9 aprile 2002

Perchè scrivo di meno? SCRIVODIMENOOOOOO????!!!! Beccatevi questo...





Mi dicono che latito… mi si segnala che scrivo meno di prima.

È vero.

Però parlo tanto.

Ma proprio tanto.

In un modo o nell’altro ci sono come so esserci io.

Da rompicoglioni insomma.

Che poi non ne faccio certo un problema di parole. Semplicemente scrivo perché mi piace e perché così racconto. E come ogni cosa che piace ha la sua curva. A volte va su e a volte va giù. Quando è su mi ci dedico praticamente ogni minuto. Quando è giù mi dico soltanto che avrà i suoi motivi per esserlo e aspetto che torni su da solo. Che sembra una roba complicatissima e mentalissima, ma in realtà non è che un…come dire…. approccio sessuale ad ogni cosa. Chissà se questa si capisce. È come la mia passione per la chitarra classica. In tutto ho studiato per 8 anni. Ma distribuiti in 18. Ogni due o tre la curva scendeva e io mi fermavo per poi risalire e ricominciare. Ho iniziato in prima media. E per tre anni sembrava fosse il mio futuro. Poi ho smesso. Non prima però di fare un esame di ammissione in una scuola in cui era davvero difficile entrare. Lo passai. E decisi di non andarci. Forse il mio impuntarmi sempre per riuscire a fare in modo di essere io a rifiutare e mai il contrario stava già venendo fuori allora, perché in fondo è lo stesso gusto con cui oggi accetto di valutare proposte alle quali so già che dirò di no. E con questa ammetto tranquillamente di essere più che consapevole di essere un soggetto da analisi!!! Sta di fatto che per tre anni non toccai nemmeno più la chitarra. Poi un giorno mi tornò la voglia e come se non avessi mai smesso la ripresi. Niente, non ricordavo più niente. E dovetti ricominciare a studiare. Altri due anni. Poi di nuovo…e poi ancora. L’ultima esattamente due anni fa. Era la mia passione. Ogni settimana in qualsiasi condizione mi facevo il mio bel viaggettino a Pavia per andare dalla persona che più di tutte nella mia vita mi ha fatto venire più volte i brividi. Non esisteva altro. Io Franco lo dovevo sentire almeno una volta alla settimana suonare. Ed era così pazzescamente emozionante che non mi fregava un cazzo se suonava durante quell’ora che io in realtà stavo pagando come lezione. Per me non esisteva altro. Io mi stavo pagando quello. E stavo imparando cosa vuol dire suonare la chitarra classica. E io di soldi ne ho buttati non pochi nella mia vita, ma davvero quelli sono gli unici che rispenderei esattamente così. Io per due anni ho assistito ogni settimana al mio concerto personale. E credetemi di concerti si parlava. E non dico “parlava” a caso. E chi mi conosce magari non può sapere quanto per me fosse grande quel periodo, perché non è che mi si legge nel pensiero, ma chi davvero mi conosce basta che faccia caso al fatto che quello è stato forse l’unico momento della mia vita in cui stavo facendo una cosa per cui io spontaneamente IL SABATO mi svegliavo alle 8:30 da solo e pimpante il che vuol dire davvero (per me) una passione vera!!!E guardavo come si costruiscono gli strumenti perché è anche liutaio e il motivo per cui lo è, è davvero banale, è semplicemente perché chi gli strumenti non li suona soltanto, ma li vive, per forza di cose finirà col costruirseli, pur di farli a propria immagine e somiglianza, in modo che parlino davvero con le parole personali e proprie. Ed è difficile da spiegare se non lo si è mai ascoltato, ma io le ho sentite. Le stesse parole dette con strumenti apparentemente identici ma in realtà diversi, alla fine smettono di essere le stesse parole. Cambiano. È pazzesco ma cambiano. E se qualcuno ti insegna in che modo sentire come cambiano, tu nel momento in cui ci riesci la prima volta ti senti così ubriaco da pretendere di riviverle di nuovo, subito, come prima, per favore! E se non sei capace tu di rifarlo pretendi che sia lui a fartele risentire e non chiedi altro. E lui te le vuole raccontare esattamente come dice lui, non come le direbbero tutti. E se deve usare una chitarra per dirtele, farà in modo che a parlare sia una chitarra che è nata da lui. Proprio fisicamente intendo. E non mi fregava un tubo se io imparavo o meno, o se stavo sprecando tempo/soldi di lezione, davvero non me ne fregava un tubo, perché io magari non ho imparato a suonare la chitarra come avrei potuto, ma cazzo ho imparato ad ascoltarla come mai avrei immaginato. E questo per me era già un motivo per sentirmi pieno. Persino la ragazza con cui stavo aveva capito che il mio era diventato un bisogno fisico di emozioni che solo in quel modo vivevo. Che certo non sono le uniche, ce ne sono mille altre, ma quelle quando le provi non le vuoi più perdere, e non le sostituisci con nient’altro. Oh cazzo se potessi mettere in sottofondo a ‘sto post un suo pezzo, quanto sarebbe tutto più chiaro! E lei aveva capito che non le stavo