26 dicembre 2001

”Pronto.Ciao, si sono io. …Volevo solo ringraziarti”



Passato. Natale passato.

Proprio non ce l’hai fatta a regalarmelo come lo volevo. Proprio non hai voluto farmi coccolare oggi. La mamma me l’hai portata lontana e me l’hai chiusa in un posto ad aspettare la fine di una vita. E me l’hai fatta sentire piangere a mezzanotte perché le mancavo e non mette di buon umore sentire al telefono la mamma piangere la notte di Natale e dire ai suoi figli “Mi mancate” perché io mia mamma la conosco e porca puttana lo so quanto le mancavamo noi quattro pargoletti stanotte. Ma almeno la nonna la avevo accanto.

Cosa? Chi? Accanto? Ma scherzi?

E mi hai tolto pure lei, e le hai fatto ricevere anche a lei un’altra telefonata, un’altra di quelle telefonate. Ti avevo avvisato di lasciare in pace il nonno e infatti si è ripreso, ma te la sei presa con un altro pur di rovinarci il natale. E le hai fatto passare la notte di Natale in ospedale e il giorno di Natale in ospedale ad aspettare anche lei la fine di un’altra vita, un’altra ancora come se non bastassero quelle che ho visto fino ad oggi, e la parola morte l’ho dovuta per forza avere alla fine alla mia tavola di Natale, ho dovuto per forza pranzare in compagnia di quella parola, ma non in compagnia di mia nonna, e di mia mamma nemmeno, ma me le hai fatte sentire piangere entrambe, perché lo sentissi bene che non sempre si ha ciò che si desidera.

Ma l’avevo già capito sai? Davvero. Qualche mese fa l’avevo capito. No, no, credimi. Su certe cose sono un pochino duro di comprendonio, su altre no davvero. Che le cose non vanno come desidero io (non sempre) l’ho capito più che bene quest’anno. Non andare oltre con gli esempi, davvero non servono.

Basta quelle telefonate. Basta. Ma chi è lo stronzo che ha inventato il telefono? Non poteva inventarne due già che c’era? Uno per raccontare belle notizie e uno per raccontare brutte notizie. Almeno uno poteva decidere quale comprare. Che cazzo me ne frega di quale modello compro, di quale cover mettergli o di quanto dura la batteria! Dimmi prima che notizie mi porterà, e la batteria deciderò di conseguenza e la cover pure. Quest’anno per esempio non l’avrei comprato proprio. O comunque l’avrei preso con una bella cover nera e una batteria da sei secondi per ogni telefonata, in modo da fare tante telefonate del tipo “Pronto. Si, sono io ciao, dimmi tut… …Clic” e il resto me lo sarei poi immaginato io, che sono bravo ad immaginare, ma soprattutto sono capace di immaginare solo belle storie, belle persone.

Fammi immaginare il resto delle cose, di ogni mia cosa, vedrai che la mia vita cambia. Non essere sempre così duro, deciso, spietato e concreto. Ho quell’immaginazione tipica di chi sa essere felice sempre di tutto, ho quella capacità di vedere sempre il lato bello delle cose. Tu dammi solo gli inizi delle storie, le finisco poi io e vedrai che finiranno bene. Per tutti davvero.

Ah nonna nonna.

Ti amo davvero tanto.

Perché quando stavamo partendo hai detto ad ognuno di noi quella cosa che ognuno di noi sa che sai dire per chiudere ogni volta il Natale. E tutti ci ridiamo e ti prendiamo sempre in giro, e facciamo la parte dei nipoti moderni che non sopportano più la nonna antica, e ti prendiamo in giro per i consigli sempre gli stessi che ci dai e che noi non ascoltiamo mai, e ti diciamo “Sissì va bene” col tono che si usa con chi vogliamo levarci di torno, ma non preoccuparti è un problema nostro, siamo noi che non siamo capaci di usare altri toni anche se vogliamo dire cose diverse, perché siamo moderni e in questo caso moderni è un dispregiativo, soprattutto se “moderni” significa “non come te”, e ti salutiamo rubandoti ogni volta quel sacchetto di vivande che ogni volta ci riportiamo a casa per mangiare bene ancora 10 minuti in più e in ogni sacchetto tu sai bene cosa metterci, perché ognuno di noi ha i suoi gusti, ma visto che ci hai cresciuto tu, i nostri gusti sono quelli che tu hai voluto che avessimo, quindi a me non lo proponi nemmeno quello, perché a me mentre esco darai il torrone quello che ogni anno fai con le tue mani e io non mangio altro torrone se non quello perché a me il torrone non piace se non quello, e ci darai la nostra personale cassetta di bottiglie di salsa che mi permette di mangiare “da mia nonna” per mesi anche se sono da solo a casa mia, e mentre ci dai le bottiglie dirai “e quest’anno non avevo soldi quindi le ho fatte solo per voi e per me niente” che sentendoti si potrebbe pensare che vuoi impietosire, mentre invece sappiamo bene che è il tuo modo di dire che per te i tuoi nipotoni (No autocorrettore del cazzo! Ho scritto nipotOni e non voglio che correggi in nipotIni, perché mia nonna a 30 anni mi chiama nipotOne e un motivo c’è e tu mi fai il favore di farti i cazzi tuoi!) sono più importanti di te, e quindi io mi prendo le mie bottiglie di salsa e me ne torno a casuccia mia, felice in ogni caso, perché mia nonna anche quest’anno mi ha detto che sono più importante di se stessa, e l’ha detto mentre suo fratello se ne sta andando e lei ha avuto lo stesso la forza di darci la nostra bella porzioncina di amore, e questo fa di lei la nonna migliore del mondo. Uno perché è la mia, due perché è nonna, tre perché è il mondo.

Buon Natale nonna.



Buon Natale anche a te Mamma.

Quando ti renderò nonna non rompere le palle con paturnie di età.

Ti avrò fatto fare solo un salto di qualità.

Visti i precedenti in famiglia.

Tu intanto impegnati ad imparare a fare la salsa come lei, che un giorno lei non ci sarà più ed è meglio se quel giorno saprai non farcene sentire la mancanza, se non vuoi essere abbandonata in qualche piazzola di sosta d’autostrada.



Ah, Nonna… dimenticavo…una piccola confessione… ieri sera solo per un attimo ho pensato anche ad un’altra nonnina. Ma non ti arrabbiare, so che tu avresti fatto lo stesso, questa è una delle parti belle di me che mi hai trasmesso tu.

Buon Natale.

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