Salgo a bordo (cazzo!) e automatico mi nasce il gesto legato ai decolli.
Nulla a che fare con scaramanzie o timori, ma semplicemente con le occasioni, perché anche se prendi trenta aerei l'anno il decollo è sempre un momento emozionante e i momenti emozionanti sono quelli che chiedono di essere condivisi.
Così a ogni decollo l'ultimo gesto prima di spegnere il telefono era una piccola foto fuori dall'oblò da mandare alla persona che amavo per dirle Ehi, sei con me, ti sto portando in volo, ovunque vado andremo.
Un giorno mentre stavo scattando, il volo era per la Tunisia o un paese un po' nervoso non ricordo quale, la hostess mi ferma e con l'inglese meno femminile che abbia mai sentito mi chiede cosa stia fotografando, dato che a detta sua regole di sicurezza proibiscono di fotografare aerei dall'interno o piste di decollo.
Con l'inglese più sereno di cui disponevo le spiego che non sono un terrorista, sto solo mandando un pensiero al mio amore.
Tornata femminile la hostess mi prende il telefono, mi inquadra e mi dice "Allora ci penso io, sorridi".
No, le spiego, non mando quello che che vedono i tuoi occhi, mando quello che vedono i miei.
Non è Guarda dove sono, è Guarda come fossero i tuoi.
Capisce, mi sorride, mi ridà il telefono e mi saluta.
Nulla a che fare con scaramanzie o timori, ma semplicemente con le occasioni, perché anche se prendi trenta aerei l'anno il decollo è sempre un momento emozionante e i momenti emozionanti sono quelli che chiedono di essere condivisi.
Così a ogni decollo l'ultimo gesto prima di spegnere il telefono era una piccola foto fuori dall'oblò da mandare alla persona che amavo per dirle Ehi, sei con me, ti sto portando in volo, ovunque vado andremo.
Un giorno mentre stavo scattando, il volo era per la Tunisia o un paese un po' nervoso non ricordo quale, la hostess mi ferma e con l'inglese meno femminile che abbia mai sentito mi chiede cosa stia fotografando, dato che a detta sua regole di sicurezza proibiscono di fotografare aerei dall'interno o piste di decollo.
Con l'inglese più sereno di cui disponevo le spiego che non sono un terrorista, sto solo mandando un pensiero al mio amore.
Tornata femminile la hostess mi prende il telefono, mi inquadra e mi dice "Allora ci penso io, sorridi".
No, le spiego, non mando quello che che vedono i tuoi occhi, mando quello che vedono i miei.
Non è Guarda dove sono, è Guarda come fossero i tuoi.
Capisce, mi sorride, mi ridà il telefono e mi saluta.
Nello stesso momento a casa accadeva la stessa magia.
Appena arrivava la foto che dimostrava il mio essere sull''aereo, anche lei prendeva il telefono si truccava sexy si metteva i vestiti provocantissimi la collana speciale e per dire Ehi guarda qui da cosa stai lontano, fotografava ciò che gli occhi del suo amore vedevano in quel momento e mandava le foto che dicevano anche loro Guarda dove sei, guarda sei qui, tu ci sei.
Era bella questa gara di romanticismo che abbiamo giocato ogni volta che partivo, era bello ogni volta che tornavo sentirmi sfidare a esserne all'altezza, leggere negli occhi la sicurezza di chi mi diceva Vinco io, tu non sei all'altezza del mio romanticismo, io sono più romanticissima di te e tu non mi starai mai dietro però ti amo lo stesso e io dicevo Vedrai! Vedrai la prossima volta che parto chi vince!
E la volta dopo ricominciavamo a giocare a chi vinceva.