12 ottobre 2013

Io intanto apparecchio

E stasera mentre preparavo la valigia ti avrei raccontato della riunione di ieri, un palazzo storico del centro di Torino di un’azienda storica nel centro di Torino, una riunione alla quale mi hanno convocato solo poche ore prima per un lavoro che farò settimana prossima del quale so come sempre praticamente nulla fino al giorno prima ma tanto c’è l’agenzia che copre tutto e mi chiede sempre di andare alle riunioni ma giusto per fare figura, per far vedere che c’è un responsabile dei contenuti delle proiezioni e va bene, ci sarò anche ‘sta volta a fare il cartonato, datemi l’indirizzo ma poi fate voi perché io manco so di cosa si tratta, ma certo, ci mancherebbe.
E poi li incontro sotto il portone dopo che ho atteso fuori in focacceria ingannando l’attesa con una focaccia al taleggio una al prosciutto e un quarto di vino rosso che alle due del pomeriggio prima di una riunione importantissima in un palazzo storico nel centro di Torino di un’azienda storica nel centro di Torino forse non è il massimo ma tanto avrei dovuto fare il cartonato e il cartonato dorme altrimenti che cartonato è?
E li incontro sotto il portone e mi vengono incontro una decina di persone, dieci mani da stringere calibrando la presa tra donne e uomini e già quella mi sembra una fatica figurati il resto e Piacere Pippo, piacere Pluto, piacere Paperino, lui è Bruno andiamo su.
Saliamo queste scale che pare il teatro Regio entriamo in questa sala mi guardo intorno in un istante capisco e dico a chi mi aveva convocato Cazzo è?
E mentre chiudevo la valigia ti avrei raccontato di quando mi aspettavo una riunione delle solite e per quello nell'attesa avevo mangiato e bevuto da ruttino e pisolo, un tavolo, molti blocchi e molte penne, pareti a vetro, aria solenne, acqua per ciascuno, bicchiere per ciascuno, sottobicchiere per ciascuno e sedie che ci dormi una bellezza mentre intorno l’agenzia fa la grossa e invece entro in una sala con cinquanta persone sedute tutte verso una parete lungo la quale un tavolo con dei microfoni man mano che vedo l’agenzia camminare per la sala si configura sempre più chiaramente come la nostra meta e io ripeto al tizio Cazzo è e lui mi risponde che dobbiamo raccontare all’intera azienda il progetto la scaletta e i contenuti e io gli dico Quale progetto, quale scaletta, quali contenuti?
E ridendo ti avrei detto Meno male che avevo messo la giacca perché la nostra meta è proprio quel tavolo e proprio quei microfoni e quelle persone aspettavano proprio noi e io adesso quando sarà il mio turno che gli dico, che manco so perché siamo qui ma che soprattutto mai ci ho parlato davanti a una sala di gente che aspetta io gli illumini la giornata?
Andando in cucina a preparare la cena ti avrei raccontato di quando una volta seduti ho preso quel matto che mi aveva portato lì senza anticiparmi cosa sarebbe stato e in un orecchio gli dico Ok ormai è tardi per dire Cazzo è ‘sta cosa ma tu adesso dammi due coordinate perché qui altrimenti è un bagno di sangue e lui mi dice Tranquillo.
E mettendoti in tavola il piatto più bello cioè il tuo il bicchiere più bello cioè il tuo e mettendomi a cucinare la cena più bella cioè la nostra ti avrei raccontato di quanto in più di un’occasione mi sia addormentato fino al punto in cui quel matto del mio responsabile decide d’amblé senza manco prima svegliarmi di passarmi la parola presentandomi al pubblico come il Nostro responsabile che si occuperà di tutto ciò che proietteremo e Buongiorno mi chiamo Bruno e soprattutto io mò a questi che gli dico?
E ti avrei raccontato dell’amministratore delegato che a inizio riunione aveva detto la sua e non mi piace questo e non mi piace quello e quella citazione con cui apriremo la serata non ci rappresenta e non mi piace ma voi in sala se volete contestarmi fatelo pure anche se sono il vostro amministratore delegato e il silenzio di tomba, ti avrei raccontato che in vent’anni non ho mai visto nessuno contestare il proprio amministratore delegato che mondo di conigli che fuggono là fuori ma c’è Bruno che non aspetta altro e datemi la parola che ve lo contesto io e vi faccio vedere che non muoiono le fate è la cosa che mi diverte di più perché a me nessuno può licenziarmi e se ci sono dei vantaggi questo è uno dei principali e poi ormai le agenzie mi conoscono sanno i limiti che raggiungo e mi portano apposta perché io sono quello che non ha timore di azzardare leggi: fare lo scemo che rapisce perché è creativo e il banco vince tutto l'agenzia è felice tutti sono felici quando io faccio la mia parte e quindi io la faccio perché proprio quello vogliono altrimenti avrebbero smesso di portarmi qualche decina di anni fa perché ogni volta è un filo di rasoio sul quale scivolano centinaia di migliaia di euro che a starci così agevolmente in equilibrio siamo io e forse al massimo altri due in Italia e io sono quello che costa meno perché si diverte a pattinarci sopra senza mai essere caduto una sola volta dalla parte sbagliata e il divertimento non va pagato.
