16 gennaio 2002

Io spettacolo di mestiere



Finito. Tre giorni da pazzi. Ore e ore per preparare tutto. 20 ore al giorno per tre giorni. Senza tregua ne sonno. Una carovana di persone itineranti che portano in giro il loro spettacolo. Io porto in giro il mio. E faccio la mia parte. E cerco di farla al meglio, e per farla al meglio non chiedo più soldi, chiedo gratificazioni. Che non sono mai quelle economiche. Tre giorni di occhi che si chiudono. E lei accanto che con quegli occhi ti chiede tutto e ottiene tutto. Io credo che certe cariche nelle aziende vengano assegnate a donne belle e affascinanti non perché siano raccomandate, ma perché tra i loro compiti c’è quello di convincere i fornitori a fare le cose senza chiedere soldi in più, e i responsabili del personale queste cose le sanno benissimo, e per tre giorni ho avuto una donna seduta accanto a me che mi chiedeva modifiche mi chiedeva di non dormire mi chiedeva di esagerare mi chiedeva di sottostare mi chiedeva di non rispondere mi chiedeva di resistere mi chiedeva. Ma che me lo chiedi a fare che tanto lo sai che lo faccio? In cambio? Soldi? Quelli me li da il mio capo non preoccuparti. In cambio? Continua a guardarmi con quegli occhi che non me ne frega un cazzo se li stai usando per fregarmi ore di sonno a beneficio della tua sporca lurida azienda, io so solo che per tre giorni ho pensato che certe persone occhi e bocca dovrebbero averle sovrapposte, perché è impossibile decidere quale dei due guardare più a lungo ed è un peccato dover perdere frazioni di secondo per far passare lo sguardo da gli uni all’altra. In cambio? Una sola cosa. Dimmi cos’era quel profumo ti prego. Una lama ogni volta che ti sedevi accanto. Una lama. Forte quel profumo. Troppo per non rimanerne storditi. Dio quanto adoro i giochi femminili. Consciamente stupido per farti continuare a stupidirmi. Tacito accordo. Tu ti presenti con la camicia completamente aperta e mi fissi sapendo che mi beccherai con lo sguardo che cade e quando mi becchi mi sorridi e mi tieni in sospeso sul sogno di averti dietro i camerini, io do alla tua azienda ciò che desidera per 60 ore consecutive senza sentire fatica. Non potevo sentire fatica. Chi si stancherebbe di sentire quel profumo? Chi deciderebbe spontaneamente di rinunciare a quella sensazione? 60? 100 ne avrei passate li. Vorrei essere li ora e sentire quel profumo e guardare quegli occhi e sperare che succeda di nuovo quella frazione di secondo in cui ti sei dimenticata i rispettivi ruoli e per un attimo in preda alla stanchezza (perché io lo faccio di mestiere e so come non sentirla, ma tu no, non sei abituata e tu crolli bimba mia) per un solo attimo ti si sono chiusi gli occhi e mi hai appoggiato la testa sulla spalla e una mano sulla mia e mi hai detto “Scusami, sono davvero stanca” SCUSAMI? IO A TE? Scusa tu se mi hai colto di sorpresa.Scusa tu. Scusa se non ho avuto la prontezza di riflessi necessaria per trasformarmi in cuscino e piumone contemporaneamente, sono riuscito ad essere solo cuscino e mi spiace. Scusa tu se tra una modifica e un'altra ho perso tempo a desiderarti.

Non può essere un caso. No. Sono anni che i product manager e i brand manager e i broon manager e tutte quelle cariche che ti portano a trattare con l’esterno sono assunte da donne così. È sbagliato? Ma chi se ne frega. Io tratto con loro, e finchè loro saranno così, meglio non dormire per tre giorni ma farlo con una così accanto, perché tanto le cose le chiederebbero lo stesso e io le dovrei fare lo stesso, ma magari per uno stronzo che a 20 anni si sente meglio di te perché pensa che tu dipendi da lui e non capisce che ciò che fai non lo fai perché te l’ha detto lui, ma perché sei li per quello, e domani come lui ne avrai un altro davanti e da dieci anni come lui ne ha visti a centinaia e ormai sai meglio di lui anche cosa ti risponderà a certe domande perché lo fai di mestiere. Ecco la differenza tra i giovani uomini e le giovani donne che hanno incarichi importanti. I giovani uomini si sentono più in alto di te e non ottengono nulla di più di quello per cui ti pagano, le giovani donne si sentono belle. E profumano di bello. E ottengono il triplo di quello per cui sei pagato. Ma vivaddddio!



E dopo tre giorni si va in scena. Finalmente.

In regia.

N-Tutti in cuffia.

N-Audio?

*-C’è.

N-Luci?

*-C’è.

