1 aprile 2014

Swan

Mario Bros da grande faceva l'attore, faceva lo speaker, faceva le mostre, faceva l'amante, faceva tutte le cose che si fanno quando si è belli, quando si è eleganti, quando si ha la voce profonda, quando si è capaci di portare il mondo ai tuoi piedi senza chiedere nulla, finché.
Finché il mondo una notte di tanti anni fa decise che quel confine oltre il quale c'è il punto di non ritorno era troppo vicino per non essere visto e allora sarà stato il buio, era notte, sarà stato l'alcool, era tanto, sarà stata la fatica, era decennale, ma quel confine non lo vide proprio e non solo per il suo essere segnalato poco e male, così quel punto di non ritorno venne oltrepassato quella notte in cui la vita improvvisamente nel giro di pochi secondi e pochi metri prese di peso Mario Bros lo sollevò in volo gli fece vedere tutto dall'alto e poi, lasciandolo andare, in un istante gli tolse tutto.
Anzi no.
Gli tolse quasi tutto.
Gli tolse la voce profonda, gli tolse la bellezza,  gli tolse l'eleganza, gli tolse gli strumenti, tutti in un colpo solo, ma non gli tolse sé stesso, quasi a dirgli Così basta, se vuoi in un altro modo potrai, ma non sarà mai più così e adesso impara un altro modo se sei capace.

Sono passati più di dieci anni nei quali Mario ha guardato Mario Bros stare in equilibrio su quel filo sotto il quale c'è il vuoto senza andare né avanti né indietro, immobile in mezzo al vento, alle tempeste, agli oggetti lanciatigli addosso e lui sempre sul filo in attesa di fare un passo, Mario a chiedersi come facesse a non cadere e cosa aspettasse a fare il passo quel Mario Bros che Mario sapeva capace di qualsiasi passo, Mario a sbagliare a fare il tifo quando era necessario il silenzio e a stare in silenzio quando era necessario fare il tifo, Mario raramente non sa quale sia la cosa giusta e quale sia il momento giusto ma con tutti tranne che con Mario Bros con il quale è riuscito a sbagliare quasi sempre sia la cosa che il momento e per questo Mario gli stessi anni li ha passati su un filo parallelo altrettanto sottile, altrettanto sospeso sul nulla, a cercare di stare in equilibrio anche lui ma finalmente non per emulazione bensì per ammirazione e, dopo i primi anni interamente sbagliati, in silenzio.

Esiste una sola persona al mondo di fronte alla quale Mario ha imparato a stare in silenzio e quella persona è Mario Bros e vanno a cena, escono, si incontrano e finché Mario Bros non parla Mario non parla, se Mario Bros sta in silenzio Mario sta in silenzio e Mario Bros l'altra sera dice a Mario che accadrà una cosa che non accadeva da più di quindici anni e che quella cosa lo spaventa, lo spaventa tanto ma la vuole fare e dice a Mario che vorrebbe lui ci fosse, che vorrebbe saperlo seduto in sala.
Mario ci sarebbe andato anche a piedi e infatti ci è andato a piedi convinto di essere solo e invece c'erano tutti e ognuno di noi ha messo in pausa la sua vita e le sue guerre per essere lì, tutti, insieme, o quasi, e per una volta siamo stati tutti nello stesso posto con il destino a occuparsi di farci sedere così come ci vogliamo bene, i più vicini vicini il più lontano lontano senza che nessuno l'abbia dovuto far accadere, ma tutti lì, tutti un po' commossi, tutti impegnatti a non farlo vedere, ciascuno con i suoi dieci anni dentro il cuore e forse più paura di lui ma pronti a saltare sul palco e salvarlo se il mondo gli fosse crollato di nuovo addosso.
Non gli è crollato addosso e Mario si ricordava di cosa gli disse Mario Bros chiedendogli di esserci e lo disse a tutti gli altri che Mario Bros dopo voleva essere lasciato ai suoi amici, di non aspettarlo, non l'abbiamo aspettato, se non per tutti i dieci anni precedenti e cos'era un minuto in più o in meno, ha chiesto di lasciarlo, lasciamolo, saprà tornare a casa, se vorrà.

Mario non voleva stare da solo quella sera ma tutti erano da soli quella sera, insieme ma ciascuno da solo, e allora torna in albergo da solo, va a mangiare da solo, Mario Bros diceva di non voler stare da solo quella sera e invece torna a casa da solo, a mangiare da solo, ciascuno degli altri torna a essere quello che siamo sempre stati tranne quella sera e cioè tanti da soli, mentre Mario entra in albergo saluta il custode che gli dice Mario vuoi il riscaldamento? No grazie, davvero a posto così stasera, entra in camera, gli suona il telefono, è un messaggio, è ora della femmina quella e Mario si veste da risponditore di messaggio della femmina e prende il telefono e apre il messaggio e non era la femmina, era Mario Bros che come sempre parla per per primo e scrive per primo e scrive una delle cose più belle che Mario Bros abbia mai detto e l'ha detta a Mario, di notte, dopo quel palco, dopo quindici anni di silenzio o del suo opposto sbagliato, dopo l'inferno, quattro parole e il mondo intero dentro, era tardi ma voleva dirgliele, non parla mai Mario Bros se non vuole dire una cosa in quel momento e per questo non era tardi, non è mai tardi, è stata la cosa giusta, è stato il momento giusto, Mario Bros li ha sempre saputi scegliere meglio di Mario e nessuno saprà mai cosa c'era scritto, nessuno, mai, solo Mario, che le ha sempre sognate, e Mario Bros, che non le aveva mai dette.

Nessuno riuscirà mai a separarci, nessuno.
No, non erano queste le parole, queste sono quelle con cui io sono andato a dormire.
Ho paura disse a Mario il giorno prima.
Anch'io, pensò Mario, da sempre, ma poi alla fine il mondo continua ad applaudirci e noi siamo ancora in piedi a testa alta, senza mai perdere quella paura così che ogni giorno allo specchio possiamo ricordarci coraggiosi, pronti a cadere da qualsiasi altezza ma fieri, per scelta, quelli come noi possono cadere solo per scelta.

Quanto era grande su quel palco.
Pesantissimo eppure volava.
E noi con lui.
Ciascuno all'altezza dei propri intimi sogni.
Quando dopo questi quindici anni quello sul palco era lui e quelli seduti a stringere i pugni eravamo noi, la vita si compie.






2 commenti:

  1. ma che meraviglia, leggere cose così. ma che meraviglia.

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    1. Meraviglia, sì.
      è il termine più adatto all'occasione

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