19 gennaio 2014

Intervallo

Se hai quattro minuti vuoti, riempili.



15 commenti:

  1. Risposte
    1. Che io abbia avuto quattro minuti liberi, dici.
      Concordo.
      :)

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    2. E i tuoi quattro minuti liberi li hai condivisi con noi, epperciò grazie e stragrazie ;o)
      (Tra l'altro, questa è proprio la musica che piace all'Ape)

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    3. La verità è che mica li ho davvero avuti quei quattro minuti liberi...
      È che devo scartabellare contributi per un video che sto facendo e in ore e ore di visioni più o meno inutili mi è arrivato davanti quel video lì che mi ha letteralmente incantato, di fatto imbambolandomi la mente e quindi regalandomi quattro minuti di vera e propria ipnosi.

      Poi è finito e sono tornato alle mie ore di video a raffica visti a doppia velocità solo per capire se contengono ciò che serve a me, incastrate tra il rientro a casa di ieri sera e la ripartenza di oggi (ora per esempio sono di nuovo in treno)

      E tu dirai "Sì d'accordo ma a me che mi frega di cosa stai facendo e di dove sei?" e io ti risponderò che nulla, è solo per dirti perché non abbia ancora risposto alla tua mail.
      Chè qui pensavo che mesi da un'ora di sonno a notte e tre città alla settimana come l'ottobre e il novembre scorso non fossero mai capitati ma soprattutto si sarebbero chiusi con natale e invece pare si sis ribaltato un camion dj lavoro sull'italia perché a parte i 5 giorni in cui sono fuggito, qui la cosa è ripartita identica e boh, passo le giornate chiedendo ai colleghi che giorno sia e in che città siamo.
      Mentre ci siamo, dico.
      Non ho più né orologio biologico né bussola. :)

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    4. La verità è che mica li ho davvero avuti quei quattro minuti liberi...
      È che devo scartabellare contributi per un video che sto facendo e in ore e ore di visioni più o meno inutili mi è arrivato davanti quel video lì che mi ha letteralmente incantato, di fatto imbambolandomi la mente e quindi regalandomi quattro minuti di vera e propria ipnosi.

      Poi è finito e sono tornato alle mie ore di video a raffica visti a doppia velocità solo per capire se contengono ciò che serve a me, incastrate tra il rientro a casa di ieri sera e la ripartenza di oggi (ora per esempio sono di nuovo in treno)

      E tu dirai "Sì d'accordo ma a me che mi frega di cosa stai facendo e di dove sei?" e io ti risponderò che nulla, è solo per dirti perché non abbia ancora risposto alla tua mail.
      Chè qui pensavo che mesi da un'ora di sonno a notte e tre città alla settimana come l'ottobre e il novembre scorso non fossero mai capitati ma soprattutto si sarebbero chiusi con natale e invece pare si sis ribaltato un camion dj lavoro sull'italia perché a parte i 5 giorni in cui sono fuggito, qui la cosa è ripartita identica e boh, passo le giornate chiedendo ai colleghi che giorno sia e in che città siamo.
      Mentre ci siamo, dico.
      Non ho più né orologio biologico né bussola. :)

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    5. "E tu dirai "Sì d'accordo ma a me che mi frega di cosa stai facendo e di dove sei?" e io ti risponderò che nulla, è solo per dirti perché non abbia ancora risposto alla tua mail."

      E secondo te io potrei non dico esprimermi ma anche solo pensare in modo così indelicato nei confronti di una persona 'obesa' di lavoro come te, e che per di più ci ha appena messo un video bellerrimo?
      Orsù, suvvìa, l'Ape sarà pure scriteriata ma non fino a cotanti livelli.
      Ce lo so che sei indaffaratissimissimo (e dopotutto la tranquillità economica è un terzo della tranquillità totale e buttala via), per questo t'ho ringraziato per aver pensato a noi con quel video.
      (Cheppoi, i pennuti sono una roba strana: quando mi trovo sul marciapiede attorno a casa e sui davanzali i 'segni' del loro passaggio (spesso in size 'condor con la diarrea', accidenti a loro) o quando vedo che si son sbafati i teneri germogli o i frutti delle mie piante mi viene uno spiccato impulso a dar piglio allo schioppo ad aria compressa dell'omo, ma quando li vedo in cielo che volano assieme, o c'è un airone cinerino vicino al laghetto, magari colla neve tutto attorno, allora è tutta un'altra faccenda, devo onestamente ammetterlo).
      E in ogni caso la musica è una bellezza.

