9 luglio 2014

To be to be tubitù

Con tutta la cautela del mondo appoggio una biglia su un piano inclinato, su un manto d'erba non tagliata, sulla pagina di un libro con un angolo piegato trovato dietro libri conclusi, dov'ero arrivato, non ne ho mai letta la fine, forse non c'è, cambiando i fattori cambia il raccolto, da lontano margherite, da vicino camomilla, calda e riposante in queste notti di un luglio di monsoni.
"Attenti al cane" dicono i cartelli sul cancello della fattoria, ma un allarme non sarà mai abbastanza dissuasivo finché dietro avrà sempre una casa, con dietro una scusa, con dietro una chiesa.
Il problema è quando il cane sono io, agility e fedeltà, autodidatta per esclusione, la corsa della biglia sul piano dell'essere Babau o Bau Bau a seconda dell'inclinazione dello sguardo, essere lupo, ululì, essere anche castello, ululà, essere autoprotezione, quel lavoro duro che qualcuno deve pur fare.
Essere o non essere è dubbio che già da parecchi anni ha trovato la risposta.
Essere.
La risposta era Essere.
Qualsiasi cosa ma essere.


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