3 ottobre 2012

Giusto da bere poteva essere

A milano il modello Matteo Bordone va alla grandissima al punto che fossi in lui ne farei un brand.
Si faccia sponsorizzare dall'azienda di quegli occhiali, dall'azienda di quei maglioni, dall'azienda di quei capelli, dall'azienda di quella barba, dall'azienda di quel modo di guardare contemporaneamente in dodici direzioni diverse.
A Milano è pieno di Mattei Bordone.
Si segnala al contrario l'assenza di modelli Geppi Cucciari e tutto si tiene.

A Milano non potendo creare nuovi spazi eventi hanno trovato la formula per moltiplicare i pani e i pesci.
La formula è semplicissima e sta andando alla grandissima quanto e forse più (o forse insieme) al modello Matteo Bordone: basta togliere la dicitura "via" o "corso" o "piazza".
Abiti in un cesso di palazzo in un cesso di via di un cesso di quartiere, chessò Vicolo Corto 23?
Togli la dicitura Via, sul palazzo scrivi "Corto 23" ed è subito movida.
A Milano è pieno di palazzi nome e numero, non ci sono più le vie i corsi e le piazze ed è pieno di Corto 23, Stretto 45 e non ci fai almeno un ape o un vernissage o una personale, in Stretto 45?
Ma è il solito cesso!
Se lasci il nome come sulla lapide di marmo sì ma se togli "via" senza nemmeno imbiancare è subito Location e i wannabe Matteo Bordone fanno subito fiumama.

2 commenti:

  1. lisa11:29

    Cherì, ti avverto: se faccio un salto a Torino per la mostra di Degas, bisognerà pur vedersi in qualche modo! :)

    bacio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. oh ma che bello!
      Ma certo che bisognerà vedersi!
      Dimmi quando sarà, che capisco come.

      Elimina