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  2. Splendido video, e la musica è da sempre una delle mie preferite.

    Da notare che le evoluzioni dello stormo non sono fini a se stesse, ma servono a scoraggiare i predatori: in molte inquadrature si vede che attorno allo stormo si aggira un falco, che ha qualche problema ad individuare una preda, visto che davanti si ritrova un gigantesco "mostro" che lo punta e lo segue continuamente.

    Stesso trattamento subisce un gabbiano, sebbene innocuo, sul principio che è sempre meglio scappare dal leone che non c'è ma di cui si teme la presenza, che rischiare di restare tranquilli dove il leone c'è...

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    1. Ecco cos'era...un falco!
      Quello che si vede a 0:38 e 0:53, giusto?

      Però scusa, un dubbio: perché mai un falco dovrebbe considerare preda un altro volatile?
      I falchi mica si mangiano piccoli mammiferi?

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    2. I rapaci mangiano tutto quello su cui riescono a mettere gli artigli e che possono portar via in volo.

      Più d'una volta, anche qua in città e non solo a casa (abito al confine con dei campi e dei colli ancora relativamente poco cementificati) vedi piccioni, merli, passeri, ecc. che camminano guardinghi, o restano fermi e non volano via se proprio non gli vai addosso: guardi in su, e vedi un puntino che volteggia da solo (o, se è un gheppio, rimane praticamente stazionario per lunghi periodi)...

      Oppure sei lì bello rilassato a leggere sulla sdraio in giardino e d'un tratto un qualche volatile si schianta in piena velocità dentro la chioma dell'albero, e mentre decidi se farti venire un coccolone senti il "woooosh" di un falco che passa a 80-90 km/h sopra la tua testa, e se fai in tempo a girarti (leggi: sei già rivolto nella direzione giusta...) lo vedi cabrare quasi in verticale per riguadagnare quota e tornare in posizione.

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    3. "Quello che si vede a 0:38 e 0:53, giusto?"

      Sì, e anche più avanti tra 1:15 e 1:35 ca. (uno mi pare un gabbiano o simile, ma la compressione del video, anche a "qualità" massima è troppo spinta).

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    4. E questo m'ha fatto venire in mente un'altra faccenda, quella di come si faceva a catturare gli uccelletti vivi coi roccoli, me l'ha spiegata mio papà.
      Il roccolo era un casottello che si costruiva in alto rispetto ad uno spiazzo aperto circondato da alberi o da pali. Su questi pali si stendeva in verticale una rete fatta di tre reti sovrapposte: una a maglie molto larghe, in mezzo una a maglie fittissime e un'altra a maglie molto larghe, così che se un uccelletto ci volava dentro restava impigliato in una specie di sacchettello e non usciva più.
      E per farcelo volare dentro si usava un sistema geniale: si mettevano sullo spiazzo degli uccelletti vivi, legati in modo che non potessero volare via, che avevano una specie d'imbragatura sulle ali comandata da un filo molto lungo il cui capo arrivava fin dentro al roccolo, in modo che il cacciatore potesse, tirandolo, far muovere le ali all'uccelletto (questi uccelletti venivano chiamati 'sambèi', cioé 'zimbelli' e si capisce ben perché, e si capisce anche perché dare del 'sambèo' a qualcuno non è fargli un complimento).
      Quando passava uno stormo il cacciatore tirava i fili dei sambèi in modo da far credere ai volatili di passaggio che lì sotto ci fossero dei colleghi intenti a nutrirsi eqquindi una parte dello stormo andava a vedere se ci fosse qualcosa da mangiare, e a 'sto punto il cacciatore lanciava in aria, in modo che passasse in volo sulla radura, il 'sèsto', una forcella di legno avvolta con della stoffa che mimava la presenza del falco (ed ecco finalmente che si spiega perché il discorso di Jake m'ha fatto venire in mente il roccolo, infine non sono poi così sciroccata come potrebbe sembrare a prima vista).
      Gli uccelletti credevano ci fosse il falco e volavano via, ma non potendo volare in alto perché sennò finivano tra gli artigli del rapace volavano bassi e andavano a finire dentro alla rete del roccolo.

