3 luglio 2014

E poi conosco il prossimo sindaco


Bologna è l’unico posto che conosco, e di posti ne ho visti più di due in vita mia, nel quale se reciti la parte di quello che ti conosce da sempre stanno al gioco e l’effetto è che con chiunque parli, parli con uno che conosci da sempre e che ti risponde conoscendoti da sempre.
A quel punto l’aria diventa così bella che a nessuno dei due viene voglia di ricordare all’altro che in realtà non ci si conosce.
Praticamente quello che tiene mezzo pianeta incollato alla facilità dei rapporti dietro un monitor, ma con la differenza che riesci a realizzarlo nel reale, davvero, cioè esattamente quello che al monitor manca e che fa la differenza tra i rapporti reali e quelli no.
A Bologna sei seduto al bar con gli amici, non il bar dell’amico Luca però perché al suo bar sei già stato una volta e siete già amici, tornarci equivarrebbe a perderti l’occasione di un altro amico, quando entra Roberta che ti dice “Tu sei Bruno” ma non per esclusione o prossimità con persone(a) alle quali(e) associarmi perché tu eri l’unico seduto dal lato del tavolo dove non c’era nessun altro e allora come fa, forse proprio per quello, allora Roberta mi conosce davvero.
Ma no, il bello di Bologna è che sai che non è così ma è così.
Cioè lo sai che ti ha riconosciuto perché le ha detto che tu hai i capelli lunghi, che sei bellissimissimo, che se entri in un locale e c’è uno che parla e altri che dormono, si ubriacano, si tirano martellate sulle ginocchia, si tagliano, pregano, quello che parla è Bruno, però l’effetto è che tu sei a Bologna in un bar aspettando che passi Prodi che abita lì e invece entra Roberta e ti dice tu sei Bruno e tu le dici Ciao Roberta e ci parli come l’avessi salutata il giorno prima mentre vi separavate dopo una vacanza di gruppo di tre settimane pur avendo davanti una che non hai la più pallida idea di chi sia, è una di Bologna ed è amica sua, è sufficiente, non serve sapere altro.
Bologna è una città nella quale dovunque vai e a qualsiasi ora ci vai, stai pur certo che appena svolti incontri Egidio.
Egidio lo riconosci perché è tipo Roberta ma senza tette, cioè uno che l’altro giorno lo incontro e mi fa Ciao Bruno, ciao Egidio, che gli dici a uno che ti dice Ciao Bruno così, in giro per Bologna, Ciao Egidio appunto e la cosa bella è che non serve altro, tu non chiedi altro e lui nemmeno.
A Bologna ho visto un film gigantissimo su uno schermo circondato di stelle e signore che amano farsi prendere a male parole perché vogliono vedere il film in piedi in una piazza di persone che se lo guardano sedute a terra, non ancora emancipato dal mio imprinting milanese penso che c’è gente che per suicidarsi sceglie metodi meno sicuri, ma poi ritorno alla realtà e sono a Bologna, dove abitano persone che alle male parole preferiscono l’applauso e non uno, tutti.
A Milano l’avrebbero picchiata pure le ragazze, anzi forse soprattutto le ragazze, anzi a milano togli il forse, a Bologna ridevano e applaudivano e quella il film se l’è guardato davvero in piedi mentre il primo piano di James Dean su uno schermo di qualcosa come sessanta metri di base guardava a sua volta le stelle, una specie di gioco di specchi, un fondo di stelle coperto solo per una parte da uno schermo nel quale una stella del cinema di ieri guardava una volta di stelle sullo schermo con intorno le stelle del cinema di quella sera e intorno gente semplicemente felice di essere lì, anche in piedi, tipo noi, anche se nessuno ci applaudiva ma solo perché non li avevamo fatti incazzare, pensa che cavolo di città che è Bologna, una città nella quale se qualcuno ti si mette davanti io gli dico di spostarsi preparandomi al vaffanculo, sempre l'imprinting di cui sopra, e alla litigata e quello, chiunque quello, si gira sorride si scusa e si sposta, ma che è, Marte, sono tutti felici di niente e pronti a lasciarti un po' del loro spazio se solo glielo chiedi e a volte senza nemmeno bisogno di farlo, la signora infatti secondo me non era di Bologna, era di Milano.
Una città nella quale abita Letizia, che tu dirai chi diavolo è adesso questa Letizia, Letizia è una tipo Roberta e tipo Egidio che dovunque vai prima o poi la incroci e infatti conosce sia Roberta che Egidio, c’è un via vai a Bologna che non te lo spiego, sono talmente tanti che sembrano sempre gli stessi sei, non si esce per andare in un posto, si esce per andare su linee direttrici casuali che riescono a essere casuali e nello stesso momento arrivare sempre alle Torri e attendere che quelle degli altri le intersechino, è questione di minuti, a quel punto devi solo decidere se proseguire sulla tua o far scattare lo scambio come i treni e passare sulla sua fino allo scambio successivo, che tra l’altro è due metri dopo e o si chiama Roberta o si chiama Egidio o si chiama Letizia ma in ogni caso quando la tua direttrice incontra la loro il suono dello scambio al binario è Ciao Bruno, Ciao Letizia, Ciao Roberta, Ciao Egidio, Ciao ragazzi ciao (ciao ragazzi ciao) voglio dirvi che (voglio dirvi che) che vorrei per me grandi braccia perché finalmente potrei abbracciare tutti voi.
