“Cari fratelli e sorelle,
nella serie delle nostre catechesi su grandi personalità della Chiesa antica, arriviamo oggi a un eccellente Vescovo africano del III secolo, San Cipriano, che "fu il primo vescovo che in Africa conseguì la corona del martirio".
[…]
fu severo, ma non inflessibile con i lapsi, accordando loro la possibilità del perdono dopo una penitenza esemplare; davanti a Roma fu fermo nel difendere le sane tradizioni della Chiesa africana; fu umanissimo e pervaso dal più autentico spirito evangelico nell'esortare i cristiani all'aiuto fraterno dei pagani durante la pestilenza; seppe tenere la giusta misura nel ricordare ai fedeli - troppo timorosi di perdere la vita e i beni terreni - che per loro la vera vita e i veri beni non sono quelli di questo mondo; fu irremovibile nel combattere i costumi corrotti e i peccati che devastavano la vita morale, soprattutto l'avarizia.
[…]
Non si stanca di ripetere che "chi abbandona la cattedra di Pietro, su cui è fondata la Chiesa, si illude di restare nella Chiesa" (L'unità della Chiesa cattolica, 4). Cipriano sa bene, e lo ha formulato con parole forti, che "fuori della Chiesa non c'è salvezza" (Epistola 4,4 e 73,21), e che "non può avere Dio come padre chi non ha la Chiesa come madre" (L'unità della Chiesa cattolica,4).”
Joseph Ratzinger - Udienza generale del Mercoledì – 6 Giugno 2007
Fonte
San Cipriano, Epistola
Fonte
"[...]La logica del profitto, se prevalente, - ammonisce il Papa - incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta". "Quando invece - commenta - prevale la logica della condivisione e della solidarietà, è possibile correggere la rotta e orientarla verso uno sviluppo equo, per il bene comune di tutti.
[…]
Se amare Cristo e i fratelli non va considerato come qualcosa di accessorio e di superficiale, ma piuttosto lo scopo vero e ultimo di tutta la nostra esistenza, - ha aggiunto - occorre saper operare scelte di fondo, essere disposti a radicali rinunce, se necessario al martirio.[...]”
Joseph Ratzinger, 24 Settembre 2007
Questa, a casa mia, è una minaccia.
“URA Al-Fâtiha (L'Aprente)
...Secondo un commento di Ibn 'Abbas (che Allah sia soddisfatto di lui) coloro che hai colmato dei Tuoi doni" sono i Sinceri (siddiqûn), quelli che hanno avuto il MARTIRIO TESTIMONIANDO LA FEDE (SHAHADÂ), i Devoti (salîhûn). “”
”Sura :An-Nisâ' (le donne)
"Combattano dunque sul sentiero di Allah, coloro che barattano la vita terrena con l'altra. A chi combatte per la causa di Allah, sia ucciso o vittorioso,daremo presto ricompensa immensa”
Questo, a casa sua, è terrorismo.
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