E aggiungendo del vino bianco alla carne per sfumarla ti avrei raccontato di quando ho preso la parola con la citazione che non piaceva dietro le mie spalle sullo schermo un microfono davanti cinquanta persone ad attendere ‘sto genio vediamo che ci tira fuori e io che senza averla mai letta se non un secondo prima mentre mi svegliavo inizio una filippica che si apre con Guardi non se la prenda ma quello che per lei è un difetto di questa citazione in realtà è il suo pregio e se adesso mi ascolta le spiego anche il perché e in un silenzio di tomba in attesa che morissero le fate crollassero i lampadari e l’amministratore delegato si alzasse dicendo che scherzava quando autorizzava la contestazione, mi metto a parlare d’amore.
Da non crederci, mi metto a parlare d’amore.
Ti giuro mi metto davvero incredibilmente a parlare d'amore davanti a cinquanta persone tutte impomatate incravattate pronte a qualsiasi cosa tranne a uno scemo che in un palazzo storico di Torino di un'azienda storica di Torino accenda il microfono e si metta a parlare d'amore come se in quel momento fosse la cosa più normale del mondo.
Diosanto il giorno che scivolerò dalla parte sbagliata qualcuno di quelli che rischiano portandomi in queste riunioni dove devo far fare bella figura alle agenzie mi darà tante di quelle legnate che recupererò tutte quelle che non ho preso in questa arrogante vita di riunioni in cui quando prendo la parola prendo il palco le luci la musica e l’attenzione di chiunque nel raggio di due chilometri semplicemente mettendomi a parlare d’amore in un incontro davanti al primo microfono della mia vita mentre dormivo per le focacce al taleggio e il vino di venti minuti prima e io veramente non lo so come faccio a essere davvero così ma fidati è proprio così che sono ed è inutile chiedersi oggi come sia potuto succedere, accontentiamoci del fatto che c'è chi mi paga per essere così.
E mentre controllo che la carne non si bruci ti avrei raccontato del silenzio davanti a me ad ascoltare ‘sto cretino che li guarda uno per uno negli occhi dicendo robe tipo Chi di voi non è innamorato, chi di voi non sa cosa sia la passione, chi di voi non ha anche un solo pezzo di quella citazione dentro di sé in questo esatto istante, se ci pensa e fate che altro che morire, volavano in un silenzio che lo tagliavi col coltello tanto che quasi mi riaddormentavo io stesso.
E ti avrei raccontato di un silenzio tale che a fine intervento ho scritto su un fogliettino che ho passato sotto banco a quel matto che mi aveva portato lì le sole parole che avevo in mente in quel momento e cioè Ho rovinato tutto? E lui che mi risponde Intervento da levare il fiato e ci aggiunge Grazie.
E di che? Posso riprendere a dormire e a sognarla? Svegliami quando è il momento di parlare di amore ma questa volta per sempre,  ché 'sta volta tiro giù le pareti dal silenzio che creo.
E impiattando la cena più bella e cioè la nostra ti avrei raccontato di quando a fine riunione l’amministratore delegato si alza e prima di andar via viene a salutare tutti e Piacere a uno, Piacere all’altro, A presto a quell’altro ancora e poi si fa largo arriva da me mi prende la mano me la stringe con entrambe le sue e mi dice Grazie per le parole che ha detto.
Se lei la conoscesse, ho pensato continuando a dormire.
E dicendoti buon appetito ti avrei raccontato di tutti quelli intorno che come sempre, come sempre, hanno capito che io c’ho la faccia da scemo, mi vesto da scemo, mi muovo da scemo, ma in realtà sono dio e posso anche dormire, fare il cartonato, andare in riunioni solo perché l’agenzia deve mostrare il pezzo da novanta, ma quando mi si dà la parola, un microfono e un po’ di attenzione, il tempo si ferma e vinciamo tutto perché io sono grande e quando parlo, di qualsiasi cosa parlo, soprattutto quando parlo di amore, la gente mi chiede di non smettere mai più maissimo e se solo me lo chiedi non smetto mai più maissimo.
E versandoti da bere ti avrei detto che se vuoi di cose così te ne racconto una al giorno per tutta la vita perché la mia vita è fatta tutta di giorni così ai quali mancano solo tu orgogliosa di me al ritorno ancora prima che ti abbia raccontanto quella del giorno, così sulla fiducia di sempre, e sere come quelle che ti avrei servito il caffè, ti avrei presa per mano e saremmo andati a chiudere la valigia per la partenza di domattina per poi levarla di torno e fare un sacchissimo l’amore come quando dicevi Bruno mentre facevamo l’amore ogni sera nei tuoi occhi blu ma la valigia accanto al letto era la tua.
Domani e dopodomani sono a Padova al Palageox a ubriacare e far ballare qualche centinaio di persone, dovessi mai aver voglia di anticipare di qualche giorno l’inizio della vita fatta tutta di cosa ti racconto di bello oggi.
Te l’ho detto che sono bravo in maniera immensa e irripetibile?
Hai idea di cosa sia una vita intera a essere orgogliosa di me?
Vuoi che ti racconti davanti a un microfono parlando d’amore anche mentre dormo quel fatto là che lo spettacolo è l'unico universo nel quale le repliche sono sempre migliori della volta precedente perché si correggono gli errori?
E' un filo di rasoio, ma pattinarci sopra senza mai più cadere dalla parte sbagliata è meraviglia pura.





