeno.

Quattro:
Il passato può essere dipinto, il presente può essere ignorato, il futuro può solo essere imposto.
Nel caso, provateci.
Magari sono davvero un pomodoro e vi riesce.

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