7 febbraio 2014

Il casalingo di Voghera

Il tema dell'incontro con gli investitori su richiesta del cliente viene veicolato attraverso la metafora del sistema solare, anelli orbite e tutte cose intorno al brand principale che fa la parte del sole, c'è da fare i jingle video e il walk-in (dicesi Walk-in i video e gli audio che girano in loop mentre la sala si riempie), Bruno prende gli anelli progettati dal grafico ci appiccica i brand satellite li accompagna con i materiali di ogni brand e in mezzo ci mette il brand madre, roba scolastica che meno di quello ci trovi solo lo sportivo che dice di sentirsi più forte bevendo quel succo di frutta, livello che peraltro ancora ha la sua bella fetta di clienti che da lì non li sposti manco a cannonate dove il "da lì" non è da ricondurre all'idea del testimonial ma alla faccia da avanguardisti che fanno quando te lo commissionano, il cliente vede le prove video approva gli anelli ma chiede vengano eliminati i brand collegati perché, dice, così sembra un sistema solare, cioè la metafora richiesta, e non va bene.

Un mese fa, ore quattro del mattino Bruno riceve una mail, il testo è il seguente:
"Ciao Bruno
I punti e le virgole sui numeri vanno bene
Non cambiare nulla anche domani mattina
Puoi solo alla quart’ultima pagina c’è una virgola su XYXYX (1.952)
Puoi inserire il punto pf?"

Settembre, sala prove con la cliente interno giorno, controlla i materiali, approva, boccia, boccia, approva, modifica, conferma, arriva a un'immagine nella quale ho messo una parte del testo in corsivo, sobbalza "No questo no!"
Alla mia richiesta di motivazione, necessaria per comprenderla e tradurla sui testi da quel momento in poi, assume sguardo da che domande fai e mi spiega che "Il corsivo no perché gli assicuratori hanno bisogno di certezze".

Un giorno quando il mio saper far sentire normale gente che normale non è mi avrà fatto finire di pagare l'atollo in Oceano Indiano e potrò finalmente parlare, scriverò un libro sui miei primi quarant'anni e il mondo scoprirà uno spaccato dell'industria italiana che tutti dovrebbero conoscere e invece sta nascostissimo.

Poi ci metterò il capitolo finale, che racconterà quel giorno in cui i miei anni a lamentare assenza di coraggio nella comunicazione italiana sono stati completamente inceneriti dall'unica occasione in cui mi fu data la possibilità di dire un sì o un no che non avevo percepito essere determinante finché non vidi, troppo tardi, le conseguenze del mio parere.
Era una campagna sociale, tema duro, l'occasione rara per chi sogna l'azzardo, immagine creata dall'agenzia molto forte, volutamente dirompente, finalmente coraggiosa, quelle immagini che per sintesi si dice "urtano la sensibilità", quelle campagne che quando le vedi all'estero dici sempre che in italia non si avrà mai il coraggio di farle, la padrona dell'agenzia mi chiama per altri discorsi nostri, mentre sono lì entra la ragazza con le prove di stampa, lei prende la stampa me la passa e mi chiede di dire cosa ne pensi, guardo l'immagine, chiedo su che media andrà, se sarà nazionale, scopro che sarà nazionale tv in prima serata, mi vesto da famiglia a tavola, guardo la tizia e le dico "Non potete passare questa roba a ora di cena, quello che per voi è pennellata di colore per la famiglia è schizzi di sangue e nella parte bassa tagliata via dall'immagine la gente ci vedrà un corpo a pezzi, non può andare in prima serata ve la boicotteranno", non c'era sangue, non c'erano corpi, era tutto sott'inteso, solo un paese arretrato avrebbe considerato quell'immagine un'immagine che avrebbe disturbato, in qualsiasi paese con una cultura visiva mediamente educata quell'immagine sarebbe stata la cosa più opportuna e adeguata all'effetto necessario, era perfetta, efficace e nello stesso tempo non cruenta nonostante lo fosse il tema, io sentenziani il mio no e la bocciai, venne cambiata l'immagine e il progetto originale venne buttato per sostituirlo con uno più morbido e adeguato alla sensibilità della prima serata.
Credevo sarebbe stato un parere ascoltato tanto per e invece decretai la bocciatura di una campagna che ho sempre detto l'italia non avrà mai il coraggio di fare, quel giorno l'agenzia lo ebbe, a non averlo fui io e non mi perdonerò mai la direzione che prese la mia mente al bivio di quell'istante, né basterà a risolvermi il problema il trucchetto mentale che adotto ogni volta che ci penso per perdonarmi e cioè il mio dirmi che se mi avessero detto che sarei stato determinante forse avrei azzardato, perché che me lo abbiano detto o meno io ero e perfettamente consapevole del peso che viene dato alla mia parola in alcuni posti e per questo dichiarata o meno che fosse, quella era una richiesta di approvazione e quindi occasione mancata senza attenuanti possibili.
Se vi troverete un giorno in una discussione sul coraggio nella comunicazione italiana, nel punto in cui se ne attribuirà l'assenza a figure professionali impersonali mai definite ma per logica esistenti, siete autorizzati a dire che voi ne conoscete uno.
Dare il mio nome a ciascuna di quelle impersonali facce è il minimo a cui devo essere condannato per quell'istante in cui dissi no e fu no e a voi per colpa mia fu sottratta la possibilità di crescere.
Il perché è una cosa molto complicata da spiegare ma dietro la banalità della comunicazione italiana c'è spesso gente che voi considerate tutt'altro che banale, guidata da processi e meccanismi per spiegare i quali di capitoli ce ne vorrebbero non meno di dieci e forse comunque nemmeno li capireste.
Ma è così, è colpa mia nella stessa misura in cui è merito mio.
I Luttazzi non vanno in tv perché a scegliere c'è gente come me che ce li vorrebbe.
Perché la forza stia in equilibrio sono necessarie contrapposte e consapevoli fragilità, l'equilibrio è tale solo quando si è cresciuti abbastanza da non aver più timore di metterle entrambe sulla carta d'identità e un giorno troverò anche il modo per spiegarla bene questa cosa perché fino a ieri nemmeno le avevo in mente, ora le ho in mente anche se non le so spiegare, un giorno le saprò anche spiegare e il cerchio sarà chiuso.

