25 novembre 2001

Accomodati pure

Domenica. E come ogni domenica si pulisce casa.

E’ domenica e non si sfugge. Ma oggi devo impegnarmi di più, perché stasera ho gente a cena.

Bello. È tanto che non faccio una serata alla mia tavola.
Una volta era la mia vita. Almeno una sera ogni due la mia tavola accoglieva gente.

È strano quello che succede intorno alla propria tavola, è bello. Il più delle volte la gente non se ne accorge, ma chi ha una propria tavola capisce cosa intendo. È un posto dove se si è bravi si possono condurre trattative umane, battaglie feroci, arringhe legali, sermoni domenicali, strategie militari, corteggiamenti clandestini. E tutto senza che gli ospiti se ne rendano conto. La propria tavola è un posto dove si ottengono risultati con sottili giochi che senza lasciare traccia arrivano puntualmente a destinazione.

A te, che stasera sarai educato con me darò il posto migliore, cosicché non ti dovrò disturbare ogni volta che mi sposterò.

A te, che sei a casa mia perché amico di amici di amici, e presuntuosamente mi avrai fatto capire che ti devo servire solo perché sei ospite, lascerò lo sgabello rotto, quello che solo io so essere fragile se non sai come sedertici, cosicché entro la prima mezz’ora il tuo essere altezzoso venga sotterrato da tonnellate di risate della mia tavola sotto la quale sarai rovinosamente finito.

A te, che non mi conosci ma ti sarai dimostrato corretto e rispettoso, porgerò la prima porzione, dopo aver servito le donne, in modo che ti senta omaggiato di una precedenza che saprai essere legata semplicemente al tuo esserti comportato bene, cosicché la prossima volta che ti inviterò sarai altrettanto corretto e rispettoso, felice di godere di una femminile precedenza.

A te, che penserai che la mia tavola sarà il tuo podio per dire cose che a casa mia non voglio sentire, dirò di abbassare la voce ogni volta che aprirai bocca, ma solo perché è tardi e i vicini si lamentano, cosicché il tuo show non avrà più effetto e da solo deciderai di non parlare più perché non conosci altri modi.

A te, che vorrei conquistare chiederò se hai tutto ciò che desideri, senza specificare se parlo di pane, tovaglioli o sogni, in modo che il tuo cuore senta di essere coccolato senza aver avuto bisogno di esprimere disagio, cosicché quando distrattamente mi guarderai fare altre cose, senza rendertene conto i tuoi occhi mi guarderanno come uno che si sta prendendo cura di te.

A te, che mi guarderai di nascosto ogni volta che il tuo ragazzo sarà girato, darò da bere quel goccino in più, sufficiente per farti parlare con malizia, quella malizia che solo una donna con sogni clandestini sa usare, cosicché senza che nessuno se ne accorga avremo avuto una serata per noi due e per le nostre fantasie.

A te, che invece mi farai venire una gran voglia di cacciare tutti di casa e di buttarti sul tavolo per prenderti tra avanzi di cibo e candele consumate, darò il posto quello tra il banco e la tavola, in modo che ogni volta che dovrò alzarmi per prendere qualcosa, sarò costretto a sfiorarti poiché lo spazio per passare è stretto, cosicché ogni volta che i tuoi occhi mi faranno capire che stai sognando di essere presa sulla mia tavola, mi basterà alzarmi per andare al frigo per farti legare i desideri alle sensazioni.

A tutti darò ciò che desiderano in modo elegante, in modo che la mia tavola sia sempre sinonimo di *la tua tavola*.
A tutti offrirò la stessa educazione, offrendola ad ognuno in maniera personalizzata, ma sarà la stessa quantità per tutti.
A tutti farò capire che alla mia tavola rispetto porta rispetto, correttezza porta correttezza e stima porterà stima.
Finché vorrete stare alla mia tavola.

E quando vi alzerete…
A te che ti sarai sentita lusingata dirò torna, sapendo che lo farai per te stessa e quindi lo farai presto.
A te che sei caduto dirò mi dispiace, sapendo che tu avrai certamente capito che io non potevo non saperlo, e in questo modo ti avrò detto non farti più vedere senza essere stato costretto a portare tensione in tavola.
A te che mi guardavi di nascosto dal tuo ragazzo chiederò se ti ho fatto mancare qualcosa, sapendo che se hai tradito il tuo ragazzo tutta la serata, è perché ti sta facendo mancare qualcosa.
A te, che tanto mi hai desiderato dirò andate già via? Sapendo che a quel punto la palla passerà a te e se avevi già deciso di concederti, quello sarà il momento nel quale sarai costretta a decidere senza che io muova un dito.

A tutti farò capire che sono stato felice se loro saranno stati felici.
E chiuderò la porta con il cuore felice.
E tornerò in cucina.
E ti troverò in piedi, indecisa su come comportarti per non fare la figura della donna facile.
E a quel punto ti solleverò da qualsiasi altra decisione.
E ti prenderò sul tavolo, tra avanzi di cibo e candele consumate.
Era tutta la sera che volevo farlo.
E tu pure.
Quindi zitta e prenditi ciò che desideri.
Alla mia tavola saranno sempre tutti felici.

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