18 settembre 2002

grazie





È tardi adesso per mettermi a descrivere il concerto.

È tardi per iniziare adesso a parlare di cosa è per me la musica dal vivo.

Ma poi sarebbe comunque inutile, perché tanto lo puoi capire solo se hai suonato uno strumento, se l’hai avuto tra le mani, se sei salito su un palco almeno una volta nella tua vita, fosse anche per un saggio e se hai avuto le luci in faccia quelle che ti nascondono sempre il vero numero di persone che hai davanti e hai provato la paura di sbagliare e hai visto le luci girarsi verso il pubblico quando toccava a lui farti sapere che c’era.

Amo la musica dal vivo, qualsiasi, ho visto concerti trash come concerti al conservatorio, basta sia musica, ma è tardi adesso per parlare del perché basta che sia dal vivo per me per essere bella.

Ma poi per parlare di cos’è stato il concerto di Daniele Silvestri dovrei riuscire a tradurre in parole quello che ho ancora in testa, e le mie mani sulla tastiera non corrono così veloce.

Angoscia? E cos’è?

Quanto sia lontana dalla gioia di stasera è una cosa che la mia tastiera nemmeno ha i tasti adatti.

Non lo so qual è il tasto per scrivere i salti, non saprei quale tasto usare per parlare delle luci, ne per raccontare come sia possibile per un trombettista uscire dal suo quadrato di palco per arrivare davanti al bordo e iniziare a suonare la tromba senza un microfono in mezzo a migliaia di persone che solo mentre ascoltano si rendono conto che ogni battito di mani copre quello che sta cercando di dire lui, e lentamente sentire il silenzio che lascia spazio alla tromba, che senza microfono diventa solenne, perché è un silenzio irreale quello che la ascolta, interrotto solo da chi zittisce il vicino che non ha capito cosa sta succedendo, per poi esplodere in migliaia di mani che ringraziano quello che la tv non inquadra mai e che a quel punto si prende la sua parte di gioia e ringraziamenti, per lasciare spazio ad una batteria che non solo ti riautorizza a ricominciare a saltare di gioia, ma ti dice anche quante volte lo puoi fare e ti accompagna e ti corregge e ti saluta e ti dice che tu sei felice grazie a lui tanto quanto lui è felice grazie a te, e lui che in tv ti sparano sempre luci bianchissime in faccia per le telecamere, diventa una semplice sagoma fatta da un ombra i cui contorni sono disegnati da un sola luce buia che ti deve solo dire in che direzione ascoltare quei colpi che solo dal vivo non hanno problemi ad attraversare quello davanti a te per arrivare a te e passare poi a quello dietro di te senza perdere per strada nemmeno un pezzo e solo dal vivo senti ogni singolo colpo e ogni singola nota e guardi ogni singola mano e salti e salti e salti e salti e urli e ridi cazzo soprattutto ridi perché è musica quella che stai guardando e non sei mai stanco e non hai caldo e non hai sonno e non hai fame e non te ne frega un cazzo se fuori il mondo va a puttane perché tu hai deciso di stare dentro e di continuare a saltare e di continuare a ridere e di continuare a vivere con la certezza che se il cuore è un ritmo un motivo c’è, quando fai fatica a sentirlo alza il volume al massimo e ridi.

E vaffanculo al resto.

Senti che cuore che ho.

Guarda che mani che ho.

Guarda che faccia che ho.

Suona ridi canta salta urla mangia scopa tocca balla esulta fischia gioisci.

Fondamentalmente gioisci.

Sempre.

Non perdere mai questo.

Il resto verrà sempre da se.





Niente canzoni tristi stasera tempo funcky inizia a saltare e grida.





Voglia Di Gridare



Vorrei che tu partissi con un tempo house

che iniziasse con via e che finisse con ciao

nessun bisogno di una melodia

devi solo ricordarti di partire quando dico via

Adesso ci vorrebbero le note basse

sono quelle che trascinano e che spaccano le casse

niente di difficile, fai solo così

la, la, sol, si



Allora, gli anni ottanta sono ormai finiti

sono stati noiosi come i loro miti

di una cosa sola noi non siamo stanchi

di una buona chitarra... una chitarra funky



Ti è mai venuto in mente che a forza di gridare

la rabbia della gente non fa che aumentare

la forza certamente deriva dall'unione

ma il rischio è che la forza soverchi la ragione



Immagina uno slogan detto da una voce sola

è debole, ridicolo, è un uccello che non vola

ma lascia che si uniscano le voci di una folla

e allora avrai l'effetto di un aereo che decolla



La gente che grida parole violente

non vede, non sente, non pensa per niente



Non mi devi giudicare male

anch'io ho tanta voglia di gridare

ma è del tuo coro che ho paura

perché lo slogan è fascista di natura



Quando applaudi in un teatro, quando preghi in una chiesa

quando canti in uno stadio oppure in una discoteca

Sei tu quello che canta, è il tuo fiato che esce

ma il suono intorno è immenso e cresce, cresce



Il numero è importante, dà peso alle parole

per questo tu ogni volta prima pensale da sole

e se ci trovi il minimo indizio di violenza

ricorda che si eleverà all'ennesima potenza



La gente che grida parole violente

non vede, non sente, non pensa per niente



Non mi devi giudicare male

anch'io ho tanta voglia di gridare

ma è del tuo coro che ho paura

perché lo slogan è fascista di natura



Non mi devi giudicare male

anch'io ho tanta voglia di gridare

ma è del tuo coro che ho paura

perché lo slogan è fascista di natura



Va bene adesso controlliamo se ricordi la fine

quando dico ciao stacca tutte le spine

ciao

no, no, non ci siamo capiti

ho detto controlliamo se ricordi la fine

quando dico ciao stacca tutte le spine



no, no, non è questo che intendevo

ho detto controlliamo se ricordi la fine

quando dico ciao stacca tutte le spine

ciao

va beh, ma allora

allora niente

ma è del tuo coro che ho paura

ho detto controlliamo se ricordi la fine

ciao

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