A guardare il cielo e chiedersi come possa stare a guardare il male scrollarsi polvere e verità dalle spalle
e come una porta girevole semplicemente proseguire in un tempo misurabile nei minuti
necessari per cambiare un lenzuolo di scarsa fattura senza nemmeno impigliarsi
in qualche strappo, anche solo per concedersi qualche secondo per guardarlo
meglio, prima di dirlo breccia per l’aria e raccontarne il profumo.
In mano l’arma definitiva che raderebbe al suolo tutto,
rendendo ogni singolo minuto da quello in poi insufficiente a rimettere in
piedi la persona che ami di più azzerata dalla verità di scoprirsi usata come
gli altri e credendosi speciale quindi più degli altri, più del cielo stesso
dal quale in voice over con testi scritti da noi stessi ci facciamo autorizzare
il male secondo necessità facendoglielo pronunciare virtù.
Pronto a nessuno scrupolo contro nessuno scrupolo,
fermato da chi mi disse Sarebbe giusto ma sarebbe vendetta e sarebbe stato
giusto ma sarebbe stata vendetta e allora feriti e fragili rimettiamo la sicura
e invidiamo chi è capace di vendetta, chi con un numero di telefono composto
avrebbe già fatto ciò che era giusto, perché era giusto, in un mondo giusto, se fai del male volontariamente un prezzo c'è nel mondo giusto, così che resti una libertà a disposizione ma una scelta da fare quando pronti al prezzo conseguente, se non c'è prezzo lo scegliamo tutti ed è inferno e in un mondo giusto o il male è libertà di tutti o non lo è di nessuno, altrimenti non è più un mondo giusto.
Sarebbe stato giusto, ma nulla è giusto in un mondo che rende possibile il male senza prezzo e anche questo non lo diviene più, perché giusto sarebbe la
verità e la verità toglie l’aria a chi la incontra e lo sa bene chi
respira con difficoltà.
Non ci riesco, dormo dicendomi capace e sperando di
svegliarmi capace ma non riesco a farle tutto il male che farebbe e al
risveglio torno io, anzi resto io e me lo tengo tutto addosso e ingoio
l’ingiusto come unica possibilità a me offerta pregando mi soffochi sempre meno
e lascio che anche lei resti a uso e consumo, come noi, come il cielo, come
tutto, tranne chi anni fa.
No niente, ho messo la sicura, ma oggi ho davanti cosa
vide e da cosa si allontanò per salvare sé stessa e il suo pezzo di cielo e ho capito.
Quanto male farei se mi salvassi.
Ma le voglio bene più di quanto gliene voglia tu e per
questo vi proteggo entrambe, soffocando io finché l’aria si farà fresca per
stagione e non per artificiosa forzatura.
Dal male non si fugge ribattezzandolo ma lasciando che ti
attraversi e che entrato dal cuore esca dalle spalle con tutto il tempo che
richiede.
Io mi lascio attraversare di nuovo piegandomi da solo, ho già conosciuto il male anche se mai così grande e ne ho incontrati di enormi ma questa dimensione è la prima volta e non si è mai pronti ma ci si prova, e so come devo farmi attraversare perché esca, non devo ribellarmi trascinando giù con me nessuno perché il male liberato non sia sostituito da quello fatto, devo spogliarmi da solo e dirmi nudo, completamente nudo di fronte al male, nudo come solo di fronte al male si può arrivare a essere nudi.
Almeno il cielo tutto, dal mare ai monti più alti, mi
ringrazi e una notte venga da me a chiedermi perdono.
Almeno il cielo sia giusto, se non può esserlo la terra.
Chi ha amato non teme di umiliarsi.
Chi ha amato oggi è triste, o non ha amato.