28 febbraio 2014

Brevi

Si pensava che Facebook avesse segnato il confine tra il mondo sviluppato e l'avvio del processo di involuzione umana.
Ora il problema è come definire Twitter.
Non si regge più.
Passino le 12enni che si fotografano le tette per elemosinare attenzione, hanno l'alibi dell'età e dell'assenza di strumenti alternativi ancora da sviluppare, passino le star che ne sfruttano la possibilità di essere palco aggiuntivo, hanno l'alibi del mutuo e della professione, ma si voti al più presto il divieto per ogni politico di servirsene perché il problema non era ridurre la capacità di lettura della massa votante ancora più di quanto fossero riusciti a ridurla il cavaliere e Beppe Sai Baba Grillo, ma di invertire proprio quella tendenza per cercare di salvare il salvabile.

Personale nota fuori contesto:
Ringrazio PdM e consorte per il consiglio di lettura.
In nome della Madre, libro che si legge in un'ora (e sul quale vale la pena aggiungere pure personale lode a chi ha pensato il progetto grafico finalmente considerato al pari del contenuto) è un libro meraviglioso e lo dico dalla mia sedia di ateo che più ateo non si può.
Quanta delicatezza e bellezza sia capace di contenere in così poche pagine non si può descrivere.
E anche chi se ne frega se l'autore ha recentemente ribadito il suo filoterrorismo.
Anche Polanski non vanta quella che si può definire una bella fedina penale ma non per questo Luna di fiele smette di essere un gran cazzo di film.

Secondo step del percorso verso il mio avere un'agente.
Fatta nuova riunione, dichiarata disponibilità a farlo anche in incognito se così preferirò.
Devo ancora capire come si possa essere agente di qualcuno in incognito visto che il meccanismo della rappresentanza vede il processo essere esattamente il contrario, ma quel che è certo è che più si alza l'offerta di elementi finalizzati a non oscurare il nome, più significa che nel settore devo aver raggiunto un potere contrattuale persino superiore a quello che io misuro ogni giorno direttamente, che già è oltre ogni aspettativa di qualche anno fa (non è vero io ci ho sempre creduto!).
Cioè non sono l'attore che per avere contratti ha bisogno delle relazioni di un agente, sono il calciatore che vede fuori dalla porta la fila di procuratori che si propongono come agenti per i contratti che io garantisco.
Il problema è che io temo di non saperla gestire questa cosa qui, che una volta fatto il salto mi  ritrovi dentro una cosa enorme che se enorme lo è diventata è proprio perché mai mi è interessato che lo fosse.
E però a furia di non pensare a cosa avrei voluto essere da grande, grande lo sono diventato.

Sarai orgogliosa di me, ti regalerò questo.

5 commenti:

  1. Felice ti sia piaciuto. In quante lacrime ti sei sciolto? E in cambio, che ci consigli, di altrettanto TANTO?

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    1. In effetti il problema lacrime, che dato il tema mi aveva fatto approcciare la cosa con un po' di cautela, non si è per fortuna affacciato.
      Non so se a causa del mio appunto essere fuori dall'idea religiosa o se dal mio, diciamo così, particolare vissuto materno, ma per fortuna nessuna lacrima, solo tanta tanta tanta dolcezza e, lo ammetto, un filo di comprensione in più su cose che a noi uomini sono (lo vogliamo dire "purtroppo"?) precluse.

      Il passaggio sul fatto che la maternità sia un dono non in quanto tale ma per sottolivelli fino a oggi da me mai esplorati come per esempio il fatto che un corpo femminile sia in grado di generarne uno maschile e che sia questo il vero e proprio regalo esclusiva della donna, l'ho trovato profondissimo (e mi pesto le mani per come l'ho ridotto io qui per poterlo indicare).
      Sarà un problema mio di livello di partenza, vai a sapere, ma ci son cose che quando arrivi a fine frase non sei quello che eri all'inizio e quella è una di quelle.

      Cosa suggerisco in cambio di altrettanto tanto?
      Uhm...nulla in realtà perché appunto il mio livello di partenza mi permette di riconoscere (o non) il tanto solo quando è qualcun altro che me lo indica come tale, non quando i ruoli si invertono.

      Quando mi chiedono titoli che mi abbiano colpito e che secondo me andrebbero comunque letti anche se il giudizio non fosse il mio, volo piuttosto basso (non in termini di qualità ma di nomi pomposi da grandi numeri) e penso a
      "Maurizio Maggiani - E' stata una vertigine"
      Un romanzo delicato quanto il suo autore che va bene quando si ha bisogno di credere che quel fatto là esista ancora e sia possibile.

      Ma soprattutto, se ti vanno i racconti che stanno a metà tra l'invenzione e il racconto politico, ti direi di non perderti
      "Babsi Jones - Sappiano le mie parole di sangue"
      Un libro piuttosto duro che a prescindere dalla tua posizione sulla guerra in Bosnia ti restituisce al mondo con uno sguardo di sicuro più completo.

      Ma io sono uno di quelli il cui primo libro fu Pattini d'argento e poi il nulla per anni e anni fino a ricominciare anni dopo scoprendo i libri sull'amore partendo da
      "Bret Shapiro - L'intruso"
      un libro uscito negli anni in cui l'aids cominciò a essere paura sociale che raccontava la storia d'amore di un uomo che accompagnò il suo compagno alla morte sul morbido delle sue cure e del suo amore.
      Una roba da straccia budella che non t'immagini...
      Capisci che faccio poco testo, tra me e gli Harmony la differenza è solo quella cosa là nemmeno troppo ingombrante che c'ho tra le gambe.

      Però aspetta...mentre pensavo ai libri categoria madre (non per consigliarti quelli ma perché su quel tema ci ho aperto il commento) mi è venuto in mente un libro davvero bello che se ti è piaciuto questo di De Luca secondo me potrebbe piacervi altrettanto:
      Marina Mander - La prima vera bugia
      Un libro pazzesco che sì, in conclusione e arrivatoci a colpi di percorso a ritroso mi sento di consigliarti.

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  2. E bene, me li vado a cercare.
    Perchè Babsi Jones mi racconti una cosa che ho visto con gli occhi, e con una parte del mio sangue che viene dall'altra parte del mare Adriatico.
    E che posizione posso mai avere, se non quella delle mie radici. Perchè stracciarsi le budella è pur sempre un modo di sentirsi vivi, in qualche modo.
    E se non lo conosci, "Mandami a dire" di Pino Roveredo, vale la pena.
    E grazie, ancora.

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    1. Allora non credo che il tuo sguardo, al contrario del mio, abbia bisogno di parole raccontate per farsi più completo, quindi prendi il suggerimento come dato da parte di chi non poteva sapere che tu.
      Spero per questo che la particolarità della posizione dalla quale racconta lei, che giusto per inquadrare il lato dal quale racconta il tutto arriva quasi a giustificare Srebrenica ed è per questo che ho parlato di libro duro, non sia motivo di ulteriore dolore che certo non era mia intenzione sollevare.

      Non l'ho comprato né lo suggerisco perché ne condivida le posizioni, ma solo perché sono posizioni che bisogna conoscere e se vanno conosciute trovo che vadano conosciute da chi le scrive in quel modo.
      Per questo ho utilizzato "Più completo" e non "Più giusto", tutto qua.

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    2. P.S. A questo punto fammi sapere, mi piacerebbe.
      Ché chi cerca lo sguardo completo sa bene che non lo sarà mai in assoluto e che quindi ogni goccia è importante quanto le altre ai fini della somma.

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