      Mio papà m'ha anche raccontato che una volta uno che conosceva è andato a cacciar col roccolo, ha disposto tutti i sambèi eppoi s'è messo ad aspettare. Ad un tratto s'è posato sulla radura un banco di nebbia ch'è rimasto lì per pochi minuti, e quando si è sollevato tutti i sambèi erano spariti.
      Era passata una volpe, a cui non sarà sembrato vero di trovarsi il pranzo immobilizzato e servito.

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    5. Per la cronaca, oggi la caccia al roccolo non è più permessa.

      Fosse per me, ormai proibirei la caccia tout court, non avendo più alcuno scopo alimentare (non siamo più ai tempi dei racconti di Mario Rigoni Stern). Se proprio vogliamo, e a caro prezzo, la si potrebbe limitare all'abbattimento controllato di capi in sovrannumero, come già avviene.

      D'altronde, come giustificare l'andare a sparare (in un campo privato affittato allo scopo) a dei fagiani che fino al giorno prima erano stati allevati in gabbia e liberati la sera prima nel campo? Risultato: i fagiani spaesati si acquattano qua e là, e il giorno dopo i Nembrotte di turno giocano facile a fare gli amanti della natura (come si autodefiniscono).

      Il bello è che una buona parte dei fagiani riesce a sfangarla lo stesso, tanto sono bravi col fucile codesti cacciatori... Poi passi, ad es., lungo l'A13 PD-BO e nei campi vicino all'autostrada vedi dei gruppi di 20-30 o più fagiani che rimangono al sicuro in queste "oasi" (per ovvi motivi, spesso non compresi dai cacciatori, è vietato sparare vicino a strade e case), nonostante non sia nelle loro corde stare in gruppi numerosi: di solito si dividono il territorio tra famiglie con un maschio e 3-5 femmine.

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    6. Lo so che non è più permessa la caccia al roccolo!
      Quello che m'ha raccontato mio papà si riferiva a tempi in cui se non eri in grado di procurarti il cibo in tutti i modi possibili semplicemente non mangiavi.
      Cosa che tra l'altro contribuiva mirabilmente a stroncare sul nascere tutte quelle fotte disneyane sui 'poveri animaletti innocenti' o peggio sul 'mangiare cadaveri'.
      Niente di meglio di uno stomaco vuoto per vuotare la mente dalle stupidaggini.

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  3. il mio rapporto con la caccia nasce quando a 12 anni si andava nel campo dietro casa di zio e il cugino, dopo essersi preparato da solo le cartucce a pallini piccoli e quindi più in quantità e a rosa più ampia, attendeva lo stormo per tirar giù con un colpo solo decine di uccelletti che nemmeno dieci minuti dopo ci facevamo alla brace mangiando ovviamente tutto, ossa comprese, data la dimensione della belva.

    Non il massimo con cui crescere, lo so, però alla fine sono uno di quelli convinti che se mangi gli animali devi anche essere disponibile a vederli morire, altrimenti son capaci tutti.
    Ovvio che parlando di campi e cugini calabresi le decine di uccelletti che venivano giù a grappoli con ferite pressoché invisibili, nulla erano a confronto con quello che si aveva modo di vedere sotto natale quando era il turno di capretti e maiali.

    L'estate scorsa gli ho chiesto se un giorno mi farà vedere l'intero processo che porta il coniglietto bianco tanto carino che mi mostrava e al quale passavo il classico filo d'erba, al piatto in cui finirà circondato da patate.
    Non abbiamo avuto modo/tempo né lui ha capito l'importanza di quella mia richiesta, ma insomma per gente di campagna la cosa è come se qualcuno chiedesse a me se un giorno gli farò vivere l'inebriante esperienza di attraversare un viale con controviale.
    Voglio dire, capisco la perplessità, ma alla fine a me tutto quello che avviene da quando è un batuffolo bianco morbidissimo a quando è solo morbidissimo manca e quindi prima o poi stringerò i denti e vedrò che fare.

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    1. perdonatemi l'italiano, sono a pezzi, non dormo da notti e notti, non connetto e questo è il meglio che riesca a tirar fuori.
      un giorno scriverò di nuovo da minimo sindacale, prometto

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