Bologna è una città nella quale nella stessa piazza ci sono cinquemila omosessuali riuniti per il gaypride e un tizio che, senza microfono, nell'altro lato della piazza sta su uno sgabellino a parlare di politica davanti a cinque persone che sembrano concentratissime ad ascoltarlo ma in realtà è che devono fissarlo per leggere i labiali perché prova tu a parlare senza microfono in una piazza nella quale è in corso un gaypride e cioè qualche migliaio di persone che urlano la loro libera sessualità pitonata e molto, molto, molto rumorosa, a Bologna lo fanno e sono convintissimi sia quelli che parlano che quelli che ascoltano, cioè io a un metro non capivo né i primi né i secondi ma loro sembravano capirsi benissimo perché andavano avanti e allora ti sposti dalla parte del gaypride ché almeno se non senti leggi i cartelli, le magliette, quelli che le indossano, che tra l'altro le indossano evidentemente solo perché da qualche parte che gli piace l'anal dovevano scriverlo e la maglietta tra le due opzioni dev'essere sembrata a tutti la soluzione più cauta in una piazza nella quale dei cinquemila un buon duemila sono lì per cogliere l'eventuale occasione di non doverlo nemmeno chiedere e duemila sono tanti anche per chi è lì per esprimere disponibilità, cioè su duemila a una bella fetta ce la fai a spiegarlo che ne facevi solo questione di principio ma ne restano comunque tanti che nel caos potrebbero non sentire né leggere il labiale e in quel caso sarebbero, come si dice, cazzi, e non avendo ancora incontrato Letizia né Egidio né Roberta incontri Giuseppe, o Giovanni, non riesco mai a memorizzarne il nome forse perché non è di Bologna, che tutto bellino con il mascara e secondo me anche un filo di rossetto ci tiene a dirti che non è gay e tra noi nessuno che riesca a dirlo con certezza perché no, se a Bologna sei in mezzo al gaypride con il rimmel, il rossetto e la felicità negli occhi di un bimbo immerso nel liquido amniotico non è assolutamente detto che tu sia gay, potresti essere semplicemente un etero molto felice di essere a Bologna, serve altro per esser certi, serve un uomo accanto ma quell'uomo è mio cugino ed è vero che è felice come non l'avevo mai visto ma non mi pare dipenda da novità di quel tipo però vai a sapere, sei a Bologna e tutto può accadere.
Bologna è una città nella quale tu passeggi nel lato opposto della città che di solito frequenti e c’è uno con dei capelli assurdissimi ma non dici nulla perché a Bologna uno così può tranquillamente essere un vigile urbano e tu la voglia di essere sempre scambiato per turista non ce l’hai e quindi taci ma ci pensa lei che ti dice “Lo vedi quello? Quello per un sacco di tempo è stato a casa nostra” e tu pensi che non avevi il minimo dubbio, non serve manco più dirlo, è implicito nella cittadinanza, ormai sono di Bologna anch’io e certe cose le do per scontate, cioè è strano, è di bologna, lo abbiamo incontrato sulla direttrice che stavamo percorrendo, vuoi che non sia come minimo amico di Letizia o di Egidio o di Roberta, non saremmo a Bologna se quello non avesse dormito almeno sei anni a casa di uno di voi quattro indifferentemente e probabilmente senza che i quattro nemmeno si siano accorti di quando ha iniziato e quando ha smesso come in effetti mi confermi pensando che quando uno così ti si pianta in casa per mesi il dettaglio dell'inizio e della fine sia tra quelli che uno si aspetta di vedere nella colonna del logico, è il bello di Bologna, funziona così, persino per fare una chiesa ne hanno fatte sette perché ce ne fosse una per tutti passando da una all’altra senza mai uscire e naturalmente essendo a Bologna pure lì dentro ci vendono birra, vedi mai che a Bologna per sei minuti consecutivi uno non ne trovi una nel raggio di dieci metri, potresti farci le scomesse e vincerle tutte, tipo scommettiamo che entro cinque minuti incontriamo Egidio pure in chiesa e invece no, strano non averci incontrato Egidio, avrà avuto da fare, tipo aspettare da qualche parte che passasse Letizia che a sua volta era da qualche parte ad aspettare che passasse Roberta che a sua volta era da qualche parte ad aspettare che passassi tu solo che tu eri con me sulla mia direttrice a fare la parallela e non lo so, onestamente davvero non lo so da che parte è diretta o sono dirette, ma certo è che Ciao Bruno a Bologna ha proprio un bel suono, così come ha un bel suono Come stai, Bene, sto bene, scusa se sono ancora abituato a rispondere Perché me lo chiedi, in realtà non mi interessa sapere perché me lo chiedi, è solo una domanda, va bene così senza che sia altro, è che non ho ancora smesso di essere un milanese che cerca di essere un torinese che si ritrova a casa quando è Bolognese.
È passata una settimana e ancora non ho disfatto la valigia, per dire.
Tra un po’ inizierò a prepararne direttamente cinque o sei alla volta, poi le lascio a casa nell'ingresso disposte cronologicamente e passo solo per prendere la successiva.
Che poi sostanzialmente è quello che faccio da vent’anni, solo che adesso tra quelle cinque ce n’è una che al ritorno ha sempre dentro una cosa in più e una in meno.


2 commenti:

  1. Strana Bologna vero?siamo tutti ad aspettarci sotto le torri per poi andarcene a zonzo sulla strada che dopo qualsiasi curva ti riporta alle torri e a qualcuno...

    P.S. Sto bene a bologna ma ti assicuro che non dipende da questo!

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    Risposte
    1. Cuggino!!!

      ahahahaha
      No no, lo so, è che mi serviva nel filo del romanzo!
      Chiamala licenza poetica!

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