36 commenti:

  1. Standing ovation (ma chettelodicoaffa'?) e grazie per aver condiviso anche con noi.

    Bee
    Ma poi qual era 'sta citazione? (chiese l'Ape, sempre curiosa come un'ape ;o))

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    1. Una citazione di un artista dell'improvvisazione (savasandìr) che pensavo di trovare in rete e linkarti, ma che non essendo reperibile praticamente da nessuna parte evito di metter qui perché altrimenti da quel momento in poi mi vedo spediti qui tutti quelli dell'agenzia e dell'azienda che dovessero cercarla anche loro in rete, trovandola di fatto solo qui da me.

      Comunque l'artista è questo e il libro dal quale è tratta è questo:
      http://b4.to/8ni3zg

      (grazie!)

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  2. Peccato che non ci sia in rete!
    Ché il trafiletto di presentazione del libro nel link che mi hai mandato ha praticamente tutto per far venire i 'fumi' all'Ape e per farle fiutare una gran puzza di fuffa, epperciò non credo che investirò alcuna cifra nel suo acquisto.
    Ma d'altro canto non è certo il caso che orde di 'agenti' e di 'aziendi' si rovescino qui, in questa tua stanza dei bottoni così privata (aehm, mi sovviene a 'sto punto che pure io mi sono proditoriamente infiltrata qui dentro, ma nel mio caso la colpa è tutta e soltanto tua: non si provoca in questo modo un'ApeChioccia, perbacco!)

    Buona serata
    Bee
    (Ah, non far caso se tendo a parlare di me in terza persona: ho chiesto a The marit se fosse una cosa grave e lui s'è limitato a sogguardarmi sorridendo benignamente come sempre fa di fronte alle mie buffe intemperanze, allora ho chiesto a Jake e quel peffido m'ha risposto che finché mi tengo alla larga da balconi e folle plaudenti non c'è nessun problema).

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    1. Guarda, non me lo dire, ché quando ho letto
      "entrare in contatto con le fonti della propria energia spirituale"
      stavo per mettermi a urlare.
      :)

      Il mondo è veramente ma veramente pieno di pesci pronti a farsi prendere all'amo.
      pensavo che dopo anni di Coelho e di De Mello ormai il trucco si fosse capito e i tonti fossero rimasti circoscritti ai dieci dodici che vanno a farsi togliere il malocchio e invece...pieno eh.
      Ché quasi non li riconosci.

      Appropoò di themarit...
      Sai che stavo pensando a quella definizione che ti aveva regalato e che io ti avevo rubato?
      Ecco, mi ricordo che mi piacque molto ma non mi ricordo qual era.
      Qual era, appunto?

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  3. Dici quella di quando mi chiama Dottor Divago non appena accenno a partire un tantinello (ma appena appena, eh?) per la tangente?
    Ecco, anche quella è una dolorosa historia: io trascino la mia lacrimevole esistenza circondata dalle calunnie e dal malanimo, offesa e vilipesa da coloro che mi circondano (musica strappalacrime in sottofondo, pliis).
    Non basta The marit ad inibire in siffatta guisa la mia creatività, ci si mette anche Jake ad avanzare pretese sull'unico neurone che ho in dotazione, colla scusa che è entangled coi suoi (è arrivato a dirmi che abbiamo 'statisticamente' un neurone in due, si può essere più peffidi?), e perfino i vivaisti di fiducia non si perdono nessuna occasione di 'impienarmi' di parole per questo o quel motivo, o perché non ho rimondato le rose, o perché non ho ancora interrato le piantucce nuove, o chessoio...
    Basta, questo mondo crudele non mi merita, continuerò ad imperversare ancora di più così imparano tutti!

    Bee

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    1. Eccola!
      Dottor Divago!
      Tu non sai da quanto cercassi di ricordarmela, la trovo geniale!
      (scusa eh ma devo esser breve perché siamo in regia con la serata avviata e tipo 600 persone che stanno entrando e circa DUE ORE da qui all'inizio della serata ma un sacco di clienti intorno che ronzano)

      Dottor Divago.
      Meraviglia TheMarit!

      (ma statisticamente tipo quella storia del pollo, insomma?)

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    2. Eh sì, statisticamente proprio a quel modo, sì...
      Che dimmi te se è mai possibile che una povera Ape venga vessata a 'sto modo, a dover difendere colle unghie e coi denti l'unico neurone che ha!
      Almeno però di buono c'è che, siccome è entangled, il peffido me lo rancura, il neurone: in primavera dell'anno scorso il povero neurone era praticamente in terapia intensiva dopo le 'interessanti' vicende di salute mia e di lavoro di The marit (tra l'altro, la mia facilità nello scrivere proprio in quel periodo ha fatto le valigie e mi ha mollata, lasciandomi sul comodino un biglietto con su scritto "Vado via e non so se e quando tornerò. Non aspettarmi alzata", e infatti m'accorgo che scrivo in modo farraginoso, ma forse ma forse qualcosa si sta muovendo da quelle parti. Io però non dico niente).
      Be', in quel periodo lì, col neurone sotto narcotici pesanti (no, che hai capito? Sto parlando dei libri di Wodehouse e della Kinsella, no?), Jake, tutto preoccupato per le sorti del 'nostro' neurone, m'ha regalato Anathem, l'opera migliore (finora) di Neal Stephenson.
      All'inizio ci ho girato attorno un bel po' senza avere il coraggio d'aprirlo, ma poi mi son fatta forza e l'ho cominciato, e lì è stata ancora più dura, c'era il neurone porello che grondava acido lattico per lo sforzo.
      Ma ho insistito, e tra la scoperta del glossario (che quegli accidenti avevan messo *prima* delle appendici anziché dopo, li possino) e il neurone che ha ricominciato timidamente a funzionare, son stata presto assorbita da questo mondo immaginifico e stupefacente, e così alla fine ho riavuto il neurone perfettamente in forma assieme ad un mondo di fantasia ad arricchire la mia esistenza.
      Tra l'altro, le recenti vicende politiche m'inducono di frequente a sospirare pel più vicino Concento, ma Jake mi fa sempre presente ch'è a due livelli di platonicità più su.
      Non c'è che dire, è proprio un peffido.

      Buona giornata!
      Bee

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    3. 'spetta eh.
      devo leggerlo tipo sei volte questo commento per riuscire a mettere insieme una risposta che abbia un qualche collegamento.
      Ma ci riuscirò!
      :)

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    4. Guarda, io che so i retroscena l'ho letto *tre* volte...

