16 dicembre 2013

Io sariate con voi

Il tempo con nonna passa così, sul morbido di una pilotata regressione che altro non è che natalizia fame di minestra e frittelle e di chiacchiere di fronte al tiggì per spiegarle che no, che non c'è più violenza oggi, semplicemente oggi se guardi il tiggì, quel tiggì del canale degli anziani, ultima generazione a guardare la tv come la si guardava quando c'era un canale unico e oggi si lamentano perché non c'è altro, sul canale unico che non cambiano perché la tv l'hanno imparata a forma di un canale unico, finirà questa generazione e i direttori di rete dovranno ricominciare a guadagnarselo il pane se vogliono che le persone restino su quel canale, ceni con in sottofondo una conta dei morti che fino a ieri non erano diversi, anche ieri le mogli venivano uccise, anche ieri i ciclisti venivano investiti, anche ieri si cadeva dai balconi, ma fino a ieri non ci si costruiva l'intero palinsesto di un telegiornale, mentre le taglio il pane sottile, ché i denti non ce la fanno più, il salame sottilissimo ché i denti non ce la fanno più ma il desiderio di gola non invecchia e al mercato non lo tagliano come glielo taglio solo io e lo dice sapendo di gratificarmi perché le nonne fanno quello di mestiere, lei col tempo si impegna sempre di più a dissimulare il piacere di non vedere il cavaliere davvero arrestato, io in cambio la smetto sempre più di arrabbiarmi se prende medicine come fossero caramelle e cioè scegliendo lei quali e quante che poi è sempre tutte e tante, serate che nascono con me che rido, rido come uno scemo con l'alieno di Bonolis ogni singolo giorno che lo vedo e lei che ride, ride come una matta ogni volta che ai Pacchi Insinna inforca gli occhiali Infrablu e io le devo leggere le cifre che escono perché altrimenti ci deve arrivare in base alle reazioni del pubblico, ci divertiamo così, con poco, ma ci divertiamo insieme, luci di natale messe missione compiuta signore, ora devo solo spiegarle che no, se vuole i fili più corti non li può tagliare come ha fatto con quelli dell'anno scorso, e nonna tu che mi sei intelligence del palazzo vogliamo attivare Tom Ponzi Giovanna del piano di sopra per prendere informazioni sulla situazione coniugale di quella topona che lavora in farmacia e non hai bisogno di medicine non è il caso di prendere qualche medicina te le vado a prendere io se vuoi dai che hai bisogno di qualche nuova medicina come caramelle e di me che te le vado a prendere come caramelle da una sconosciuta e che sconosciuta e puntuale parte il racconto di quando cinquant'anni fa quando arrivarono qui suo fratello si invaghì di una ragazza che lavorava nella stessa farmacia e mandò la famiglia per invitarla fuori e allora vedi nonna, tutto torna puntiamo sulla tradizione familiare vai giù e chiedile se mi sposa domani e lei ride e mi dice che devo andarci io a presentarmi che è pure calabrese, significa svegliati e significa che approva ma soprattutto significa che intelligence era già in azione e ti pareva basta chiedere un nome a caso e intelligence ti spara fuori l'albero genealogico del micro e aneddoto del macro, lancia una moneta e vedrai se una nonna non ha un aneddoto su una volta del millenovecentocinquantadue che un tizio lanciò una moneta, le nonne fanno questo di mestiere, hanno aneddoti per ogni alito di vento e una memoria storica da far impallidire i server di gùgol ma quella breve di un pesce rosso e allora io a farle da memoria breve per le donazioni altrimenti sono cinque euro al giorno per ogni raccolta fondi per ogni bambino malato che ogni giorno la tv le spara davanti e lei si dimentica di aver versato anche ieri e ogni giorno verserebbe cinque euro e infatti ogni giorno versa cinque euro non c'è raccolta alla quale lei non ceda una parte della sua povertà e meno male che non sa mandare sms altrimenti sarebbero trecento euro al mese complessivi il lunedì c'è il terremoto in Cina e lei versa il martedì i bambini con la leucemia e lei versa mercoledì i cani abbandonati e lei versa e io a prenderla per il culo e lei ride, ride quando la prendo in giro perché lo sa che la fregano ma se si è buoni lo si è a prescindere e proprio per questo, e la gamba che la sta lasciando e lei che insiste e ogni giorno a lottare perché si decida finalmente ad accettare il bastone in cambio della possibilità di arrivare da sola all'altro lato della stanza, non cede, non smetterà mai di avere cinquant'anni, piuttosto muore e io a farle gli scherzi e adesso la vedi che da sola il bastone eccome se l'ha preso ed è un'immagine così particolare vederla girare con tre gambe come una ottantacinquenne qualsiasi, rivolgersi a me come una nonna qualsiasi che come ogni anno ha la cena natalizia dei fratelli con le zeppole calabresi, frittelle di pasta per pizza fritta con acciuga dentro, ma non più la forza di impastare chili e chili di pasta e allora è il mio turno e io le braccia, lei la mente, mentre mi da indicazioni io imparo che quando smette di tirarsi l'acqua allora è pronta, è una cosa che ieri non sapevo e oggi ho imparato, le nonne fanno questo di mestiere, ti consegnano al domani con una cosa in più rispetto a ieri, lei mi dice si fa così e io faccio così e mentre faccio così mi vede stanco, uomo di città del ventunesimo secolo che si stanca a impastare qualche chilo di farina e per incitarmi mi racconta, tra un mio spingere pugno destro e pugno sinistro, la storia della famiglia di quando si faceva il pane ed erano trenta chili di farina ogni dieci giorni e li faceva la nonna e te lo dice perché sa che sentendo il racconto tu ascolterai "Puoi farcela" e allora la forza ti si triplica e impasti per un'altra ora come non avessi fatto altro nella vita con quelle tue braccine del cavolo e a cena i fratelli ad applaudirla per l'ennesima zeppolata natalizia e lei a dirottare l'applauso su di me perché lei non è più il braccio, Bruno è il braccio destro che impasta, Mariella quello sinistro che frigge, lei ci mette solo la storia dell'intera famiglia i fratelli felici e finalmente il bastone per camminare ancora qualche anno.
Impastavo a fatica e mi diceva "Tutto è lavoro nipote mio" perché se apre bocca è per darmi lezioni, le nonne fanno questo di mestiere, i nipoti di lavoro le imparano se non sono stupidi.
Ci basta così poco per essere felici, un alieno, degli occhiali lampeggianti, qualche patata e una forza che io non lo capirò mai da dove esca perché il cuore non è sufficiente come spiegazione, sono un pragmatico, se non mi torna anche la fisica io non sono contento.
Non è vero, scherzo, sono contento.

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