1 ottobre 2002

b.logo





A testimonianza della realtà, sempre più definita, dei blog come forma di comunicazione, adesso abbiamo anche il nostro blob.

A me sembra un'idea geniale, e nel citarlo, inserisco la mia implicita autorizzazione a fare di me e delle mie parole quello che si vuole, finché viene fatto così.

Se solo fosse una cosa che dura, sarebbe veramente bello.

La paura, è che come tutte le belle idee che richiedono impegno e costanza, tra poco smetterà di essere così presente e costante.

Spero di no.

Dopodichè, in un post all'insegna del link, ci rimetto dopo un anno il suo.

Perchè ha qualcosa di speciale, non so cosa però.

Un anno fa le feci un post che era una specie di dichiarazione d'amore, e in barba ai limiti della rete è una delle poche persone che non è mai riuscita a lasciarmi indifferente.

E' come se, nonostante sia un blog tanto quanto gli altri, avesse un mondo di blog comunque suo.

Una cosa tipo rillo e la sua famiglia nel suo irripetibile mondo nel quale il blog esiste solo perchè per scrivere un libro bisogna superare troppi imbecilli.

Lei è così.

Tu sei così.

Quel nome che sta nella lista che si ha in mente (e tutti noi ce l'abbiamo) quando si scrive il proprio, immaginando chi lo leggerà.

E' come se fosse silenziosa in ascolto per dire la sua ogni tanto.

E la differenza è che quando dice la sua, anche se rarefatta, è davvero la sua.

Parla sempre di lei, mai una virgola sul mondo esterno, sia esso fatto di blog o di terrorismo.

Lei dice la sua.

La sua sulla sua.

Che casino.

Ma chi ha visto le foto delle strade dove è cresciuta fatte dal motorino mi capisce.

E lo fa in una maniera che è solo la sua, quasi avesse un computer che nessun altro ha la possibilità di avere.

Perchè non puoi essere davvero così di tuo, senza aiuti da parte della tecnologia.

E la si attende come quando si attende un editoriale di chi scrive solo quando ne vale la pena.

Come quando senti che Benigni sta lavorando ad un nuovo film e attendi ansioso, e sai che vedrai una cosa che viene proiettata in un cinema solo perchè nessuno ha ancora avuto voglia di inventare una cosa nuova apposta adeguata all'abissale differenza che c'è tra film e poesia.

E ogni volta che ricompare ti dai ragione e acquisti motivi per la prossima attesa.

E ogni volta la usi come motivo per continuare a pensare che la rete ha dei lati stupendi.

E ti chiedi perchè non riesci a coglierla in fallo, in un atteggiamento che la renda umana, che la renda imperfetta, che ti faccia capire che è come te.

Ma non ci si riesce proprio, cara la nostra lapizia.

E salirei, credimi, in questo istante su un treno, per venire a conoscerti, per venire a toccarti, per vedere che ti vesti come tutto il resto del mondo.

Se non fosse per la assurda certezza che, secondo me, non esisti nemmeno.

Non puoi essere.

Se poi invece sei, allora, inchini, tappeti rossi e tutto quelle che desideri.

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