      Sarà che sono reduce da un crisi "esistenziale"...

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    5. E' che Nostra Signora delle Parentesi in un commento ne mette in realtà non meno di sei sovrapposti e paralleli, quindi figurati io che i retroscena li ho conosciuti dopo, molto dopo aver letto le sue prime produzioni qui sopra.

      E' un lavoro duro ma qualcuno deve pur farlo, insomma.

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    6. Nostra Signora delle Aperentesi, semmai.

      Io me la cavo perché
      1) se non sto attento, anche i miei discorsi sono fatti di parentesi (e parentesi nelle parentesi (infatti, se Bee è il Dottor Divago, io sono colui che ha sviluppato la Teoria della Deriva degli Argomenti, che un tal Wegener mi ha rubato, ha cambiato una parola, e ha spacciato per sua, diventando pure famoso));
      2) per lavoro ho ormai l'occhio allenato a seguire livelli multipli di parentesi...

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    7. Nostra Signora delle Parentesi, eh?
      Guarda, già lo so come andrà a finire: non manca che un passo eppoi voialtri due vi terrete bordone (come s'usa dire) per pigliarvela con me, piccola Ape innocente ed indifesa [faccetta che sbatte gli occhioni]

      (Dice: "Avete notato la raffinatezza d'usare anche le parentesi quadre?")

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    8. Ah ma è il suo bello e in ogni caso con me sfonda una porta ape-rta, visto che qui con le parentesi ci imbianchiamo pure casa, essendo io uno che scrive con un'unica procedura che copre ogni tipologia di argomento, essendo poi la stessa unica procedura con la quale penso e parlo anche e cioè il flusso di coscienza.
      Di persona sono capace di fare discorsi che se li dovessi mettere per iscritto mi richiederebbero lo sconfinamento nelle quadre e pure nelle graffe, quindi siamo assolutamente in linea con l'amica lì sopra.

      Con te invece condivido la perversione del punto elenco.
      E quant'è comodo.

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    9. Ecc'appunto, m'ha rubato le quadre!

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  4. Dici che The marit quando mi chiama Dottor Divago non ha tutti i torti?
    ;o)

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    1. Guarda...ti basti pensare che ho quasi paura a rispondere.
      :)

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    2. Mannò, dai, non dire così che dopo mi sento in colpa...
      Sono un po' sconclusionata, ma non è colpa mia: è che mi disegnano così ;o)

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    3. Ma no, assolutamente, non sei affatto sconclusionata!
      Si vede lontano un miglio che là sopra c'è un filo logico che unisce tutto.
      E' trovarlo senza essere te il problema, ma si capisce che una volta trovato tutto diventa facilissimo!
      Appena ho un mese di tempo prometto che mi metto lì e lo trovo.
      hihhihi

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    4. Peffido anche tu!
      Guarda, se vuoi un aiutino ti posso postare le regole d'oro dell'Apitudine, ma me lo devi dire tu se le vuoi, ché dopo non vorrei sentirmi dire che ti ho traumatizzato...

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    5. Come potrei dire di no?
      Qualsiasi cosa assomigli a una coordinata è ben accetta.
      Non dovesse servire, il passo successivo è il contatto diretto con The Marit!

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    6. Eccole qua, stilate di mia propria mano per un forum di chiacchiere e supporto morale che frequento/avo (adesso ci son stati un po' di dissapori e partecipo molto meno, epperò son sempre in contatto con le persone con cui lì dentro avevo maggiori affinità ed empatia).

      Quanto a The marit, non so se ti potrebbe essere di grande aiuto: porello, quella volta lui credeva di sposarsi una tranquilla scienziata e invece s'è trovato per le mani un'Ape scriteriata e garrula, e non m'ha neppure potuta restituire, ché era scaduta la garanzia ;o)

      Regola 1: Nessuno può diventare un'Ape se non lo è già dentro il proprio cuore.

      Regola 2: Chiunque, se lo desidera veramente, può trovare l'Apitudine dentro il proprio cuore.

      Regola 3: L'Ape si piace, si approva, sta bene in propria compagnia. Sa benissimo che se stessa è la persona con cui è destinata a passare la maggior parte del proprio tempo, e desidera che questo tempo trascorra lietamente. Insomma, ha fatto sua la saggia frase del grande Oscar Wilde: "Amare se stessi è l'inizio di un idillio destinato a durare una vita".

      Regola 4: L'Ape si conosce. Ha esaminato il proprio cuore e ha cercato di capire cosa desidera nella vita, eppoi s'è messa d'impegno per realizzare i propri desideri, tenendo incrociate le zampette e le alucce per propiziare la buona fortuna, che non fa mai male.

      Regola 5: L'Ape gode di tutte le grandi e piccole gioie della vita in modo totale. Quando vedete qualcuno che, durante uno spettacolo, ride a crepapelle, piange a dirotto oppure sta a guardare con gli occhi (e la bocca...) spalancati per la meraviglia, state pur tranquilli che trattasi di Ape nel pieno esercizio della sua Apitudine.

      Regola 6: L'Ape sa che il tempo e la salute sono doni preziosi, da godere pienamente senza darli per scontati. Quindi, siccome la vita è breve e lei se la vuole godere, non perde tempo con falegnamerie e bricolage mentali (per suggerimenti e trucchetti, consultare il postappost sull'argomento). Piuttosto, ha sempre la testa piena di piccoli pensieri da Ape.

      Regola 7: L'Ape ama la compagnia, nessuno è più felice di lei in compagnia, ma dev'essere una compagnia che valga la pena. Quindi fa suo il buon vecchio adagio "Meglio soli che male accompagnati", e fugge come la peste le persone noiose, stupide o antipatiche.

