30 marzo 2008

Con Versione

Dicevo che, anche a giorni di distanza, sui vari media manca ancora una parola riguardo al vero colpo di genio della chiesa riguardo alla conversione spettacolo di Allam (Cristiano, sì, scusate).

Ché sì, avere dalla propria parte uno che, da musulmano, indica nei musulmani il male assoluto certo è vantaggio non da poco per chi incendiava le piazze semplicemente perché, da papa, dire la stessa cosa ha un peso diverso.
Insomma ora possono dire “Finché lo dicevamo noi potevate anche incazzarvi, ora lo dice uno di voi, come la mettiamo con la verità assoluta? Se non è assoluta adesso, quando lo è?”.

Ma qui l’ufficio marketing del vaticano si era limitato all’ABC del perfetto p(i)anificatore, niente di particolarmente sofisticato.
Certo il manifesto ora è perfetto, hanno sistemato i retini, rimesso a posto il payoff, trovato il testimonial migliore del mondo, lui è contento e va bene così.

Ma la sottigliezza, il vero punto geniale della strategia, è un altro ed è su questo che mi stupisco di non aver letto manco una riga.

La sottigliezza, il genio del papa, sta tutto in un aspetto preciso e unico che differenzia Allam (Cristiano) da tutti gli altri convertiti: la sua condanna a morte è pubblica e nota da tempo.
Capito il genio?
Ora, se lo faranno fuori, faranno fuori un cristiano che ci è andato volontariamente incontro con la spada della luce in mano e la sua sola fede a fare da scudo.
Uno che l’ha pure detto che ora che è Gesù a fargli da guida, la sua morte non lo spaventa più ma, anzi, lo rende più forte e convinto di stare dalla parte giusta (unica) del cielo.
Il genio dell’ufficio marketing del vaticano non è stato nel battezzare un cristiano d’eccezione, ma nell’assicurarsi che se lo fanno fuori sarà un ineguagliabile martire.
Non è sull’inizio del suo nuovo cammino che hanno voluto mettere il sigillo, ma sulla sua eventuale fine.

Pensa che occasione persa, per il vaticano, se lo avessero fatto fuori magari il giorno prima della conversione.
Uno dei tanti vittima di una delle tante fatwa, un Van Gogh qualsiasi, uno dei tanti coraggiosi (questo sì, va detto) che nemmeno un punto avrebbe segnato a favore della causa cattolica perché ancora musulmano vittima dei musulmani.

Ora non più.
Il vaticano s’è garantito i diritti sulla sua eventuale eliminazione, ora non è un musulmano qualsiasi, uno di quelli citati dallo stesso Allam (Cristiano) (Oh, non mi ci abituo ancora) che rischiano la vita per la conversione, no, ora è uno che addirittura è stato scelto dal papa in persona e quindi dallo spirito santo in persona quello che verrebbe eliminato.
Pensa che cappotto (nel senso di punti) per la chiesa.

Prima se lo sono accaparrato garantendosi che da adesso in poi di illustre martire si tratterà in caso venisse emessa la sentenza (e ora sì che varrà tanto oro quanto pesa), poi appena lui ha scritto la sua letterina di natale si sono subito prodigati per dire “Oh son parole sue, eh!” in modo da non rendere la fatwa qualcosa di più grande di quanto non lo fosse fino al giorno prima, ché se quella lettera fosse diventata la parola della chiesa, non più di singola fatwa si sarebbe trattato ma di scontro ai vertici e lì qualcuno avrebbe potuto cominciare a pensare che forse non sarebbe stato più il caso.

Sono dei fottuti strateghi, da quel lato là del tevere.
Mi ricordano un sacco lo Stato quando Falcone chiedeva il toner per le fotocopiatrici e quelli gli rispondevano “Non ci sono soldi ma siamo un sacco con te in questa battaglia tu combattila lo stesso, eh, non mollare, eh, fino in fondo, eh! Là, in fondo a destra, vai vai, comincia ad avviarti ché noi arriviamo appena troviamo i toner, tu intanto vai, vai, vai in nostro nome”

Dalla lettera di Magdi Cristiano Allam:

“[…] Caro Direttore, mi hai chiesto se io non tema per la mia vita, nella consapevolezza che la conversione al cristianesimo mi procurerà certamente un’ennesima, e ben più grave, condanna a morte per apostasia. Hai perfettamente ragione. So a cosa vado incontro ma affronterò la mia sorte a testa alta, con la schiena dritta e con la solidità interiore di chi ha la certezza della propria fede. E lo sarò ancor di più dopo il gesto storico e coraggioso del Papa che, sin dal primo istante in cui è venuto a conoscenza del mio desiderio, ha subito accettato di impartirmi di persona i sacramenti d’iniziazione al cristianesimo. Sua Santità ha lanciato un messaggio esplicito e rivoluzionario a una Chiesa che finora è stata fin troppo prudente nella conversione dei musulmani, astenendosi dal fare proselitismo nei Paesi a maggioranza islamica e tacendo sulla realtà dei convertiti nei Paesi cristiani. Per paura. La paura di non poter tutelare i convertiti di fronte alla loro condanna a morte per apostasia e la paura delle rappresaglie nei confronti dei cristiani residenti nei Paesi islamici. Ebbene oggi Benedetto XVI, con la sua testimonianza, ci dice che bisogna vincere la paura e non avere alcun timore nell’affermare la verità di Gesù anche con i musulmani.[…]”

Ecco.
La differenza con Falcone è che Falcone l’aveva capito benissimo che non era per paura che lo stato non gli dava i toner.
Falcone lo sapeva benissimo, da che parte del (de)toner era seduto lo stato.
Ad Allam la cosa mi pare invece sfugga un po’.
Ma si sa, la luce forte restringe sempre un po’ il campo visivo.

Naturalmente se prima non me ne poteva fregar di meno, oggi mi (gli) auguro davvero di non essere mai vittima di quella fatwa.
No, mica per lui, ché alla fine ognuno è libero di esser contento di ciò che gli pare.
E’ che un punto così alla chiesa proprio non glielo voglio veder segnare.


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