7 settembre 2002

comprofagìa





C’è una malattia nuova, nata negli ultimi decenni.

Si chiama “Incapacitus de no comprare cosae che costum mino di deca euri”

E io ne sono affetto in maniera cronica.

Non sono uno che risparmia, decisamente, ma non ho mai comprato cose care.

È una cosa psicologica, non essendo ricco ho stabilito che tutto ciò che costa più di quello che secondo me dovrebbe costare, non è destinato ad essere comprato da me.

E quindi non sento la mancanza di beni particolarmente cari o di valore, vedi la macchina, i vestiti, orologi ecc.

Questo è dovuto anche al fatto che lavorando nel campo del “lancio nuovi prodotti” sono costantemente al corrente dei modi con i quali le aziende stabiliscono i prezzi, e questo fa si che l’unica cosa che cerco di mantenere nella mia vita è la voglia di rimanere fuori da quella fascia di popolazione che le aziende, anche grazie al mio aiuto, costantemente inculano.

Si chiama marketing, ma non è altro che “come giustificare il fatto che l’80% del prezzo di ogni prodotto attuale va a finire nelle tasche di un sacco di gente furba, tra cui io.

Ecco allora il rifiuto di far parte del “target”.

Sarei scemo, e non lo sono.

Ma cosa succede a quelli come me?

Succede che essendo a nostra volta una categoria precisa e nemmeno troppo ristretta, i simpatici uomini di marketing hanno creato dei posti dove quelli come me vengono fregati tanto quanto gli altri.

Ikea come paese dei balocchi.

Forte di questa consapevolezza, mi sono sempre rifiutato di entrarci, certo che la malattia di cui sono affetto mi avrebbe impedito di non spendere decine di euro in stronzate che non mi servono ma che sono li ad aspettare me, ben disposte su scaffali con cartellini prezzo sui quali scrivono cifre sempre diverse ma che quelli affetti dalla mia malattia leggono sempre come “guarda quanto poco costa questa cosa qui anche se non mi serve sarebbe stupido non approfittare dell’occasione”.

Lo sapevo, l’ho sempre saputo, l’ho sempre capito sfogliando il catalogo che puntualmente ci piazzano in casa.

IO NON CI DOVEVO ENTRARE LA!

Io sono così.

Se entro in un posto e leggendo un prezzo provo la sensazione di aver di fronte gente onesta, io, in segno di riconoscenza, compro, sempre e comunque qualsiasi cosa sia.

Ecco perché non ho soldi da parte ma nello stesso momento non ho beni di valore.

Sono pieno di stronzate di cui non ho bisogno ma che costavano troppo poco per lasciarle li.

L’alibi è sempre lo stesso, “potrebbe sempre tornare utile”.

Ikea è strutturata così.

Un enorme posto dove su ogni scaffale c’è una cosa che potrebbe tornare utile e che costa così poco da non farti pensare di non potertelo permettere.

Lo sapevo lo sapevo lo sapevo.

SONO MALATO!

Ce l’hanno fatta anche con me!

E adesso ho un centinaio di euro in meno in tasca, ma ho un bellissimo porta tv da parete con porta videoregistratore annesso che invece di regalarmi piacere mi ha stampato in testa fissa da 24 ore la sgradevole costante sensazione che tra poco crolla tutto perché non può sostenere tutto quel peso, due dico due ciotole monoporzione da insalata che a me fanno impazzire perché li uso come piatti da primo, essendo due etti la mia dose minima di pasta ed essendo perfetti per mescolare e gustare la pentola di sugo con la quale sempre la condisco e soprattutto perché mi piace un sacco avere i piatti particolari a due a due chissà perchè, un bellissimo scolapasta di quelli a retina metallica che già ce l’avevo lo scolapasta, ma se ci scolavo il riso la metà finiva fuori adesso c’ho anche lo scolapasta a retina metallica che sembra che mi abbiano inculato perché ce l’avevo già, ma io l’ho comprato pensando che mi serviva uno scolariso e così la coscienza se n’è tornata a posto, un ceppo di coltelli che ho sempre sognato un ceppo di coltelli, ma in tutti i posti ti dicono che è un lusso mentre all’ikea ti dicono che secondo loro anche tu lo meriti e allora te lo fanno pagare un terzo e infatti ora anch’io c’ho un ceppo di coltelli che possono sempre tornare utili soprattutto viste le mie recenti fidanzate, due portaspezie da parete che era un mese che lo cercavo ma ogni volta che lo trovavo ci dovevo comprare annesso una griglia da parete di due metri quadrati in vero titanio marziano sulla quale oltre al mio portaspezie ci avrei dovuto appendere mestoli, porta tovaglioli, porta cazzi e mazzi, mentre all’ikea c’era solo questo e costava poco e io per ringraziarli ne ho comprati due non si sa mai metti che non avevo contato bene le spezie da metterci poi che avrei fatto ne avrei lasciate fuori alcune? E scegliendo in base a cosa? La paprika dolce ha più motivi della paprika forte di meritarsi un suo portasestessa? Io in quanto uomo di sinistra difensore delle pari opportunità ne ho comprate due che tanto costava meno di dieci euro, e non mi hanno mica fregato a me, no no, ah, ah, a me nessuno mi frega a me, no, no, e sei dico sei baloon da vino rosso che certo non erano indispensabili, ma il vino rosso merita i suoi bei bicchieri adatti e io merito i miei bei bicchieri adatti e adesso ne ho sei che me ne sarebbero bastati due, ma costavano così poco che non vedo perché privarmi della sensazione di essermi regalato un bel servizio di baloon da vino rosso ora ce li ho anch’io e non so dove metterli perché non avendo pensato di comprarli non avevo nemmeno fatto spazio e provate voi a trovare spazio per sei dico sei baloon da vino rosso.

Un centinaio di euro in meno, ma i sintomi della malattia placati per qualche tempo.

Non ci si può far niente.

È così.

Ieri mica mi ero alzato pensando di aver bisogno di quelle cose lì, ma sono andato a dormire contento di averle comprate.

Sono target consapevole.

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