      Regola 8: L'Ape è un tipo "vivi e lascia vivere" PURCHE' non si cerchi di imbrogliarla o di farle del male. In questo caso diventa una furia scatenata, la famosa Ape-tigre, infinitamente più feroce della zanzara-tigre, e non ha problema alcuno ad eliminare dalla propria vita chi le vuol male.

      Regola 9: L'Ape è fedele nelle amicizie. Un classico è il suo uso dell'Apitudine per risollevare il morale di amiche con dispiaceri: una bella telefonata piena di frivolezze si è spesso rivelata vincente per distrarre e rasserenare amiche con familiari in ospedale.

      Regola 10: He he, se appena può, l'Ape tende ad infischiarsene delle regole...

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    7. L'1 ce l'abbiamo.

      Il 2 fa troppo Coelho perché in questo momento io possa commentarlo...

      Il 3 più che un aforisma, altra fonte di non poca orticaria ultimamente (:)) dato che ormai chiunque metta insieme 3 parole, possibilmente abbastanza incomprensibili da non voler dire nulla, pensa di essere Wilde, mi ricorda una cosa molto bella che mi mandò mia madre in un momento in cui ero un pochino, ma proprio un pochino traballante: http://b4.to/edclpz

      La 4 ce l'ho ma nel senso di processo costantemente in corso.
      Dubito arriverà mai a conclusione sufficientemente definitiva da potersi dire esaurito, ma penso che ciò sia bene.

      Il 5 celo.

      Il 6 manca, decisamente manca.

      Il 7 celo, decisamente celo.

      L'8 no, ahimé e buon per gli altri, è quello che manca più di tutti.
      Magari l'avessi guarda.
      Molta gente in giro avrebbe molta meno arroganza e sicurezza e molta più consapevolezza che se si ha modo di essere boriosi non lo si deve al poterselo permettere, ma al mio non essermi voluto trasformare in furia scatenata.

      Il 9 è punto delicato, avendo io un'idea dell'amicizia così particolare da averne trovati lungo il percorso forse due in grado di sostenerlo.
      Ed entrambi sono caratterizzati da un punto in comune: la distanza.
      Chissà perché.

      Sulla 10 siamo in attesa di autorizzazione ministeriale.
      Che pare un controsenso ma se non lo fosse non sarebbe un infischiarsene delle cose che avrebbero senso e quindi regola.

      Resto sempre perplesso di fronte a cose come i forum di sostegno morale, ma è problema mio eh!

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    8. 1 Bene!

      2 Mi suona parecchio come un insulto, e pure abbastanza sanguinoso, ma non avendo la minima idea di chi sia Coelho (pur avendolo sentito talvolta nominare) penso che farò finta di niente ;o)

      3 Ho usato l'aforisma di Wilde perché l'ho trovato adatto; certo, se avessi avuto a disposizione quello che ti ha scritto la tua mamma, il punto 3 sarebbe stato ben altrimenti rappresentato. Trovo commovente che tua madre parli dell'interiorità come di un giardino, visto quello che il mio, di giardino (quello reale, fatto di piante e dell'atmosfera che ci si respira) rappresenta per me.

      4 Chiunque crede di 'avere' il punto 4 e non capisce che è un perenne work in progress, potrebbe arrivare a scoprire che in realtà non 'ha' proprio niente.

      5 Bene.

      6 Male. Se non mi fossi aiutata con i trucchi e gli stratagemmi per combattere la falegnameria mentale, non sarei sopravvissuta all'Armageddon che sono stati i due anni passati, e anche adesso, che ci son cose che mi fanno dolere il cuore, farei molta più fatica ad andare avanti e ad aiutare The marit in un momento per lui molto faticoso.
      Ti metterei il link al postappost sulla falegnameria mentale, ma preferisco non mettere su internet, sia pure in un luogo così riparato come questo, l'indirizzo ad un 'salotto' molto geloso della propria intimità (potrei mandarti una mail col link, se t'interessa).

      7 Bene!

      8 C'è un equivoco, quando parlo di furia scatenata, non intendo che urlo, strepito e faccio scenate, macché, intendo che quando arrivo al punto da mandare definitivamente a mangiar prugne qualcuno, sono totalmente implacabile: cancello la persona quasi del tutto (ne mantengo una traccia in un angolino di memoria, giusto per essere sicura di non ricascarci se me la dovessi trovare di nuovo davanti). Se per qualche motivo non mi è possibile cancellare la persona dalla mia esistenza cerco comunque di tenerla fuori dai miei pensieri, e se per caso ci penso non manco mai d'augurarle dal profondo del cuore tutto il male che si merita (mi sa che si capisce che durante i due anni d'Armageddon c'è stato qualcuno che ci ha fatto tanto tanto male, e per pura malignità, a me e a The marit, vero?).

      9 Su questo punto ciascuno si regola a proprio modo.

      10 Io quelli che adoperano la logica per far venire il mal di testa alle povere Api grulline non li sopporto, ecco! ;o)

      Quanto al forum di sostegno, in realtà è più un salotto virtuale in cui si son venute a riunire persone, principalmente provenienti da un forum di giardinaggio, che oltre al giardinaggio han scoperto di avere altri interessi in comune. Si parla di tutto un po' e in molti casi ci si conosce anche di persona.
      Mi ci son trovata molto bene, e ci ho postato un subisso di raccontini buffi (di viaggio, di avventure domestiche, di avventure giardinicole) finché non son cominciate alcune incomprensioni. Adesso mi trovo assai bene coi Caproni, ci son parecchie persone con cui mi fa assai piacere relazionarmi, e comunque la mia 'vena' dei raccontini buffi si è (spero temporaneamente) esaurita.
      Certo che se vado a leggere quello che scrivevo un paio d'anni fa mi viene un po' da piangere: porcapaletta, dov'è andata a finire quella bella leggerezza?

