In vista del nobile ruolo che in quanto ospiti noi italiani, in particolare noi (ex) milanesi, svolgeremo nei mesi dell'Expo 2015, ruolo che ci porterà ad accogliere da padroni di casa i milioni di stranieri che si prevede verranno a visitare la fiera con la quale l'Italia offrirà al mondo la possibilità di godere delle sue eccellenze, della sua cultura e della sua società, avrei deciso di portarmi avanti mettendo me stesso al servizio degli stranieri che dovessero già adesso essere impegnati nella pianificazione del loro viaggio e quindi nella verifica della capacità ricettiva del capoluogo Lombardo.
In questa puntata mi occupo delle esigenze fondamentali e urgenti e in particolare del sistema che il comune ha messo a disposizione di chiunque abbia bisogno di informazioni e/o aiuto.
Chiunque utilizzerà per i propri spostamenti la modernissima metropolitana milanese caratterizzata da una frequenza all'altezza della città famosa per il suo ritmo produttivo, potrebbe trovarsi ad avere dai sette ai dieci minuti di attesa tra un treno e l'altro anche in ora di punta durante i quali si avrà tutto il tempo di contattare l'operatore d'emergenza attraverso la linea a disposizione dell'utenza.
Non potendo contare su un inglese all'altezza delle necessità di chi da ogni parte del mondo in questo momento sta navigando sul web per raccogliere informazioni, mi farò aiutare dalle immagini così da rendere immediatamente riconoscibile l'oggetto del mio aiuto.
Nella stazione della metropolitana Wagner, non ho verificato altrove, l'utente giapponese che dovesse aver bisogno di contattare qualcuno per cercare informazioni o aiuto, dovrà cercare questo oggetto qui:
Sta su un muretto con dietro un cartello con le istruzioni per usarlo.
In italiano.
Se il turista ha meno di quarant'anni, auguri.
Se passandoci accanto doveste vedere qualche straniero che lo fissa immobile, schiaritevi la voce, abbottonatevi la camicia e partite con una filippica sull'artista italiano famosissimo che per accogliere lo straniero lungo la strada che lo porta all'expo ha disseminato Milano di queste istallazioni artistiche a tema archeologia industriale.
Nella migliore delle ipotesi in quanto giapponese non se la sentirà di offendervi dicendo di non essere troppo convinto e per questo farà sì sì con la testa ringraziandovi per la lezione in esclusiva, nella peggiore dovrete tenere botta al massimo per quattro minuti, dopodiché se nessun latinos di tredici anni nel frattempo lo avrà accoltellato per portargli via l'ologramma che vi stava mostrando per spiegarvi che per lui "Tele-fòn? This is phone! Olophòn!" è probabile che correrà a prendere il metrò prima che voi abbiate finito il vocabolario a vostra disposizione se non quello dei termini con i quali da anni state cercando di far capire a chiunque non sia di Milano che Milano è una capitale europea solo per chi non ha mai visto una capitale europea.
Una qualsiasi.
Tipo Torino per esempio, città nella quale il metrò passa ogni 2 minuti a qualsiasi ora ed è computerizzata senza macchinista già da un secolo senza tutta la caciara che milano sta facendo per mostrare alla città i due vagoni che in sei anni è riuscita a mettere sull'unica nuova linea costruita e composta da tipo sei fermate, tutte naturalmente ben lontane dall'aeroporto.
Però arriva allo stadio dove ovviamente fa capolinea, giusto per capire il senso del quadro generale di cui quell'installazione artistica là sopra è sintesi perfetta.
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