1 dicembre 2009

Strategia

Alla fine lo schema s'è capito.

Praticamente fa così:
Prende il mappamondo, lo fa girare, punta il dito su qualche paesello dove il potere politico è incrociato con quello militare, si fa dire dal suo segretario chi è che comanda laggiù, gli manda una bottiglia di vino, si fa invitare a cena, va lì e gli chiede se gli va di fare affari insieme.
Poi torna in patria, compra una bottiglia di vino, la manda ai direttori dei tg, e gli dice di far vedere le immagini di quanto è amato all'estero e dalle aziende italiane precisando che in nessun caso dovranno dedicare due parole a chi è il tale che di volta in volta gli stringe la mano grato per il sostegno.

Se poi qualcuno gli da del mafioso, compra una bottiglia di vino, la manda al suo compagno di processi, gli dice di proporre una legge che imponga ai pentiti non meno di un quarto di pena scontata in carcere, che significa che se vogliono possono parlare, certo, ma sapendo che per non meno di 10 anni dovranno dividere le docce con quelli che hanno denunciato e che se ne escono vivi comunque prenderanno meno di uno stagista di call center, chiedendogli di dire agli stessi direttori di tg e/o Vespa di non specificare che questa è intimidazione di quel tipo che già le famiglie mettono in atto per dissuadere i pentiti dal parlare anche in assenza di legge che dica la stessa cosa e che alla proposta del suo compagno di processi per essere proprio uguale uguale alle intimidazioni mafiose manca giusto un emendamento che ci aggiunga pure che possono parlare, certo, ma a patto di accettare che gli si ammazzi la madre o il fratello.

Per il resto tutto ok, la mafia non esiste e se esite non lo riguarda no no no no nemmeno per sbaglio, perché mafia non è una cultura, no, mafia è legami dimostrati, tanto quanto non ha nulla a che spartire con i peggio tiranni del secolo in corso, perché legami è servizi segreti, mica scambiare libertà con commesse per gasdotti.

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