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    9. 2: Ma no, addirittura insulto no!
      Diciamo che una certa "filosofia" piuttosto diffusa, in un modo o nell'altro ciclicamente mi torna tra le scatole e ogni volta che la reincontro mi rendo conto di quanto poco si possa fare per contrastarla e per questo ogni volta che ne incontro tracce, anche involontarie, mi si alza l'antenna.
      Coelho è scrittore che ha sparato fuori una serie di libercoli praticamente uno identico all'altro il cui succo, al netto della storia che ci inventa ogni volta intorno perché non sembrino ristampe, è la ricetta per la felicità del 90% della popolazione invasa da problemi dei quali non conosce né l'origine né la soluzione: se hai dei problemi a vivere il mondo intorno, il problema non sei tu ma il mondo intorno, quindi impegnati tanto tanto a cambiare mondo e vedrai che i problemi si dissolveranno. Per impegnarti a cambiare il mondo intorno ti basterà concentrarti molto così da attivare le energie stellari che cambieranno terra cielo e stelle e tutto diverrà finalmente a tua misura.

      Praticamente prendi l'80% della popolazione, cioè il numero di quelli che hanno problemi di adattamento alla società, separa quelli che vogliono provare a comprendere quei problemi e magari risolverli da quelli che non ne hanno nessuna intenzione perché il lavoro e il dolore necessari sarebbero insostenibili, diciamo la maggior parte, e dai loro un manuale nel quale gli spieghi che dato che loro non hanno nessun problema ma solo caratteristiche atipiche per il mondo normale, è il contesto intorno che non è abbastanza illuminato da incastrarsi con quelle caratteristiche.
      Questo fa sì che il tuo problema diventi addirittura qualità e se qualcosa va cambiato per non viverlo più come problema quel qualcosa è appunto il contesto, per muoversi verso un mondo più a misura delle tue luminosità.
      Praticamente prendi qualche milione di persone che non riesce a risolversi problemi esistenziali con radici decennali, dì loro che non hanno nessun problema anzi sono bellissimi così e che il problema sono le persone intorno che non apprezzano, e avrai venduto qualche centinaio di milione di copie diventando miliardario.
      Questo è Coelho e questo suo essere dispensatore di soluzioni fast per problemi esistenziali lo rende parte di quella categoria di autori che chi ha letto, se lo ha letto per risolversi una personale incapacità che naturalmente ha risolto, sente da quel momento in poi l'irrefrenabile istinto di propagandare a chiunque gli capiti a tiro con quel conosciuto meccanismo dell'evangelizzazione che i guru dei manuali per menti deboli sanno capitalizzare come nessun altro al mondo.
      9 volte su 10 chi incontra Coelho lo incontra perché mentre racconti un tuo problema a un amico/a a un certo punto vedi spuntare puntuale il suggerimento di leggerti Coelho.
      Il Fast food dei terrorizzati da sé stessi e dal percorso per conoscere davvero i propri problemi.
      Naturalmente scrittore di formazione gesuita, come tutti i guru delle filosofie "Risolvi fai da te e in una settimana i problemi che le persone non illuminate come te risolvono in dieci anni di analisi", si posiziona nella categoria "intellettuali" per chi si sente troppo sofisticato per leggere il suo collega più cheap Antony De Mello, quello del manuale per l'aquila che si crede pollo, vero e proprio must per chi ha dei vuoti esistenziali grandi quanto il Grand Canyon ma l'incapacità di leggere più di dieci pagine o di andare a farsi aiutare a scavarci dentro per risolverli davvero.
      C'è un mercato là fuori che rende la marea di disadattati una miniera d'oro e c'è una marea di disadattati che non vede l'ora di riempire di soldi/amore chiunque dica loro che non hanno nessun problema, il problema ce l'hanno quelli con cui hai a che fare.
      Fine presentazione dei guru dell'autocura fai da te Torna-a-brillare-in-due-settimane-stella.

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    10. 4: vedi punto 2 lì sopra, le persone sono le stesse.

      6: io il contrario, è proprio grazie alla falegnameria mentale che sono sopravvissuto a una serie di guerre atomiche che la metà avrebbero fiaccato Conan.
      Ma non credo ci sia una ricetta giusta in assoluto o sbagliata in assoluto, ciascuno ha la sua e io senza la falegnameria mentale oggi sarei ancora qui a pensare che la causa del mio male di vivere fosse risolvibile semplicemente occultandola con una falegnameria mentale uguale e contraria ma, in quel caso, inconsapevole.
      Oggi mi conosco per filo e per segno e so esattamente cosa dipende da me e cosa da chi mi sta intorno.
      Non sono certo arrivato a soluzione, non ci si arriva mai, ma se pensi che prima della falegnameria ero convinto che tutto dipendesse da chi mi stava intorno, capirai che salto in avanti ho fatto nel miglioramento di vita.
      Non insisto per entrare nell'intimità, ma se vuoi condividerla là accanto c'è il famoso tasto ScriviMe che puoi usare quando vuoi e se vuoi.