sottraendo nulla, anzi, che non era una gara, quelle erano quelle e se sei intelligente ti ci affianchi e stai in silenzio, che se impari ad ascoltarne un po’ anche tu non hai che da guadagnarci. E lei è stata intelligente, e si è messa accanto, e mi prestava la macchina pur di vedermi tornare con quella faccia li che poi per tre giorni mi piazzavo seduto al centro del salotto a suonare cose che lei credo abbia detestato per quanto erano noiose e pure eseguite male, ma si viveva insieme, e con me si era portata in casa pure il mio bel bagaglio di rotture di palle, ma io mentre ME le suonavo in realtà dentro le sentivo per come le avevo ascoltate da lui, e così le rivivevo per come IO le potevo vivere. E lei così silenziosamente accanto da arrivare a decidere di farmi uno dei più grandi regali che abbia mai ricevuto nella vita, e non per il valore economico, pure alto, ma perché davvero è stato come per Nicolas Cage ricevere la bottiglietta d’argento in Via da Las Vegas, che in realtà è come sentirsi dire “Fai schifo ma da adesso lo farai con stile”. Particolare come sensazione, ma anche se sembra brutta in realtà è una dimostrazione d’amore pazzesca, perché non è rivolta a te, ma alla tua passione. E significa davvero essere dentro ad una persona. Grazie Lella. Anche se non mi leggi so che mi senti lo stesso. Somma…vedi che parlo tanto? Tutto questo per dire (citazione da un’amica…) che ora sono un paio d’anni che non ho più toccato la chitarra, fino ad un paio di settimane fa. Quando un pomeriggio l’ho presa, come se niente fosse l’ho tirata fuori dalla custodia, ho pulito un po’ il manico, le ho piazzato le sue belle sei corde nuove nuove che credo le siano mancate anche un po’ visto che una chitarra senza corde fa proprio tristezza quasi fosse la donna nell’armadio, che puoi anche tenercela un anno, ma vestila comunque bene che lei è contenta…ops…ho divagato…e sicuramente anche perso punti (AH!AH!AH! …troppe canne lo so!) …dicevo di averle ridato le sue corde che già girare le chiavette come due anni fa ti sembra di mettere in moto un vecchio Ferrari restaurato, le ho tirate un po’ più del necessario come si deve perché capisca che tra un po’ la svegli, l’ho rimessa nella sua bella custodia e adesso, pian piano, si sta stiracchiando il giusto dopo un lungo riposo, le sue belle corde si stanno assestando come preferiscono e in assoluto silenzio sta aspettando che la ritiri fuori di nuovo, come la settimana scorsa, che pensando fosse pronta ho provato a farle dire qualcosa, senza però riuscirci come pensavo. E allora l’ho rimessa a nanna ancora qualche giorno, finchè non avrà di nuovo voglia di dirmi qualcosa di bello. Ommmadonninaquantoparlo! Tutto questo per dire cosa? Ah…già… mi si segnala che scrivo di meno. Penso di essermi fatto abbondantemente perdonare stasera, se mai ce n’era bisogno. Oggi è così…Però parlo….parlo….mamma quanto parlo…. Diciamo che la mia immensa e particolarmente ambita dose di saggezza e simpatia ho deciso attualmente di dedicarla tutta ad una persona che si sentirà la donna più fortunata del mondo per il fatto che ‘sto popò di culo (simpatico gioco di parole nato in seguito all’uso di sostanze stupefacenti liberamente miscelate con del buon barbera che in realtà significa solo “fortuna”) è capitato a lei!!! (…buh!….) e per questo motivo, necessariamente il tempo per scrivere si riduce. Ma sono curve (sottile questa!! AH!AH!AH! basta canneeeeee!!!!!)…curve…un sacco di curve… una su…l’altra giù… curve di interessi che vanno su e giù. Mai ferme però. Facciamo così, se smettessi di scrivere e mi capitasse di suonare qualcosa di bello magari ci piazzo un bell’mp3 al posto di milioni di parole. Che se riuscissi davvero a suonarle come dico io altro che parole…si vabbè non ricomincio… Che poi mi si dice che parlo troppo. E io li mi dovrei di nuovo perdere in milioni di parole per spiegare che lo so, ma non lo considero un difetto. Ovviamente.

Ah… dimenticavo… c’è un altro motivo per cui forse scrivo meno… evidentemente le sedute di autoanalisi stanno dando i loro frutti, e ne ho bisogno sempre meno… ora preferisco parlare dal vivo perché in fondo si sta bene dal vivo. E li…purtroppo per chi mi sta accanto… saranno cazzi davvero!!! Perché quanto parlo….mamma quanto parlo…. Gli altri almeno possono spegnere il computer…

TU no.

Ammmmmore.

Sei ancora in tempo, pensaci.

Poi non dire che non ti avevo avvisata.

I.O.P.A.R.L.O.T.A.N.T.O.

‘Sta volta non mi s’incula più (scusa la finezza linguistica)…da adesso le cose le metterò sempre prima per iscritto! Pubbliche e disponibili per chiunque.

Sai com’è… Non è sfiducia… è che sei una donna…e me lo ricordo bene.

E d’ora in poi cercherò di non dimenticarmelo mai!!!

AH!AH!AH!

Buongiorno.

…Ma come si fa a non amarmi???…

Mah…

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