28 aprile 2010

L'occasione fa l'uomo ladro e quindi in galera

Passata nel totale silenzio dei media tutti, o quasi, è da poco legge quella che in termini sofisticati viene chiamata "Equo compenso"

A quell'altalena continua offerta dal governo, fatta di occasioni nelle quali fa sue le direttive europee perché "l'ha detto l'Europa" o se ne fotte in quanto organismo non sovrano che se vuole levare i corecifissi "possono morire", si aggiunge così questo mirabolante tassello attraverso il quale è finalmente nromalizzato il concetto di "guerra preventiva" o, più morbidamente, ti punisco prima che tu abbia commesso il reato perché potendolo commettere è come se lo avessi commesso.

In soldoni l'equo compenso è una tassa aggiuntiva che finisce dritta dritta nelle casse di quella SIAE sulla cui riforma (diciamo radere al suolo) nessuno pare mai rietenere importante spendere due parole, che da oggi si ritrova qualche decina di milioni di euro in più (secondo altri calcoli anche centinaia) derivanti da una tassa aggiuntiva sui supporti di memorizzazione digitale.
Aggiuntiva nel senso che la tassa già c'era e si pagava sui supporti digitali in quanto supporti, a prescindere da cosa uno ci mettesse sopra.

Non ritenuta sufficiente, se n'è aggiunta oggi un'altra, l'equo compenso appunto, che si basa su un principio semplice quanto delirante:
Se ti compri un supporto digitale, puoi metterci sopra la tua tesi ma anche il disco della Pausini e dato che c'è la possibilità che tu ci metta sopra il disco della Pausini, ora paghi i diritti sia sul supporto che sui dischi della Pausini.
Che uno dice "Ma sei cretino?"
E io rispondo "No no, è proprio così".
Sulla quota "cretino" di tale tassa basti dire che è pertinenza del Ministero dei Beni culturali e quindi a firma dell'illuminato Bondi, quello che un giorno sì e l'altro pur si bagna al solo piacere di pronunciare "Il governo Berlusconi non mette le mani nelle tasche dei cittadini!"

Il bello di questa tassa è che se prima i supporti coinvolti erano solo cd e dvd, oggi è estesa a qualsiasi cosa contenga una memoria digitale, quindi ad esempio anche i cellulari, gli hard disk, le chiavette usb e le consolle di videogame.
L'altro bello è l'entità della tassa: su un hard disk di qualche centinaio di giga, ormai la norma minima, si pagano anche 30 euro in più di tassa.
Conosco case di produzione che per archiviare i video in hd ne comprano anche dieci a settimana, saranno felicissimi di sborsare un migliaio di euro in più al mese perché la SIAE dice che standoci sopra, oltre a quelli della Pausini, pure quelli di Ramazzotti e Zucchero, è giusto che gli sganci i relativi diritti a prescindere dal tuo metterceli sopra o meno.

Ma il bello più bello non è nemmeno questo.
Il bello più bello è che questa tassa vuole proprio coprire i costi non del supporto in sé ma di quanto ci si memorizza sopra in termini di opere coperte da diritti, che tu ce le metta o meno appunto, perché se non li paghi a monte, te li pigliano a valle.
Concetto curioso già di suo, che diventa appunto delirante nel momento in cui uno si ritrovi con un brano comprato legalmente in rete, sul quale quindi i diritti sono pagati, per il quale si ritrova a pagarli ancora sia come diritto dell'opera che come supporto.

Ma il bello più bello ancora più bello, non è nemmeno questo.
Il bello più bello ancora più bello, è che la tassa, quella non sul supporto ma sull'opera, che quindi dovrebbe essere pagata al momento dell'acquisto del brano, viene pagata per ogni singolo supporto che si possiede come si fosse comprato un numero di brani pari al numero di supporti.
E in più ripaghi pure quella sul numero di supporti.

Riassumendo:
Ti compri un brano della Puasini su ITunes e ci paghi i diritti.
Poi ci compri l'IPod sul quale sentirla e paghi i diritti sul supporto ma anche sul brano.
Ma già li avevi pagati quelli sul brano, dirai tu!
Bondi dice che non basta, la SIAE dice che ha ragione Bondi, che ovviamente dice che ha ragione l'Europa.
Così i diritti sul brano li paghi una volta quando lo compri e poi di nuovo quando compri l'IPod, sul quale paghi pure quelli sul supporto.
Finita qui?
No, se ti compri una chiavetta per portare all'università la tesi mentre sul tram ti ascolti sul tuo IPod il brano della Pausini per il quale hai pagato due volte gli stessi diritti, li paghi una terza, perché secondo l'Europa, la SIAE e naturalmente Bondi al quale il ragionamento è parso intelligente, potresti copiarlo pure sulla chiavetta e non conta che tu lo faccia o meno né che tu abbia pagato già tutti i cazzo di diritti sul brano che stai ascoltando, se c'è il rischio che tu lo copi sulla chiavetta la SIAE si riprende i diritti sul brano come se fosse un terzo brano acquistato.
Se poi ti compri la Wii per fare fitness in salotto, oltre al cost della Wii, a quello sui supporti digitali, ora ci paghi pure i diritti per i brani che potenzialmente ci potresti mettr sopra per farci step.
L'hai fatto, non l'hai fatto, non conta.
Tu alla Pausini i diritti li paghi comunque.
Perché "potresti farlo" e quindi, nella fulminante logica di questo genio di ministro, vai considerato come uno che l'ha fatto e come tale tassato perché ti passi la voglia di scaricarti la Pausini illegalmente.
Ma pure quella di scaricarla legalmente, visto che se lo fai legalmente paghi i diritti una volta in più, se lo fai illegalmente li paghi comunque ma una volta in meno.

Qui le risposte di quell'altro genio del DG SIAE interpellato da Altroconsumo.
Qui le tabelle dei rincari voce per voce.

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