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    11. 8: no, nessun equivoco, avevo capito cosa intendevi e per quello ho risposto Magari l'avessi.
      Vorrei arrivare anch'io ad augurare più male possibile a chi me ne ha fatto il triplo di quanto io sia in grado di augurare, ma proprio perché c'è e ci sarebbe sempre e comunque una sproporzione tra quello augurato e quello subìto, sproporzione che mi lascerebbe in ogni caso dalla parte di quello che ne ha subìto di più, mi risparmio il nero che anche solo l'augurarlo ti stampa addosso e vado avanti convinto che in genere chi è capace di fare del male, molto male, difficilmente non si troverà prima o poi a subirlo.
      E' questione di contesto e di meccanismi, quando hai in te quello del male non potrai mai prescinderne e per questo non mancherai di circondarti di chi parla lo stesso linguaggio e usa gli stessi meccanismi, anche solo perché soltanto tra simili ci si può sentire accettati e non giudicati.
      Facendo questo ti esporrai al rischio e a meno di un'intera vita a cercare di non creare a tua volta situazioni che attivino i tuoi nuovi compagni di strada, prima o poi scivolerai e allora tutto quello che io ti avrei augurato non sarà nulla in confronto a quello che ti cadrà addosso.
      Io me la cavo così.
      Figurati che al momento la persona alla quale augurerei il male fattomi, non un grammo di più non uno di meno perché tanto non ne sosterrebbe nemmeno un decimo e quindi augurarne di più sarebbe gratuito, mi genera il sentimento della pena.
      Non quella altezzosa però, quella affettuosa.
      Me la immagino quel giorno che tornerà tutto indietro e ti giuro che se potessi evitarglielo lo farei, perché so cosa capiterà.
      Ma non posso, non è lavoro mio.
      A ciascuno la sua vita.
      Magari avessi la capacità di augurare il male si intende questa roba qui, il fatto che quando hai pena di chi ti ha distrutto, sei condannato a non vedere mai qualcuno pagare per il male fatto e, vogliamo sintetizzarla in vendetta, purtroppo quello è sentimento umano che non è facile contrastare.
      Ma si può fare.
      Basta essere parecchio più avanti nel percorso di crescita personale e aver già vissuto ciò che avviene quando il male ti torna indietro, perché ci si spaventi alla sola idea di vedere il proprio nome legato a una tale valanga.
      C'è chi ne va fiero, io ne sono terrorizzato e credo di poterla considerare una conquista non da poco nella mia vita.

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    12. 10: la mia ex, anzi diciamo tutte le mie ex, ti direbbe(ro) "Ti presento Bruno"
      :)
      Però bisogna anche precisare, magari usando un po' di buona logica.
      Il malditesta ti viene perché è finalità di chi usa la logica, o perché ci sono logiche per contrastare le quali la fatica è così imponente che genera malditesta al solo provarci?
      Perché il punto è quello lì.
      Io te lo risparmio anche il malditesta, se non è necessaria la logica sono il primo a guadagnarci, vuoi anche solo in termini di tempo.
      Ma se in assenza di logica tu non capisci che si fa, si lascia tutto così problema irrisolto compreso, solo perché almeno a te non viene malditesta?
      Come funziona nel tuo giardino?

      E comunque qui si parlava di controsenso proprio perché al momento se mi dovessi muovere sulla base della logica dovrei essere in tutt'altra situazione e invece sono qui abbandonato completamente al caso, all'improvvisazione e quindi all'attesa di un qualcosa che logica dice non arriverà mai.
      Quindi come vedi chi sa usare molto bene la logica ha un vantaggio dalla sua: conosce il piacere di abbandonarla completamente quando è il caso o quando crede lo sia.

      Sul lessico grillino non temere, in questa fase di vita sono così scollegato da tutto ciò che è politica che non sono stato sfiorato nemmeno per un istante dal dubbio di cosa intendessi.
      A guardare quel mondo là oggi mi sembra tutto così incredibilmente piccolo, mammamia.

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  5. Ah, punto 10: mi son accorta dopo aver spedito (e qui non si possono correggere i commenti) di aver parlato di 'Ape grullina'.
    Ovviamente intendevo 'Ape non oberata da eccessivo ingombro cerebrale', e NON 'Ape facente parte della schiera dei seguaci del guitto malefico'.
    Se non avessi altri motivi per *detestare* l'orrido mostro a due teste casalgrillo, mi sarebbe sufficiente questa sistematica spoliazione del mio patrimonio lessicale: e 'grullino' non si può usare perché si equivoca, e 'siamo in guerra' (espressione che adoperavo per indicare il periodo di combattimento contro le difficoltà che stiamo attraversando) non si può usare perché se ne sono impadroniti loro, e far discorsi di cambiar nome senza cambiare la funzione (che facevo ai miei discepoli per spiegare loro una complessa faccenda di correlazione tra proprietà fisiche e nomenclatura dei carboidrati) non si può usare perché l'ha usata 'st'altro sul suo blog dell'accidente, e dopo i discepoli magari mi prendon per grillos e mi tocca cacciarli dall'esame per dargli una lezione, e ieri ho pure scoperto che l'espressione 'anima bella', che usavo comunemente, è un 'marchio di fabbrica' di travaglio!
    Non se ne può più, davvero.

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  6. Anonimo10:06

    Ciao Ape grullina,
    secondo me ci hanno separate alla nascita.
    oppure non so, io son nata prima, te dopo, vai a sapere.
    secondo me, sei una cavalla.
    e pure TheMarit, anche se, come ogni uomo, gli manca la gambina dell'Y. portiamo pazienza.
    :)))

    lisa

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  7. Anonimo19:00

    mi si è perso un commento e sono molto, ma molto indignata.
    in sintesi: cara Ape grullina, così a naso sei una gran cavalla (se sei toscana, come mi par di capire da quel "grullina", credo capirai).
    poi avevo scritto anche che secondo me siamo abbastanza simili, ma poi ecco, sembrava che mi auto-incensassi e in effetti il messaggio era un altro.
    comunque anche The Marit mi sembra essere una bella sagoma - gli manca, al genere, sempre un gambina al cromosoma y: ma che ci vuoi fare, portiamo pazienza! ;)

    lisa

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    1. no, è che era finito (vai a sapere perché) nei commenti considerati spam e che per questo vengono ibernati in attesa di mia personale e diretta autorizzazione, archivio che onestamente non vado a controllare quasi mai

      Sarà che il sistema aveva intuito un embrione di coalizione femminile, vai a sapere...
      Vabbé vah, per 'sta volta te lo autorizzo disiberno despammo.

