23 settembre 2002

la critica è concorde nel ritenerci sudici





Oggi il telefono è stato bravo.

Le famose notti della settimana scorsa sono state impiegate per produrre un film di tre minuti e rotti che di particolare aveva la destinazione finale, uno schermo da cinema largo 15 metri (DICO 15 METRI) e alto qualcosa tipo 8.

Avevo già fatto un lavoro per il cinema, una pubblicità nemmeno troppo particolare, ma qui si parla di tre minuti su uno schermo grande quanto quelli dei multisala multimedia multipoltrona multipopcorn che oggi strabiliano così tanto ma molto più grande e studiato apposta!

Ma, c’è un “ma”, la partenza per il famoso tour in corso, essendo già un altro lavoro, mi ha impedito di poter andare a vedere dal vivo in dimensioni reali quello che per una settimana ho solo potuto immaginare. Da li allora la richiesta, fatta a chi mi ha fatto fare il lavoro e che è andato a vederlo, di telefonarmi per dirmi com’era l’effetto finale in grandezza finale.

“Bruno è un peccato che tu non possa vedere il tuo lavoro così grande finalmente libero di creare l’effetto che volevi. Ma credimi ora puoi vantarti davvero, perché da oggi potrai dire di aver fatto cinema”.

Non ho una sola parola da aggiungere più grande di quelle.

E se poi non fossi soddisfatto per motivi che in questo periodo mi rendono un pochino difficile il buon umore e volessi buttarla sul venale, a conferma della mia rischiosissima regola secondo la quale io non dico mai quanto costo prima di aver consegnato il lavoro perché tanto so che dopo nessuno mi dice di no, l’altra persona, quella che paga, mi ha detto che per questo lavoro, prima di chiamare me, l’unica indicazione data a chi mi ha chiamato è stata “Non hai limite di spesa”, e dato che essendo io uno secondo il quale l’opinione è solo la mia, e la matematica di conseguenza, sono tornato a Milano stasera, calcolando che questa volta 1+1 farà parecchio più di 2.

Del resto…faccio cinema.

Oggi il telefono è stato bravo.

Mi ha anche promesso un tramonto che non vedo l’ora di vedere.

Ma più di tutto oggi il telefono è stato bravo.

E mi ha detto che mio fratello ha finalmente di nuovo riso.

Una volta sola, certo, ma se per me che sto bene 1+1 non fa 2, non riesco ad immaginare nella sua testa cosa voglia dire anche un solo istante di allegria.

Mi verrebbe da brindarci sopra con lui, se non fosse per il fatto che purtroppo a volte 1+1 fa davvero uno spietato 2.

Coraggio Vale.

Non oso immaginare cosa ci sia dentro di te in questo momento, non credo sia immaginabile da chi non è te in questo momento, ma ti posso giurare che so cosa c’è fuori di te, e dato che già prima mancavi, vorrei comunicarti che il mio celebrato e definitivo ingresso nel mondo del cinema ha reso (se possibile) ancora più urgente il tuo ritorno all’interpretazione del tuo personaggio nel mio film, perché io mi sono occupato sempre del palco, e ora sono finalmente stato riconosciuto come grande anche nell’occuparmi dello schermo del fondale, ma purtroppo non esiste una sola altra persona al mondo che possa interpretare il ruolo che è tuo.

La gente fuori aspetta la riapertura dello spettacolo.

Non posso continuare ancora per molto a raccontare loro che stiamo solo riverniciando i camerini e soprattutto i miei monologhi stanno iniziando a diventare un pochino monotoni generando i primi momenti di ovvia insofferenza.

Domani ti compro un regalo.

È un po’ che non spendo i miei soldi per te.

In maniera spontanea intendo!!!…AH!AH!AH!

Ti amo.

Ma non aspettarti mai più per questo una fiaschetta d’argento.

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