N-Video?

*-C’è.

N-Grafica?

N-Graaafica?

N-…..Bru???!!!!

B-Si, scusa Nic, ci sono, scusami, stavo pensando.

N-Ok ragazzi si inizia. Ora silenzio. Che questa volta è difficile ed importante.

E per ore è sincronismo. Per ore è tensione. È incastri di secondi.

N-Dammi il controluce che sta per entrare.

N-Lui è pronto?

C-Si è qui dietro il palco con noi. Dacci il segnale.

N-3.2.1 dentro.

…-“Buonasera….Buonasera a tutti…. Benvenuti e grazie per avermi invitato….”

E da li in poi ore di avvenimenti, di emozioni, di 3.2.1. vai.

Di tensione di adrenalina.

N-10 secondi all’uscita del video.

N-Bruno non sbagliarmi l’uscita che dipende tutto da quella oggi.

N-Sei tranquillo?

B-Si Nic, forse troppo direi.

In cuffia.

B-Tu che sei in sala e vedi Nic, com’è da li che noi qui in regia vediamo tutto nei monitor.

N-È meraviglia ragazzi, sta volta è davvero grande. Sono in delirio. Urlano e applaudono.

N-Cazzo ragazzi si stanno alzando.

N-Merda questa è una standing ovation. Cazzo!!! Cazzo!!! cazzo!!!

M-Signori si sono alzati tutti in piedi ad applaudire.

M-Questa volta sono brividi signori. Brividi sulle braccia a vedere nei monitor la gente che si alza dall’emozione.

E sono brividi perché mentre tu lavoravi la notte, lo facevi per ottenere quell’effetto li, perché se fai questo lavoro qui lo fai sapendo che la gente lo guarderà e lo fai per scatenarli il più possibile e emozionarli il più possibile.

Ed è adrenalina ed è gioia pura perché si alzano anche per te anche se non lo sanno che faccia hai e che sei tu che hai fatto quello

Ed è ancora incastri.

E la gente applaude agli schermi e si emozionano.

E non lo sanno che stanno guardando il lavoro di questo coglioncello, non se lo immaginano.

B-Com’è Nic? Si vede bene da davanti che qui in regia non lo capiamo?

N-È grande! Si vede da dio ed è davvero bello.

N-Sta volta hai fatto un lavoro della madonna.

E tutti in cuffia.

N-Vai con le luci.

N-Alza l’audio che sta salendo sul palco per i saluti finali.

N-Dammi gli schermi accesi. La diretta.

N-Mandalo in onda che saluta tutti .

B-Come? Nic…sta ringraziando noi? Nic, tu che sei davanti…sta parlando di noi?

N-Si ragazzi. Stanno ringraziando noi.

N-Signori, qui in sala ci sono quasi mille persone in piedi che applaudono.

N-E porca troia ragazzi…stanno applaudendo noi.



Noi davanti in sala.

Noi in cuffia alle camere.

Noi in cuffia in regia.

Noi in piedi la notte da anni.

Noi che abbiamo saltato tante ferie per imparare il mestiere.

Noi che tanta gente non capisce.

Noi che siamo teppisti a guardarci ma grandi a far alzare la gente.

Noi che nei grandi alberghi dove andiamo a lavorare non ci fanno entrare al ristorante perché non abbiamo la giacca e a farci stare fuori è uno con la giacca che pensa così di umiliarci e ci ride in faccia come se fossimo gente sfigata.

Ringraziano noi. Signori.

Quegli applausi sono tutti per noi oggi.

Noi che non sempre abbiamo la forza per non dormire ma la troviamo lo stesso.

Noi che siamo sempre li in cuffia qualsiasi cosa succeda.

Pronti a risolvere in diretta qualsiasi cazzo.

Noi che quando sentiamo in cuffia “3.2.1. si inzia” spegnamo i nostri problemi personali di qualsiasi livello e tragedia siano per diventare spettacolo e ci riusciamo non so come ogni volta.

Noi che spesso facciamo lavori non troppo gratificanti.

Noi che però in certi casi siamo davvero bravi.

Noi che devono solo farci lavorare serenamente e vedrai che non te ne penti.

Noi che sappiamo fare il nostro lavoro.

Noi che il nostro lavoro è in fondo emozionare le persone.

Noi che la gratificazione che vogliamo è vedere la gente che si emoziona.

Noi che i soldi li prendiamo perché è lavoro, non per farlo meglio.

Noi che per farlo meglio abbiamo solo bisogno di sapere se c’è qualcuno che dovrà emozionarsi.

Noi che M quando mi ha telefonato per chiedermi di fare io questo lavoro non mi ha detto “Ti pago tanto” mi ha detto “Per me è importante” e io ho capito e di soldi è venuto a parlarmene solo un minuto dopo la fine dello spettacolo perché li ha capito lui.

Noi che ancora oggi ci chiedono come facciamo a fare i lavori senza prima trattarne il prezzo.

Noi che rispondiamo “So che mi darà quello che chiedo, non mi serve ricattarlo chiedendoli prima”

Noi che dopo la standing ovation di ieri avremo altri 10 anni davanti di giorni e notti in cui diremo a noi stessi “Non cedere. Vedrai un giorno”.

Noi che ieri abbiamo visto.

Brividi signori.

Brividi puri.

Vengo pagato per avere i brividi.

E ieri sono stato ringraziato personalmente.

In un intero gruppo di persone ieri ho avuto il mio ringraziamento personale.

A volte capita che venga nominato proprio io.

Ma so che fa parte delle cose che ti danno per essere stato disponibile. È una specie di contentino.

Ieri no. Ieri sono stato citato personalmente.

Il cliente è andato dal mio capo, e gli ha detto di consegnarmi un sacchetto di complimenti.

Era lei.

Era lei che è tornata tre volte a stringere le mani a tutti.

E quando un cliente che gestisce centinaia di miliardi tratta bene noi ragazzini prima della messa in onda, per noi è normale perché deve ottenere un bel lavoro.

Ma quando lo fanno dopo il lavoro allora è diverso. Quella è proprio stima.

E lei l’ha fatto tre volte. Perché la prima non mi aveva trovato dicono.

Ed è andata dal mio capo. E gli ha parlato di me.

E il mio capo mi ha detto la differenza tra i soliti ringraziamenti e quelli che hanno fatto ieri a me.

Pare mi abbiano ringraziato non per il lavoro, ma per la mia parte umana che per tre giorni l’ha sostenuta.

E pare che lei si sia impegnata per sottolinearne la differenza.

E poi mi ha ringraziato perché….

Strana la vita….

Pare le abbia messo tranquillità addosso.

A volte la vita…

Pensa che io di lavoro faccio adrenalina.



Ieri il mio palconismo si è innamorato.

Di nuovo.



Qualcuno mi dice che sono fortunato.

Fortuna un cazzo.

Io so fare il mio lavoro.

Che è ben diverso.



Qualcun altro un giorno mi scrisse che io dal mio lavoro al massimo posso trarre soddisfazioni.

A volte la gente è davvero stupida.

Ecco perché alcuni non potranno mai spettacolare come me.



e ora giù dal letto.

Hai recuperato abbastanza.

Ti hanno telefonato da quell’altra agenzia.

Corri corri.

Mi hanno detto “E’ un lavoro importante, vogliamo te.”

Siiiiiii……

Si riparte!!!!!!!!…..

Dai dai che c’è un altro palco da camminare!

E un’altra PM da cui farsi intortare.

….

A tutti i tecnici audio, luci, cameramen, a tutti i registi, a quelli delle scenografie, ai trasportatori, ai macchinisti, a tutti quelli che fotocopiano, a chi sta dietro le quinte di ogni palco, a quelli il cui nome difficilmente viene pronunciato, a tutti quelli il cui viso non verrà mai associato all’emozione che con il lavoro ha regalato, a tutti quelli dietro certi personaggi, a tutti quelli che stanno dietro ai vari Bonolis, alle Simone Ventura, ai Cecchi Paone, a tutti quelli che tengono in piedi una macchina che solo all’apparenza funziona perché quello che parla è bravo, a tutti quelli che dietro le quinte consentono a certi incapaci di diventare ricchi senza essere bravi, a tutti quelli che scrivono sugli schermi, quelli che muovono parole, a quelli che scrivono battute, a quelli che portano da mangiare, a tutti quelli che stanno dietro quella singola parola quella piccola scenetta, che vista da davanti sembra emozioni casualmente.

A tutti quelli che sanno bene che i ringraziamenti li prendono sempre quelli che stanno davanti al palco anche se il lavoro lo fa chi sta dietro.

A tutti.

Ieri ci hanno ringraziato tutti.

Ieri qualcuno ha capito cosa vuol dire dietro le quinte.

E ha ringraziato chi sta dietro le quinte applaudendo in piedi.

Ripagandoci con emozione pura.

Se passi di qua prenditene pure il tuo pezzetto, ti spetta.



Grazie Enzo.

Dopo dieci anni ancora parlo di te

E dopo dieci anni ancora mi rendo conto che devo tutto a te.

Grazie Enzo.

In quello si sono stato fortunato.

Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare con te.

Certe cose ci mettono anni a dare frutti.

Ma quando arrivano non hanno prezzo.

È bello avere qualcuno a cui dire “Sono bravo grazie a te”

E mi va di dirtelo.

Grazie a te.

Per ieri.

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