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    2. Che poi, giusto per non perdermi l'occasione della vendetta circa la mia nota e rilevata prolissità che chissà quando mi ricapita l'occasione, mi tocca giusto farti notare che per scrivere "in sintesi" un commento che ti era sparito ne hai scritto uno lungo il doppio.
      Tiè.

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    3. Anonimo10:19

      ma cerrrto che lo sapevo, Cherì.
      è che per spiegare le cose in genere si usano altre 100 parole in più, eqquindi mi pare ovvio che.
      mappoi non capisco la nota polemica, io non ti ho mai detto che sei iperprolisso: che c'hai, la coda di paglia? ;PP

      lisa

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    4. Ciao Lisa!
      No, non son toscana, ma mi piace parlar 'foresto' (e così si capisce che son veneta ;o)), epperò 'cavalla' mi manca del tutto e mi piacerebbe che tu mi facessi la 'traduzione' ;o)
      Anche perché tra i molteplici animali cui mi paragono o vengo paragonata, cavalla mi manca del tutto.
      Che son Ape ognun lo sa, che son ApeTigre lo sanno o lo sapranno prima o poi i malcapitati che han suscitato la mia per altro rarissima ira funesta, che son BiancApe lo sa il mio amico di neurone quando faccio una passata a volo radente su skype solo per scrivere "E' tarditarditardi!" eppoi svolazzar via, che son l'ApeChioccia lo sanno gli infelici che per un motivo o per un altro attivano il mio desiderio di aiutare e proteggere (o meglio, tanto per citare i Peanuts, una delle colonne portanti della mia adolescenza, per far quello che "In termini strettamente medici, si definisce 'impicciarsi'"), da febbraio poi son diventata una CaprApe, e così mi tocca non solo farmi un mazzo tanto per un presente migliore, come ogni Ape che si rispetti, ma anche farmelo per un futuro migliore (vedi te che fortuna che c'ho!).
      Ma 'cavalla' no, finora mi mancava.

      Eccomunque grazie e stragrazie per il bellissimo complimento che mi hai fatto, quando hai detto che a paragonarti a me poteva sembrare che ti autoincensassi :o)))

      Quanto a The Marit, eh, quanto a The Marit...
      Quell'uomo è l'*unico* uomo che garba incondizionatamente sia al mio neurone che al mio ferormone (e tutti e due sono schifiltosi che non ti dico) e questo è un dato di fatto dal primo momento che m'è entrato in laboratorio più di 25 anni fa, bello e sereno e con un'aura di tranquilla competenza attorno, e io, folgorata sulla via di Damasco nel vederlo cambiare un fusibile ch'era dietro allo strumento con una mano sola e senza guardare, non ho fatto caso alla macchia di succo di fragola che lo sciagurato avea sulla camicia... Ahimemì, quanto dovea costarmi quella noncuranza...
      Eccomunque, è quella faccenda lì che il neurone e il ferormone van pazzi tutti e due per lui che lo salva nei non rarissimi momenti in cui avrei un certo impulso ad abbatterlo a padellate, tagliarlo a pezzi e scioglierli in acqua regia... ;o)

      Bee
      (Ecco, non so perché, ma forse il sistema di controllo del blog bloccherà anche questo, di commento, in quanto costituisce ben più di un embrione di coalizione femminile...
      Hehehe: Bruno, arrenditi, sei circondato ;o))

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  8. Anonimo15:27

    "cavalla", qua intorno a Firenze, sta per "persona in gamba", con un certo tono tra l'ammirato e il divertito, tutto qua. :)
    (non ho capito la storia della capra, però)

    ah, dopo tanti commenti in solitaria è una bella soddisfazione avere almeno una presenza femminile commentante!!

    lisa

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    Risposte
    1. Bello 'cavalla'!
      Piace.
      (The Marit, però, mica è un cavallo, più che altro un mulo... Hehe, facciamo pure due, va', ché quella volta è stata adoperata abbastanza ostinazione e testardaggine da poterne fare almeno un paio).

      La storia della capra è presto detta: http://movimentocaproni.altervista.org/blog/de-ki-pli/
      Dopo le elezioni di febbraio m'è preso un accidente secco quando ho scoperto che così tanta gente s'era bevuta la storia di Mangiafuoco e aveva creduto che se loro non eran potuti arrivare al Paese dei Balocchi era perché c'era un 'gombloddo', e ho cominciato a cercare di combattere le truppe cammellate dell'orrido mostro a due teste Casalgrillo con le truppe caprellate del Buonsenso.
      E frequentando i Caprons ho conosciuto Bruno, e ho subito capito che era un Maestro della Logica, e ho fatto un giretto qui e ho trovato questo http://ilmiomanifesto.blogspot.it/2013/04/tutte-le-strade-portano-roma-tranne.html e il mio entusiasmo è stato incontenibile.
      E siccome io non sono molto brava in Logica ma ammiro moltissimo i Maestri della Logica (mi sento una cinciallegra a cui piace stare vicina alle aquile, marò che bestiario che sono, farei meglio ad andare a lavorare in un circo) è andata a finire che ogni tanto facevo un giretto da queste parti, e a un certo punto ho anche cominciato a commentare.
      Così ci ho anche guadagnato una sorella perduta alla nascita, e ciò è bene.

      Bee

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