Nel frattempo per te, che chissà dove sei oltre che in ognuno dei miei passi.
Quel che credo di poter dare per certo è che non sei più qui e così sia, ma che bello che è stato quel colpo di vento, che profumo di pulito, di aquiloni colorati, di possibile.



8 commenti:

  1. @ Lisa: consiglio spassionato: tieniti particolarmente stretta il fidanzato, ché questo, dopo l'ennesima delusione con una fanciulla, mi pare pronto a spiccare il salto della quaglia - non foss'altro, perché, come noto, "di là" trombano molto di più, e dopo quattrocento giorni di carestia ogni buco è galleria... :-p

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ehi...bbbbambino....piano colle parole.
      Delusione lo dici a tutte le altre prima e dopo di lei.
      Lei è come la C di AC-DC, è unità di misura, non può essere unità misurata.

      Qui non c'è alcuna delusione, c'è presa d'atto e manco un grammo di suono meno che bello intorno.
      Era incluso nell'azzardo, poteva andare come no ed è stato (evidentemente) no, delusione è quando non pensi possibile un no, non quando certo non te lo auguri ma lo metti tra le ipotesi probabili.
      Manco mi fosse passata sopra con un carroarmato avrei parlato di delusione tanto è enorme come valore personale.

      Detto questo, amico mio, è un po' che non proviamo a organizzare una birrina....su...dai....non credi sia giunto il momento di vederci?...facciamo come con Lisa che mi prendo qualche giorno e vengo a trovarti?...eh?...eh?...eh?...belva?....

      hihihi

      Elimina
    2. Approposito...tu vuoi fare Lionel o Darius?

      Elimina
    3. Peccato che la birra non mi sia mai piaciuta... vabbè, facciamo un margarita e ci sto. Giusto il tempo di farmi recapitare queste

      http://www.porschemania.it/discus/messages/815/611659.jpg

      e questo

      http://www.garuyo.com/web/media/images/images/DSC05964.JPG

      e si organizza senza problemi, ok?

      Elimina
  2. Anonimo14:12

    scusate non comprendo ma non erano "300"?
    comunque le delusioni sono frutto del dare troppo affidamento alle aspettative........ che ultimamente vendono demonizzate dai piu' ed io non ho mai capito perche'. credo sia naturale avere delle spettative ed avere pure delle delusioni........
    in tal caso ........ appunto citazione da "300"
    "efialde...............ti auguro di vivere in eterno"

    con ossrrvanza 5o

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Erano 300 cosa?
      Chi?
      Uhm...mi sfugge il riferimento...

      Elimina
    2. Tò, fatte 'na curtura (min. 2.44):

      http://www.youtube.com/watch?v=kXmeCKVGCho

      Se riesci a guardarlo dall'inizio alla fine, hai tutta la mia stima: io non ce l'ho fatta, confesso (... e che qui non son manco 5 minuti: il film intero è di due ore!).

      (Quale sia il collegamento col tuo pezzo, mi resta comunque completamente oscuro: a meno che non c'entri per qualche tortuosa via la delusione di Efialte per non esser riuscito ad arruolarsi http://www.youtube.com/watch?v=m5n7DLUE4zo)

      Elimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina