16 luglio 2014

C'è un perché e anche un percome e anche un perquando

Alle sei di stamattina rispndo a un commentatore che, da altre parti, esponeva il solito tentativo di presentare la critica a Travaglio come l'espressione della fedeltà a Renzi, suo attuale obiettivo.
Dato che ne è uscita una cosa piuttosto articolata che in qualche modo prosegue il discorso che porto avanti qui da tempo aggiungendone un tassello contemporaneo, la riporto anche qui così da averne menmoria e archivio prima che scompaia nei meandri dei fiumi di commenti.

Perché sì, pare impossibile ma quella roba lì sotto è un commento, in risposta a questo:
"Il Travaglio di oggi è il medesimo di ieri. La stessa persona che dava del mafioso e del p2ista a Berlusconi mandando in brodo di giuggiole i suoi accaniti lettori di sinistra. Gli stessi lettori che oggi si indignano contro Travaglio perchè osa impunemente infangare Renzi riservandogli il medesimo trattamento."

"Esatto.
Solo che quello che tu (voi) vedi a forma di paradosso è in realtà esattamente la prova del suo non esserlo.
E preparati perché per spiegartelo ti tiro fuori dodici pagine di perché.
Se il dubbio non era buttato lì a cazzo e ti interessa saperli, prenditi un caffè, siediti e goditeli perché ci sono e sono tanti.

Travaglio è "iniziato" con Berlusconi, non aveva un storico precedente a fare da contrasto e cartina di tornasole, lo si è conosciuto così.
Forma e contenuto nel giudizio dei suoi accaniti lettori di sinistra coincidevano, Berlusconi aveva palesemente alle spalle il mondo del sottobosco illecito di questo paese e Travaglio non faceva altro che fornire gli appigli formali a certezze che, per essere tali nella mente delle persone intellettualmente oneste, chiedevano di poggiare su qualcosa di più solido della sola antipatia o sospetto.
La forma era legittimata dalla necessità del contenuto e non c'era motivo di pensare che il contatto tra le due sfere non fosse altro che il risultato del tempo necessario per esplorare quel contatto fino a renderlo evidente, tempo che solo chi dedica tutti quegli anni a leggersi ogni pagina di indagine uscita su quell'uomo poteva mettere a disposizione di chi non l'avrebbe mai avuto, pagandosi il mutuo in maniere diverse ma temporalmente altrettanto invadenti.
Poi un giorno Berlusconi iniziò, contro ogni previsione fatta in ogni singolo giorno di questi vent'anni, a percorrere la parte discendente della sua parabola e tutti quegli anni acquisirono improvvisamente un senso, c'era davvero la mafia dietro, aveva davvero dietro il potere economico della nazione ed è per quello che quella parabola ha invertito la pendenza nel momento in cui quel potere l'ha abbandonato.
Quel giorno si liberò un'area fino a un istante prima impensabile e quell'area fu occupata, anche per manifesta assenza di persone capaci di incastrarsi millimetricamente nella forma di quel vuoto che poi era l'unica possibilità di occuparlo realmente, dall'unico che di Berlusconi condivide la forma, la spregiudicatezza, l'arrivismo, il contorno, pur non condividendone la sostanza, il merito, il contenuto.
Quel giorno avvenne una seconda cosa in contrasto con le previsioni fatte fino al giorno prima e altrettanto impossibile da prevedere: Travaglio sembrò non accorgersene.
Tutti lo vedevano, c'era persino chi faceva caroselli con le auto in piazza tanto era evidente, tutti tranne lui, che come in un gigantesco giorno della marmotta si svegliò la mattina dopo prendendo lo stesso caffé, lavandosi la stessa faccia, aprendo lo stesso piccì e scrivendo lo stesso identico articolo.
Ma come, ci siamo chiesti tutti, ma non lo vede che non c'è più, che non comanda più, che la mafia non ha vinto, che quelli che fino a ieri ridevano in faccia ai contestatori certi dello scudo d'impunità anche culturale del quale grazie a lui godevano, quella mattina dopo si sono chiamati Latitanti, le elezioni li hanno decimati, la giustizia c'era, lui è stato condannato, le indagini si facevano, i suoi amici sono dovuti scappare in nazioni che ce li hanno rispediti indietro, nazioni che se avevano scelto per la fuga consideravano amiche che a sua volta significa che nemmeno gli amici li vogliono più, non esiste più angolo del mondo nel quale possano dirsi superiori alla legge, non era finito il berlusconismo era finito Berlusconi e l'unico che sembrava non essersene accorto era quello che pensavamo conoscesse meglio di tutti quello di cui parlava.
Oggi per curiosità dopo il suo editoriale sono andato a leggermi cosa scriveva del Piano di Rinascita quando Berlusconi era ai massimi.
Impressionante, potresti sovrapporlo a quello di oggi e nessuno noterebbe alcuna differenza.
Non è possibile.
Nemmeno se al posto di Berlusconi ci fosse davvero arrivata la figlia potresti oggi dire le stesse cose, gli stessi collegamenti, le stesse analisi, perché Berlusconi era Berlusconi, era Silvio, con la storia di Silvio, gli amici di Silvio, Mangano di Silvio, Milano2 e 3 di Silvio, Dell'Utri amico di Silvio come non lo potrebbe mai essere della figlia, l'amore dell'elettorato di Silvio che voterebbe Marina senza batter ciglio ma non la amerebbe come ha amato lui, non c'è materialmente più il mondo di Silvio del quale parlare come parlavi del mondo di Silvio e non puoi non essertene accorto, se non te ne sei accorto non sei tanto sveglio come credevamo.
Oppure per vent'anni non hai parlato di Silvio, ma di qualcosa che volevi dire del quale Silvio era il veicolo perfetto.
E allora in quell'istante un click nella mente, Silvio non era il contenuto, era la forma, solo che non potevi vederlo perché coincidevano, erano interscambiabili, non evidenziavano la necessità di distinguerli perché era impossibile, anzi inutile, farlo.
Cazzo ma vuoi vedere che questo ci ha fregato per vent'anni né più né meno di quanto ha fatto Silvio ed è per quello che Silvio ha detto che Travaglio è il giornalista più intelligente in Italia?
Capisci che non era ironia, che lo pensa davvero, perché entrambi hanno per vent'anni fregato esattamente quelli che mai avrebbero dubitato della loro sincerità e chiunque ci riesca è chiaro che riconoscerà nell'altro la medesima intelligenza, non lo facesse smentirebbe la propria.
E allora in quel momento il tuo livello d'attenzione critica passa da Defcon 3 a 2, occhio perché potrebbe davvero non essere finita, Berlusconi può sopravvivere a Silvio e a dare il via a questo processo rischia di essere proprio quello dal quale non ce lo saremmo mai aspettati.
Allora scopri che il problema risiedeva nella forma, non nel contenuto ed è per quello che rimosso il contenuto, quello che per noi era tale, la forma è rimasta uguale.

Il problema non è che oggi infanghi Renzi, ma che lo abbia posizionato nello stesso identico punto nel quale fino a ieri ci aveva detto esserci Berlusconi mentendoci, solo che oggi l'abbiamo capito che quello che ti presenta come contenuto è in realtà la forma, il veicolo, e quindi oggi, che uno storico a fare da cartina di tornasole l'abbiamo, la domanda "E allora qual è il contenuto" ce la siamo posta, ieri non ne avevamo la necessità, coincidevano e quindi la risposta era implicita, oggi non lo è più, forma e contenuto non coincidono più.
Di Renzi si può dire tutto, io stesso lo considero il prodotto più ovvio del berlusconismo, non sono in alcun modo in grado di dire che farà il bene di questo sciagurato paese e chi mi segue qui sopra potrà testimoniare che sono sempre attento a segnalare che un rischio di deriva autoritaria se 'sta roba che sta progettando sfugge di mano c'è eccome.
Ma non è una mafioso piduista.
E' il prodotto del berlusconismo ma non è Berlusconi.
E' spregiudicato come Silvio e simpatico un po' meno (anzi molto meno) di Silvio, ma non è Silvio.
Non ha la storia di Silvio, il percorso di Silvio, i Mangano di Silvio, i Dell'Utri di Silvio condannati per mafia e se fino a ieri ci spiegavi che Silvio era pericoloso non in quanto Silvio, tu stesso lo dicevi simpatico, ma in quanto circondato da Mangano e Dell'Utri, in quanto nato sui soldi della mafia, o tu oggi tiri fuori altre tonnellate di verbali d'interrogatorio nei quali i pentiti riferiscono di incontri tra la Serracchiani e i Boss di Cosa Nostra, condanne per mafia di quelli a lui più vicini, prove del collegamento tra lui e i poteri economici di questo paese, o tu del mafioso (o intenzionato a fare leggi che favoriscano i mafiosi) piduista non glielo puoi dare, nemmeno velatamente, figurati poi se lo fai palesemente.
Non è che non sia bello che tu lo faccia, non puoi proprio.
Sei un giornalista, per non pochi stai dove si posizionano i riferimenti culturali, sposti con un battito di ciglia migliaia di voti, per vent'anni hai detto che erano le fonti a darti ragione, che erano i documenti a dirti autorevole, che erano le tue indagini a dire solide le tue tesi finali.
Oggi non puoi uscirtene dicendo che Renzi è piduista perché lo dici tu, perché hai trovato dei collegamenti con il PRN di Gelli, quello è processo che sappiamo fare anche da soli e da soli sappiamo che è processo per il quale alle scuole di giornalismo di un paese mediamente civile si viene bocciati perché è da uomo di paglia, perché la stessa identica cosa la puoi fare anche con il programma dei 5Stelle, probabilmente di qualsiasi partito che si posizioni un metro prima del confine con la sinistra oggi extraparlamentare, in qualsiasi programma dal centro-sinistra in poi ci puoi trovare qualcuno che vuole privatizzare la rai, separare le carriere dei magistrati, abolire il bicameralismo, il valore legale della laurea, togliendo o mettendo uno qualsiasi dei punti di quel piano puoi dimostrare il parallelo con chiunque.
E sarà mica quello il tuo obiettivo?
Sostenere che siano tutti piduisti mafiosi?
Secondo il processo di esame che oggi puoi misurare e ieri no, sì, sono tutti mafiosi piduisti, ieri Silvio, oggi Matteo, domani chiunque non s'inchini a Ingroia e a Di Pietro, due che da magistrati masticano e sputano il garantismo come fosse lo scarto indigeribile del vivere civile, e non servono prove, basta affermarlo anche attraverso un compito in classe per il quale all'esame di giornalismo si sarebbe stati bocciati perché alla corposissima % acritica di quelli che per vent'anni hai lentamente educato basterà quello, ti hanno elevato a ruolo di fonte e oggi puoi dire qualsiasi cosa sapendo che verrà considerata vera perché l'hai detta tu, che sei la fonte sufficiente per superare il test.
Eccolo il contenuto.
Le prove non hanno più il valore che per vent'anni ci hai detto avessero e noi dovessimo imporci di dare loro quando tu, non noi, le dicevi così fondamentali e necessarie da essere ignorate proprio in quanto tali.
Le sentenze non sono più il riferimento, non è necessario aspettarle per emettere giudizi, al punto che li si può, anzi li si deve emettere anche in contrasto con le stesse, prevarranno i primi sulle seconde, l'editoriale su Errani in questo senso fa scuola e, nell'idea che ha del problema intercettazioni, anche in maniera formale e istituzionalizzata.
La morale superiore al giudiziario, ancora un passo più a destra e ci trovi la sharia, che non li considera sinonimi perché carente di termini alternativi ma perché considera l'uno strumento dell'altra e per questo nel medesimo modo li norma.
Non conta chi sia il veicolo, quello che doveva passare e che dovrà sempre passare è questa roba qua ed è per quello che l'unico partito che difende è l'unico altro sul suolo patrio secondo il quale sono tutti ladri, tutti mafiosi, tutti piduisti, tutti massoni, perché è l'unico che con lui condivide il fastidio per il garantismo e per il rispetto delle istituzioni, nonostante ad una prima superficiale lettura si sia portati a interpretare i suoi scritti (e la propaganda M5S) nella maniera esattamente contraria.
Il Contenuto.

No, questa roba qui non era verificabile prima che finisse Silvio, serviva un caso 2 a fare da contrasto.
Ovvio che secondo il famoso detto (garantista) per fare prova di indizi ne servano tre, ma in attesa del terzo con il quale chiudere il cerchio e stabilire definitivamente da che parte realmente stia, i precedenti due sono comunque sufficienti per dare per annullato dagli eventi il giudizio precedente e stargli attaccati al culo.
Perché se passa quello che sembra essere il suo reale contenuto, Silvio diventerà il ricordo di tempi felici persino per noi che sì, lo volevamo in galera.

Ovvio che non ho minimamente la speranza che tu sia arrivato fin qui, anche perché 'sto pippone per quando torni, se torni, sarà finito sotto non meno di 7/800 commenti e 'ste due ore che gli ho dedicato saranno servite a me e ad altri due matti che si svegliano alle sei.
Ma quel dubbio può essere spiegato solo così e così per quanto mi riguarda l'ho spiegato, perché 'sta storia che chi contesta Travaglio lo fa per antipatia e per impossibilità di contestarlo nel merito, manco fosse dio, avrebbe anche un po' rotto i coglioni."

22 commenti:

  1. Quanto hai ragione Bruno. RIcordo un tuo commento ad un post di un paio d'anni fa qui, su Travaglio cronista percepito come fonte, che per me era stato illuminante. Quanto scrivi oggi, con Travaglio alla prova del renzismo, è la naturale continuazione di quel discorso, con la stessa acutezza di analisi.
    Come vedi, ti leggo con attenzione e ho una memoria di ferro :)

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    1. Sergio07:54

      Madama la Marchesa

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    2. Era questo:
      http://ilmiomanifesto.blogspot.it/2012/08/a-parole-sue.html?showComment=1345593648097#c2640887294427749423

      Dovrei raccogliere questi post sparsi e farne una simpatica dispensa "Te lo do io Travaglio".
      Poi chiedo a quelli di Chiarelettere se me la pubblicano.
      :)

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    3. Anonimo17:04

      Tu Bruno hai capito tutto e in tempi non sospetti
      Sei troppo intelligente

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  2. Non credo che riuscirai mai a pubblicare un "Te lo do io il Travaglio" poiché di solito il pubblico dei "Te lo do io XXX" non è in grado di leggere lenzuolate chilometriche.
    Peccato: io in fondo alla presente lenzuolata ci sono arrivato e l'ho trovata interessante ;)

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    1. Dici che "Chiarelettere" significa "Dillo in non più di dieci"?
      :)

      (grazie!)

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    2. Anonimo01:17

      E' un gomploddo!

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    3. Da nessuna delle due, sono entrambi espressione dello stesso problema e io sto dalla parte opposta a chi non lo riconosce come tale a prescindere da chi sia il volto del momento.

      Se poi vuoi il giudizio di "forma", sono entrambi due forme di giornalismo che mi provocano fastidio, ma il fastidio che mi provoca la "forma" Travaglio è infinitamente superiore a quello provocatomi da chiunque altro e per questo mi fa apparire simpatico chiunque gli si metta contro.

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    4. Sergio23:34

      Sulle modalità sono d'accordo con te, però devi riconoscere che è molto documentato al contrario di tanti giornalisti che vanno un tanto al kilo e spesso dice cose giuste che altri non hanno il coraggio di dire.

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    5. Non fa l'opinionista di fashion e cinema ma il cronista giudiziario, l'essere documentato è il minimo che ci si aspetti per definirlo degno, non un plus per il quale riconoscergli qualità superiori.

      Quale alternativa ci vedi all'essere documentato per uno che fa giudiziaria, il procedere a colpi di "Secondo me" sperando che qualcosa prima o poi coincida con documenti che non si è letto?

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    6. Sergio05:45

      Beh io lo sento parlare molto spesso anche di politica e mi pare che dica cose impopolari ma spesso centrate.
      La cosa che lo caratterizza è che argomenta partendo da fatti incontestabili e lì è difficile non essere d'accordo con lui.

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    7. Il più osceno in quel video non è né Travaglio né Ferrara: è ovviamente Mentana, inutile e tronfio nanerottolo del giornalismo televisivo italiano (ribadisco televisivo: che cazzo ha mai fatto d'altro? praticamente una Lilli Gruber senza tette - in questo persino Travaglio gli è superiore), assurdamente sopravvalutato da decenni dai soliti pecoroni.

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    8. @Sergio:

      Il problema non sono i fatti incontestabili dai quali parte per costruirci sopra le sue tesi politiche, ma quelli che omette perché quelle tesi non appaiano farlocche come apparirebbero se i fatti li riportasse tutti.

      Quindi sì, i fatti che riporta sono sempre documentati e incontestabili.
      Esattamente come quelli che omette.
      Solo che se ometti i secondi, le tesi che costruisci sui primi dal campo delle cose centrate si spostano in quello dove risiede la malafede.
      E se sei un giornalista e ti muovi in malafede non sei un buon giornalista.
      Sei un buon (ottimo) cronista di giudiziaria, ma quanto di più lontano esista dal concetto di buon giornalista.

      Per essere il primo basta avere molto tempo e molta memoria, caratteristiche tecniche che con un po' di allenamento possiamo avere tutti.
      Per essere il secondo sono necessari elementi etici e riconducibili all'onestà intellettuale e quelli non li alleni, o li hai o non li hai e lui non li ha.

      Il crollo delle tesi politiche è conseguente.

      @Dionysus:

      Mentana ha ormai definitivamente sbroccato.
      Non so se sia un problema dato dal potere che ha ricevuto da Cairo, se dipenda da una sua qualità interiore (professionale) precedente sempre esistita per quanto più o meno efficacemente celata, vai a sapere.

      Ma di sicuro come giornalismo televisivo è davvero di bassissima qualità.
      Basti vedere quanto gli riesca impossibile non considerare sempre e comunque sé stesso come il vero protagonista dei dibattiti che periodicamente organizza, a prescindere da chi siano gli ospiti e quale sia il tema.
      Quanco il giornalista è lui gli ospiti non sono invitati per essere centro d'attenzione e fornitori di tesi da confrontare, ma sparring partner che lui utilizza per tenere fermo il basamento sul quale poggia il proprio monumento equestre.

      La linea editoriale giornalistica de La7 è veramente pessima e compensata solo da professionisti di notevole qualità (la Sardoni, la Panella...) che si sforzano di fare un giornalismo decisamente più decente contro un monolite oggettivamente difficile da ridurre.

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    9. Ecco, appunto: su Mentana non avrei saputo dire meglio ;-) E pensare che c'è tanta gente che lo considera uno dei migliori giornalisti italiani... vai a capire perché, quando basterebbe ascoltarlo ripetere quella sua fissa idiota per cui il perfetto giornalista non deve votare (manco fosse il Papa!) per far capire la pelosa ipocrisia del personaggio.

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    10. Considerate le idee politiche che esprime e la piega che ha dato al suo tiggì nell'ultimo anno, che sia o meno indice di ipocrisia il sapere che si tiene in tasca il suo voto è comunque fonte di sollievo.

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  3. sergio23:39

    @Bruno

    Travaglio riporta solo gli argomenti che fanno comodo alle sue tesi e omette quelle che sono contrarie.
    Poniamo che su travaglio tu abbia ragione, ora trovami un giornalista che non si comporta esattamente così.

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  4. Anonimo03:04

    O.T.

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/22/fede-la-storia-di-berlusconi-mafia-mafia-mafia-sosteneva-famiglia-mangano/1068423/

    Dion, cosa mi dici?

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  5. @ GdO: dico che finora tutti i tentativi di condannare Berlusconi per collusioni mafiose si sono puntualmente risolti in nulla, e quello di parlare del nulla è un piacere che non mi ha mai sedotto - uno dei vari motivi per cui frequento questi lidi, tra l'altro.

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  6. Anonimo15:15

    Bru, ascolta...e chissà che non impari qualcosa:)

    http://www.tzetze.it/redazione/2014/07/paola_taverna_spiazza_il_parlamento/

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  7. Un pesciolino rosso03:21

    Ho letto che non hai una ottima opinione di noi, è vero?

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  8. Un altro pesciolino rosso03:21

    Broono, perché ci insulti così?
    Cosa ti abbiamo fatto?

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