7 gennaio 2009

Il giorno della marGotta

Al Pacino ieri notte m'ha detto che ci sono le cose facili e ci sono le cose giuste.
Tutto il resto son solo ramificazioni di uno dei due ceppi.

Sto lentamente arrivando alla decisione di mettere in piedi una delle cose meno naturali del mondo, col modo di fare di chi sta facendo una delle cose più naturali del mondo.
Questo perché ai due ceppi là sopra io ne ho aggiunto un terzo: le cose Davvero giuste.
Che sono diverse da quelle giuste nel punto in cui quelle giuste impongono comunque la valutazione dell'opportunità del momento, quelle Davvero giuste non hanno alternativa possibile, né di momento, né di fattibilità.
Vanno fatte e basta.
Subito.
Fino in fondo.
E a qualsiasi costo.

Stamattina ho conosciuto l'assistente sociale, la quale m'ha detto che sono un po' troppo categorico.
Volevo dirle che è Al Pacino che la notte mi dice di essere così, ma accanto c'era anche uno psichiatra e ho valutato che per momento e opportunità, non fosse la cosa più giusta da dire.
Mi sono limitato a dirle che io me lo posso permettere, non sono io quello seduto dal suo lato della scrivania.

Mi ha congedato un po' preoccupata.
Era quello che volevo.

C'è un motivo, che spiega il perché non sia lì dentro da paziente, voglio dire, e quel motivo non è il mio non averne le caratteristiche, ma il mio saperle utilizzare come fossero ferri del loro mestiere.

Sarei stato un fantastico psichiatra.

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